Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Piazza IV novembre, 13
- CAP:
- 60034
- Latitudine:
- 43.44576
- Longitudine:
- 13.116672
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete dell'abitazione al numero civico 13
- Data di collocazione:
- 25/03/1950
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Lastra in marmo, tre staffe in bronzo
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Cupramontana
- Notizie e contestualizzazione storica:
- La lastra ricorda l'uccisione del partigiano cuprense Giuseppe Uncini morto diciassettenne durante un combattimento sul fiume Senio, in località Riolo Bagni (Ravenna)il 25/03/1945. La nipote Rita Uncini, ricorda lo zio Giuseppe attraverso le testimonianze dei suoi familiari e alcuni brani tratti dal libro "Il gruppo di combattimento FRIULI nella guerra di liberazione":
"Era un ragazzo di sedici anni, frequentava il II anno di Ragioneria presso l’istituto Benincasa di Ancona, con risultati brillanti.
Aveva gli occhi azzurri, i capelli folti e biondi, era alto e aveva tanti sogni da realizzare e tutta la vita davanti a sé.
Era l’ultimogenito nella famiglia di Arnaldo Uncini e Ida Zampetti.
Aveva tre fratelli più grandi : Diego, mio padre, il maggiore, Elvio e Giovanni e aveva due sorelle, Clara e Anna.
Per tutta la famiglia era “Peppino”, il figlio e il fratello più piccolo, il più vivace, il più allegro. Senz’altro un ragazzo buono e generoso, pieno di entusiasmo e di ideali tanto che decise, a soli sedici anni, di partecipare alla guerra di liberazione.
Forse fu il desiderio di seguire l’esempio dei due fratelli, Elvio e Giovanni, già partiti con i partigiani, forse fu lo slancio ideale di partecipare in prima persona alla lotta per la libertà, forse fu il coraggio cieco e assoluto di chi, giovanissimo, si sente invulnerabile. Sta di fatto che a soli 16 anni e all’insaputa dei fratelli, divenne partigiano. Con il “Gruppo Gaspare” partecipò alla liberazione della città di Osimo, dove rimase leggermente ferito e dove si distinse attraversando le linee nemiche, su un carro trainato da buoi, carico di armi e munizioni.
Avvenuta la liberazione della nostra zona, dopo il mese di Luglio del 1944, Giuseppe si arruolò nel corpo di Liberazione Italiano e venne assegnato alla Divisione “Friuli”, 87° reggimento. Nel mese di febbraio del 1945 al gruppo “Friuli” era assegnato il settore di Brisighella, a sud della via Emilia, non molto distante da Faenza. Il combattimento si svolgeva in condizioni di estrema difficoltà: lo scioglimento delle nevi aveva trasformato il fronte in un’immensa distesa di fango. In questo settore, inoltre, i tedeschi avevano usato la terribile insidia delle mine. L’avanzata del gruppo quindi procedeva lenta e faticosa, tra mille difficoltà e insidie mortali si combatteva una battaglia lenta e crudele, per conquistare nuove postazioni.
L’operazione militare che causò la morte di Giuseppe Uncini,denominata operazione “Ischia”, aveva come obiettivo una serie di fabbricati, alcuni abbandonati, altri ancora occupati dal nemico. Era un complesso di posizioni circostanti alla base tedesca dello Stabilimento Idroterapico di Riolo Terme (Q 107). L’operazione iniziò nel pomeriggio del 24 Marzo 1945, impiegando per la prima volta i cannoni antiaerei del 35° artiglieria, usati per il tiro su obiettivi terrestri, con risultati assai efficaci.
L’attacco iniziò la notte del 25 Marzo 1945 con tre colonne, costituite da reparti di due reggimenti di fanteria del Gruppo Friuli.
Il movimento delle pattuglie avvenne con estrema lentezza, a causa della grande quantità di mine che insidiavano il terreno quasi ovunque e anche a causa della grande oscurità. Ciononostante l’avanzata notturna procedette regolarmente e tutti gli obiettivi assegnati vennero occupati, all’infuori del gruppo di case coloniche situate sulla Q 106, a sud dello Stabilimento Idroterapico di Riolo dei Bagni. Qui il nemico si era sistemato a protezione del passaggio sul fiume Senio. Nelle prime due case le truppe partigiane ebbero il sopravvento, ma la terza era stata trasformata in un fortino blindato con tanto di feritoie per le mitragliatrici. Ciononostante scattò l’attacco finale, ma il nemico che godeva fra l’altro del vantaggio della visibilità, grazie ai bagliori di un incendio sviluppatosi in un vicino fienile, ebbe la meglio, stroncando l’attacco con il fuoco continuo e falciante delle sue mitragliatrici. Fu molto elevato il numero delle vittime, sia tra gli ufficiali, sia tra i fanti. Tra essi c’era “zio Peppino”: un proiettile o un colpo di granata lo colpì alla tempia destra, poco sotto l’elmetto…..era il 25 marzo: dopo due settimane, il 13 Aprile, avrebbe compiuto 17 anni e dopo un solo mese sarebbe finita la guerra.
Le sue ultime parole, raccolte da un compagno, a cui Giuseppe fece scudo col il corpo, furono :” Mamma….a Bologna”. E i suoi occhi si chiusero per sempre. Non avrebbero più rivisto la mamma, il babbo, i fratelli e le sorelle; non avrebbero mai visto la grande festa per la liberazione di Bologna, il calore e l’entusiasmo con cui vennero accolti i suoi compagni sopravvissuti del gruppo Friuli dai bolognesi, stremati dall’assedio tedesco e infinitamente grati per la liberazione. Ma il suo corpo rimase là e, avvolto in una semplice coperta militare , fu seppellito nel cimitero di Zattaglia, sotto una croce bianca, vicino ad altre 242 croci bianche . Da lì poi, i fratelli riportarono la salma a Cupramontana, dove ora riposa nella cappella di famiglia.
Avrebbe potuto avere una famiglia, dei figli, avrebbe realizzato i suoi sogni; io ora potrei ancora avere uno zio a cui chiedere di persona la sua esperienza di partigiano.
Niente di tutto ciò: restano solo una via a lui dedicata (nel 1973) una lapide commemorativa (1950), una medaglia d’oro al valore militare e i nomi di Giuseppe e Giuseppina scelti per i primogeniti dai fratelli e dalle sorelle di “Peppino”.
Rita Uncini
Contenuti
- Iscrizioni:
- ...E L'OSSA / FREMONO AMOR DI PATRIA / -FOSCOLO- / QUI NACQUE / GIUSEPPE UNCINI / CHE A 16 ANNI / IL 25 MARZO 1945 / CADDE COLPITO AL PETTO / COMBATTENDO / A BRISIGHELLA / NELL'ARDENTE RAVENNATE / DALLA CODARDA FEROCIA / DEI SERVI FOSCHI / DI PIU' FOSCA TIRANNIDE / S'ALZA / DA QUESTE MURA / LUMINOSO E BELLO / DOLCE IL SORRISO / DEL VISO GIOVINETTO / COME LA GIOIA DI MILLE TITANI / E PARE SUSSURRI / IN UN SOFFIO D'AMORE / ITALIA ' ITALIA ' / CUPRAMONTANA XXV MARZO MCML
- Simboli:
- Non sono presenti simboli
Altro
- Osservazioni personali:
- Lastra marmorea ad orientamento verticale affissa alla parete della casa natale dalla famiglia.