248748 - Lastra alle M.O.V.M. Bentivogli e Vincenzi – Bologna

Lastra posta dai compagni e dai lavoratori di Molinella sul luogo dove i due partigiani Giuseppe Bentivogli e Sante Vincenzi furono uccisi dai fascisti nel giorno della Liberazione di Bologna. Per la loro attività nella Resistenza furono entrambi insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Caravaggio
CAP:
40133
Latitudine:
44.504988533108
Longitudine:
11.310142697623

Informazioni

Luogo di collocazione:
Agganciata a un muretto di mattoni, facente parte della recinzione della sede della Croce Rossa Italiana, vicino all'incrocio di via Caravaggio con con via Emilia Ponente.
Data di collocazione:
21 APRILE 1946
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
La lastra è di marmo bianco venato con iscrizione incisa e verniciata di nero. Essa è agganciata a un muretto di mattoni rossi. Davanti al muretto c'è una piccolissima aiuola con un cancelletto basso di ferro.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Giuseppe Bentivogli nacque a Molinella il 3 febbraio 1885 da Antonio e Virginia Paola Passerin. Fu operaio meccanico e una delle figure più importanti del socialismo italiano e della Resistenza. A Molinella Bentivogli dopo fu tra i principali dirigenti della lotta agraria che si svolse da gennaio a ottobre 1914. Da allora continuò la sua azione di difesa dei diritti dei lavoratori della terra. Nel 1914 e nel 1920 eletto al consiglio comunale di Molinella e nel 1920 anche a quello provinciale di Bologna. Nei primi anni del 1920 Bentivogli e Paolo Fabbri divennero i massimi dirigenti del movimento operaio molinellese e guidarono la lotta per la difesa dell'amministrazione comunale e dell'ingente patrimonio cooperativo, valutato allora in 30 milioni di lire. Iniziarono quindi le aggressioni fasciste contro Bentivogli. Il 15 maggio 1921, mentre andava a votare, fu bastonato selvaggiamente. Il 12 giugno 1921 fu arrestato dalla polizia perché con poche «guardie rosse» cercò di respingere l'assalto dato da un migliaio di fascisti al municipio di Molinella. Il 18 agosto 1922, mentre si recava in auto da Molinella a Bologna, fu fermato alle porte della città e bastonato. Bandito da Molinella si trasferì a Bologna, dove il 16 marzo 1923 fu aggredito dagli squadristi e lasciato morente sul selciato di viale XII Giugno. Nonostante le dure persecuzioni, non attenuò l'impegno politico. Passato al PSUI alla fine del 1922, divenne un dirigente della federazione bolognese. Il 16 novembre 1926 fu arrestato e fu assegnato al confino per 3 anni. Liberato il 18 dicembre 1929, tornò a Molinella ma si trattò di un breve periodo di libertà. Il 31 marzo 1931 fu nuovamente arrestato e condannato a 5 anni di confino per propaganda antifascista. Liberato il 27 dicembre 1932 tornò a Molinella dove fu strettamente vigilato dalla polizia politica. Nell'autunno del 1942 partecipò alla costituzione del MUP. La polizia lo arrestò il 27 luglio 1943 perché aveva organizzato una manifestazione popolare per festeggiare la fine del fascismo. Restò in carcere sino al 12 agosto. Dopo l'armistizio divenne vice segretario provinciale e regionale del partito socialista PSUP e fu uno degli organizzatori della brigata Matteotti Pianura, la 5a brigata Bonvicini. Determinante aanche il suo contributo per l'organizzazione delle tre brigate Matteotti, delle quali fu commissario politico per diverso tempo. Nel novembre 1944 divenne segretario della federazione bolognese e uno dei principali esponenti della Resistenza emiliana. Nel pomeriggio del 20 aprile 1945 si recò in piazza Trento Trieste per incontrarsi con Sante Vincenz, ufficiale di collegamento tra il CUMER e la divisione Bologna, per decidere la nomina di un nuovo comandante della brigata Matteotti Pianura. In quel luogo furono catturati dai fascisti. La mattina dopo, mentre era in corso la liberazione di Bologna, i fascisti in fuga verso nord, abbandonarono vicino via Saffi, i corpi straziati dei due militanti antifascisti.
Alla sua memoria fu concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: “Instancabile organizzatore di formazioni partigiane, si prodigava nella lotta di liberazione in moltissime azioni quanto mai rischiose mettendo sempre il nemico nelle più gravi difficoltà. Catturato, sopportava le atroci torture infertegli dal nemico con impassibile fermezza; condannato alla pena capitale affrontò la morte da eroe. Esempio fulgido di abnegazione e di indomito coraggio”.

Sante Vincenzi nacque il 6 agosto 1895 a Parma. Da sempre comunista, fu arrestato e condannato il 29 novembre 1926 per «attività antifascista» a 3 anni di confino, poi commutati il 5 febbraio 1927 in ammonizione. Ripresa l'attività antifascista, fu di nuovo arrestato con diversi altri comunisti. Il 25 gennaio 1932 fu condannato a 12 anni di carcere. Ottenne un condono ma il 27 gennaio 1937 fu nuovamente condannato a 5 anni di confino, per «organizzazione comunista». Al termine di tale periodo fu internato e fu liberato solo nell'agosto 1943, dopo la caduta del fascismo. Dopo l'8 settembre 1943 operò nel bolognese per l'organizzazione e la crescita del movimento partigiano. Divenne componente del CUMER, con funzione di ufficiale di collegamento con le brigate della div. Bologna. Tra il febbraio e gli inizi di marzo 1945, compì una missione nel Sud, presso gli organismi di governo e del CLN nazionale.
La sera del 20 aprile 1945 fu arrestato dai fascisti a Bologna. Fu ucciso nella notte fra il 20 e il 21 aprile 1945 insieme a Giuseppe Bentivogli.
Gli fu conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione: “Convinto assertore dei principi di libertà e fiero oppositore di qualunque forma di oppressione, impugnava le armi contro i nazifascisti rifulgendo per impareggiabile audacia e sprezzo del pericolo, varcava più volte le linee svolgendo brillantemente missioni importanti e delicate. Durante il compimento di una di esse veniva sorpreso da una pattuglia fascista che, dopo fiera lotta, riusciva a catturarlo. Sottoposto a disumane torture e a efferate sevizie, con il corpo straziato e l'animo indomo, non faceva alcuna rivelazione per non nuocere alla causa e ai compagni di lotta, finché il nemico, esasperato da tanto stoico silenzio, barbaramente lo freddava. Fulgida figura di cospiratore, di combattente e di martire.”

Fonte: https://www.storiaememoriadibologna.it/

Contenuti

Iscrizioni:
NELLA NOTTE SUL 21 APRILE 1945
GIUSEPPE BENTIVOGLI SOCIALISTA
E
SANTE VINCENZI COMUNISTA
UNITI NELLA LOTTA
CONTRO IL NEMICO INTERNO ED IL NEMICO DI FUORI
QUI
CADDERO UCCISI DA PIOMBO FASCISTA
I COMPAGNI DI FEDE
E I LAVORATORI TUTTI DI MOLINELLA VOGLIONO
CHE LA NOBILTÁ DEL SACRIFICIO
NEL COMPIERSI DEL PRIMO ANNIVERSARIO
SIA RICORDATA
A QUANTI HANNO SACRO L'AMORE
ALLA LIBERTÁ ED IL CULTO ALL'IDEA
Simboli:
Sulla lastra sono presenti le fotoceramiche ovali dei due caduti.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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