181915 - Lastra Bollettino della Vittoria – Enna

La lastra commemorativa è collocata a Enna sul lato del Municipio che fiancheggia la via Roma. Di forma rettangolare, riporta il testo del Bollettino della Vittoria del 4 Novembre 1918, con il quale il generale Armando Diaz annunciava alla Nazione la resa dell’Impero austroungarico e la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Roma, 399
CAP:
94100
Latitudine:
37.5673044
Longitudine:
14.2790694

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada del Municipio che fiancheggia la via Roma
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
lastra commemorativa interamente in marmo
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Enna
Notizie e contestualizzazione storica:
Il Bollettino della Vittoria è il documento ufficiale scritto dopo l’armistizio di Villa Giusti con cui il generale Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito, comunicò, il 4 novembre 1918, la caduta dell’impero austro-ungarico e la vittoria dell’Italia nella Grande Guerra. Il suo autore materiale sarebbe stato, in realtà, il generale Domenico Siciliani, capo dell’Ufficio stampa del comando supremo. Ogni anno, il 4 novembre, le istituzioni italiane celebrano l’avvenimento con la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Analogamente fu redatto, dall’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, comandante supremo della Regia Marina, il Bollettino della Vittoria Navale. Il Bollettino della Vittoria è un testo magniloquente, gonfio di retorica, tutto teso ad esaltare la vittoria e il coraggio dell’esercito italiano che, dopo la disastrosa rotta di Caporetto del novembre 1917, aveva assolutamente bisogno di un successo che potesse risollevare le sue sorti e, soprattutto, il suo morale. Fu proprio la sconfitta di Caporetto, la più grave disfatta nella storia dell’esercito italiano, che determinò la sostituzione del generale Luigi Cadorna con il napoletano Armando Diaz che ottenne gli effetti sperati visto che, l’anno seguente, arrivò l’agognata vittoria. Dopo la fine della guerra in tutti i comuni d’Italia venne affissa una lapide contenente il testo del “Bollettino della vittoria”, che era stato realizzato con lettere in bronzo ricavato dalle artiglierie catturate dal nemico. E fu soprattutto questa imponente operazione di propaganda che fece diventare il generale Armando Diaz, prontamente nominato “Duca della Vittoria”, una sorta di eroe nazionale. In molte di quelle targhe il testo finiva con le parole “firmato Diaz”. E ciò indusse molti a credere che “firmato” fosse il nome del generale. Ecco perché, subito dopo la guerra, nel nostro paese, dove il tasso di analfabetismo era ancora molto rilevante, si diffuse il nome di battesimo di “Firmato”, che talvolta troviamo anche nella versione “Firmino”. E tutto ciò per omaggiare il generale-eroe che aveva portato il paese alla vittoria.
Armando Vittorio Diaz (Mercato San Severino Sa, 5 dicembre 1861 – Roma, 29 febbraio 1928) è stato un generale italiano, capo di Stato Maggiore del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, ministro della guerra e maresciallo d’Italia. Nell’autunno del 1918 guidò alla vittoria le truppe italiane, iniziando l’offensiva il 24 ottobre, con lo scontro tra 58 divisioni (51 italiane, 3 britanniche, 2 francesi, 1cecoslovacca, I reggimento statunitense) contro 73 austriache. Il piano non prevedeva attacchi frontali, ma un colpo concentrato su un unico punto – Vittorio Veneto – per spezzare il fronte nemico. Iniziando una manovra diversiva, Diaz attirò tutti i rinforzi austriaci lungo il Piave, che il nemico credeva essere il punto dell’attacco principale, costringendoli all’inazione per la piena del fiume. Nella notte tra il 28 e il 29 ottobre, Diaz passò all’attacco, con teste di ponte isolate che avanzavano lungo il centro del fronte, facendo allargare le ali per coprire l’avanzata: il fronte dell’esercito austroungarico si spezzò, innescando una reazione a catena ingovernabile. Il 30 ottobre l’esercito italiano arrivò a Vittorio Veneto, mentre altre armate passarono il Piave e avanzarono, arrivando a Trento il 3 novembre. Il 4 novembre 1918 l’Austria – Ungheria capitolò, e per la storica occasione Diaz stilò il famoso Bollettino della Vittoria, in cui comunicava la rotta dell’esercito nemico e il successo italiano. Negli anni seguenti rammentò quei giorni di fortuna senza alcuna presunzione, ma conscio dell’importanza dell’opera compiuta. Egli disse: “ Non mi faccio illusioni su me stesso, ma posso dire di avere avuto un merito: quello di equilibrare le forze e gli ingegni altrui, di far regnare la calma fra i miei generali e la fiducia fra le mie truppe. Sento che questa è la mia caratteristica”. Al termine della guerra Diaz con Regio Decreto del 24 dicembre 1921 e Regie Lettere Patenti dell’11 febbraio 1923, venne insignito del titolo di Duca della Vittoria. “Armando Diaz ha saldato con una gemma di incomparabile bellezza la splendente catena d’oro, plasmata al fuoco di quella passione, di cui il primo anello si trova nella lontananza del tempo tra cospirazioni, galere e forche. Il bollettino della Vittoria, che ogni italiano rilegge con animo grato e con commosso cuore, è inciso profondamente in una tavola di diamante e gli evi vi passeranno sopra senza scalfirlo, più forte del tempo che tutto travolge e distrugge. Essa reca a piè il nome di Diaz e questo apparirà alle genti lontane circonfuso di gloria, come quello di un nume, cui è indissolubilmente legata la storia e il fato di un gran Popolo” ( Giovanni Favoino di Giura, su Il Vittoriale, N.3 – Anno IV, New York, marzo 1928).

Contenuti

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COMANDO SUPREMO
LA GUERRA CONTRO L'AUSTRIA-UNGHERIA CHE SOTTO L'ALTA GUIDA
DI S.M. IL RE -DUCE SUPREMO- L'ESERCITO ITALIANO
INFERIORE PER NUMERO E PER MEZZI INIZIO' IL XXIV MAGGIO MCMXV
E CON FEDE INCROLLABILE E TENACE VALORE CONDUSSE
ININTERROTTA ED ASPRISSIMA PER QUARANTUN MESI E' VINTA.
LA GIGANTESCA BATTAGLIA INGAGGIATA IL XXIV DELLO SCORSO OTTOBRE
ED ALLA QUALE PRENDEVANO PARTE CINQUANTUNA DIVISIONI ITALIANE
TRE BRITANNICHE DUE FRANCESI UNA CZECO-SLOVACCA
E UN REGIMENTO AMERICANO CONTRO SETTANTATRE DIVISIONI
AUSTRO-UNGARICHE E' FINITA
LA FULMINEA ARDITISSIMA AVANZATA DEL XXIX CORPO D'ARMATA
SU TRENTO SBARRANDO LE VIE DELLA RITIRATA
ALLE ARMATE NEMICHE DEL TRENTINO TRAVOLTE A OCCIDENTE
DALLE TRUPPE DELLA VII ARMATA E AD ORIENTE
DA QUELLI DELLA I VI IV HA DETERMINATO IERI
LO SFACELLO TOTALE DEL FRONTE AVVERSARIO
DAL BRENTA AL TORRE L'IRRESISTIBILE SLANCIO
DELLA XII DELL'VIII DELLA X ARMATA E DELLE DIVISIONI DI CAVALLERIA
RICACCIA SEMPRE PIU' INDIETRO IL NEMICO FUGGENTE
NELLA PIANURA S.A.R. IL DUCA D'AOSTA AVANZA RAPIDAMENTE
ALLA TESTA DELLA INVITTA SUA III ARMATA ANELANTE
DI TORNARE SULLE POSIZIONI DA ESSA GIA' GLORIOSAMENTE
CONQUISTATE CHE MAI AVEVA PERDUTE
L'ESERCITO AUSTRO-UNGARICO E' ANNIENTATO
ESSO HA SUBITO PERDITE GRAVISSIME NELL'ACCANITA RESISTENZA
DEI PRIMI GIORNI DI LOTTA E NELL'INSEGUIMENTO HA PERDUTO
QUANTITA' INGENTISSIME DI MATERIALE DI OGNI SORTA
E PRESSOCHE’ PER INTERO I SUOI MAGAZZINI ED I SUOI DEPOSITI
HA LASCIATO FINORA NELLE NOSTRE MANI CIRCA TRECENTOMILA PRIGIONIERI
CON INTERI STATI MAGGIORI E NON MENO DI CINQUEMILA CANNONI
I RESTI DI QUELLO CHE FU UNO DEI PIU' POTENTI ESERCITI DEL MONDO
RISALGONO IN DISORDINE E SENZA SPERANZA LE VALLI
CHE AVEVANO DISCESO CON ORGOGLIOSA SICUREZZA
DIAZ
IV NOVEMBRE MCMXVIII
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