277745 - Lastra alla M.O.V.M. Alberto Araldi – Borgonovo Val Tidone (PC)

Lastra commemorativa in marmo con foto, collocata sulla parete sinistra all’ingresso del cimitero di Borgonovo Val Tidone (PC) il 6 febbraio 2015, nel 70° anniversario della fucilazione del brigadiere e patriota Alberto Araldi, detto “Comandante Paolo”, partigiano militante nella Terza Brigata della Divisione Giustizia e Libertà, guidata da Fausto Cossu.

L’iscrizione riporta le motivazioni ufficiali per il conferimento della Medaglia d’Oro al Valore Militare (DPR 09/04/1949).

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Montanara
CAP:
29011
Latitudine:
45.0209104
Longitudine:
9.4454532

Informazioni

Luogo di collocazione:
Cimitero di Borgonovo Val Tidone (PC)
Data di collocazione:
06/02/2015
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo bianco, con scritte incise. La fotografia ritrae il brigadiere Araldi con la divisa dell’Arma dei Carabinieri ed è circondata da una cornice in ottone brunito.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Borgonovo Val Tidone (PC)
Notizie e contestualizzazione storica:
La lastra dedicata al brigadiere dei Carabinieri e partigiano Alberto Araldi, detto “Comandante Paolo”, vuole commemorare il 70° anniversario della sua morte per fucilazione, avvenuta il 6 febbraio 1945 presso il cimitero di Piacenza. L’atteggiamento con il quale “Paolo” ha affrontato la morte riflette il modo in cui ha condotto tutta la sua militanza da partigiano, con coraggio, audacia e fermezza. Come testimoniato dal cappellano militare presente all’esecuzione, don Giuseppe Bonomini, Araldi ricorda ai suoi nemici del plotone d’esecuzione le imprese condotte, nelle quali non aveva mai causato la morte di nessuno, chiede una sigaretta che fuma tranquillamente, stringe la mano ai presenti come saluto ideale a tutti i partigiani che stavano lottando per la giustizia e rifiuta di voltare le spalle ai fucili perché non ritiene di essere un traditore della Patria.
In queste poche ma simboliche azioni si compendia tutta la vicenda del partigiano Araldi, nato il 18 gennaio 1912 a Vicobarone, una frazione del comune valtidonese di Ziano piacentino, che, dopo aver prestato servizio militare presso l’Arma dei Carabinieri ed aver continuato la carriera nell’Arma stessa, subisce un arresto da parte della milizia fascista in quanto ostile al regime, viene incarcerato a Parma ma riesce fortunosamente a fuggire. Dalla fine di maggio del 1944 prende parte alla Prima divisione Piacenza del raggruppamento Giustizia e Libertà, diretta dal comandante Fausto Cossu, e combatte nell’area della Val Trebbia dove riesce a costituire la sua Terza brigata, assumendo il nome di battaglia “Paolo”. Il suo carattere coraggioso e calcolatore, vivace, esuberante, ma anche amabile e modesto, gli permettono di fraternizzare con gli altri partigiani che lo affiancano con entusiasmo nelle imprese, talvolta anche rocambolesche. Estremamente sensibile di fronte alle ingiustizie, il “comandante Paolo” reagisce agli effetti del rastrellamento condotto dalla divisione “Turkestan” nell’inverno 1944-1945 che decima la Divisione Piacenza; indaga quindi sul responsabile di quel disastro per i partigiani che rintraccia nel prefetto di Piacenza, Alberto Graziani. Nonostante i tentativi di dissuasione da parte del comandante Fausto, organizza la punizione nei confronti del funzionario fascista, ossia un attentato alla sua vita, avvalendosi della collaborazione di un confidente che si rivela invece essere un traditore. Araldi nel tentativo di entrare in città viene riconosciuto ad un posto di blocco, catturato e condannato a morte senza neppure un sommario processo. Il suo corpo, inizialmente sepolto nel cimitero di Piacenza, è stato trasferito dai familiari nel cimitero di Borgonovo V.T.

Contenuti

Iscrizioni:
BRIGADIERE DEI CARABINIERI
ARALDI ALBERTO
MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE
PATRIOTA DI GRANDE FEDE E DI
PURISSIME DOTI, CORAGGIOSO, INDOMITO
E VALOROSO COMANDANTE PARTIGIANO,
GUIDAVA I PROPRI UOMINI ALLE PIÙ ARDITE
IMPRESE DANDO CON LE SUE EPICHE GESTA,
ALLE POPOLAZIONI ATTERRITE DALLA
PREPOTENZA E DAI SOPRUSI DEGLI
OPPRESSORI, LA FEDE NEL MOVIMENTO
PARTIGIANO. DOPO AVER COMPIUTO PER SUA
INIZIATIVA, AZIONI DI LEGGENDARIO
VALORE, ORGANIZZAVA UN AUDACE PIANO
PER COLPIRE UNO DEI MAGGIORI
RESPONSABILI DELLE IGNOMINIE E DELLE
EFFERATEZZE.
CATTURATO PER VILE DELAZIONE MENTRE
SI ACCINGEVA A COMPIERE LA MISSIONE,
VENIVA CONDANNATO A MORTE ED
AFFRONTAVA CON FIEREZZA E SERENITÀ
IL PLOTONE DI ESECUZIONE CHE COL
PIOMBO FRATRICIDA TRONCAVA LA SUA
BALDA ESISTENZA. CADEVA AL GRIDO
VIVA L’ITALIA!, ESEMPIO ED ASSERTORE
DI OGNI EROISMO.
CIMITERO DI PIACENZA, 6 FEBBRAIO 1945
IL COMANDO PROVINCIALE
CARABINIERI DI PIACENZA
POSE IL 6 FEBBRAIO 2015
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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