5654 - Lastra all’infermeria partigiana e ai Partigiani catturati e uccisi dai nazifascisti – Bologna

Nota anche come infermeria del “Ravone” (dal nome del canale vicino alla costruzione) lo stabile, da un semplice posto di smistamento dei feriti, divenne un vero e proprio ambulatorio chirurgico. La lastra rettangolare è  in ricordo dell’infermeria partigiana e dei partigiani feriti catturati il 9 dicembre 1944, torturati ed uccisi dai nazifascisti.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Andrea Costa, 77/b
CAP:
40134
Latitudine:
44.4955067
Longitudine:
11.322296999999935

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato di una palazzina che non si affaccia direttamente su via Andrea Costa ma che, per quanto dia accesso a spazi provati, è pubblico e raggiungibile.
Data di collocazione:
1975
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la lastra, bronzo per l’iscrizione ed i supporti.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Bologna
Notizie e contestualizzazione storica:
Nota anche come infermeria del “Ravone” (dal nome del canale vicino alla costruzione) lo stabile, da un semplice posto di smistamento dei feriti, si trasformò ben presto in un vero e proprio ambulatorio chirurgico. I partigiani feriti nelle battaglie di Porta Lame e della Bolognina trovano soccorso nell'infermeria allestita a villa Moneti in via Duca d'Aosta (precedente nome di via Andrea Costa) per iniziativa del dott. Giuseppe Beltrame (Pino). Vi operava un giovane ufficiale medico austriaco, disertore della Luftwaffe, assieme al dott. Vicenzi e a un giovane partigiano trentino. I servizi di mensa e pulizia venivano svolti dalle partigiane Stella Tozzi e Ada Pasi. La piccola struttura, funzionante come un vero e proprio ospedale da campo, era dotata di sala operatoria e di alcune stanzette di degenza. Il 9 dicembre l'infermeria cadde nelle mani delle Brigate Nere, in seguito alla delazione di una tal Veronica, ex partigiana passata tra le fila dei nazifascisti. I quattordici feriti catturati vennero caricati su un camion e portati alla caserma Magarotti. Qui furono sottoposti a sevizie: alcuni vennero messi a nudo, legati a una cancellata e frustati; ad altri premettero mozziconi accesi sulle carni e riaprirono le piaghe. Infine, tutti furono fucilati al Poligono del Tiro a segno il 13 dicembre.

Contenuti

Iscrizioni:
LA CASA CHE QUI SORGEVA
FU INFERMERIA PARTIGIANA

NEL DICEMBRE 1944
I NAZIFASCISTI CATTURARONO
I PARTIGIANI FERITI

ARRIGO BRINI GIANCARLO CANNELLA FRANCO D’ARRIO
SETTIMO D’ARRIO ARDILIO FIORINI GIANLUIGI LAZZARI
ROSANO MAZZA LINO PANZARINI ENRICO RAIMONDI
LUCIANO ROVERSI RINIERO TURRINI GIORGIO ZANICHELLI
E I PRATRIOTI STRANIERI “OLANDESE” E “NICOLAI”
ASSASSINANDOLI
LE LORO CARNI GIÀ MARTORIATE DAL PIOMBO NEMICO
NON VENNERO RISPARMIATE DALLA FEROCIA E DAL SADISMO
DEGLI OPPRESSORI DELLA PATRIA

NELLA RICORRENZA DEL XXX ANNIVERSARIO
DELLA LIBERAZIONE IL COMUNE
POSE
1945 1975
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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