197125 - Lastra commemorativa a Giovanni Palatucci – Villarosa

A Villarosa, in memoria di Giovanni Palatucci, è stata posta una lastra commemorativa nella piazza a lui intitolata ove sorge anche il monumento ai caduti. Palatucci fu l’ultimo questore di Fiume ucciso a Dachau nel 1945, a soli 36 anni, dopo aver salvato 5.000 ebrei.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Giovanni Palatucci
CAP:
94010
Latitudine:
37.583969152198
Longitudine:
14.172950042138

Informazioni

Luogo di collocazione:
Piazza Giovanni Palatucci in un'area verde
Data di collocazione:
27 gennaio 2012
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Lastra di marmo; targa di vetro
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Villarosa
Notizie e contestualizzazione storica:
La figura di Giovanni Palatucci rappresenta ancora oggi un modello esemplare di sacrificio e altruismo, all'insegna dello spirito di solidarietà e partecipazione alla base del lavoro di poliziotto. Nasce a Montella, in provincia di Avellino, il 31 maggio 1909. Nel 1932, a ventitré anni, si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Torino e nel 1936 si arruola come volontario nel ruolo di Vice Commissario di Pubblica Sicurezza a Genova. Alla fine del 1937 viene trasferito alla Questura di Fiume come responsabile; negli anni successivi avrà incarichi di Commissario e di Questore-reggente dell’ufficio stranieri, ruolo che lo mette a contatto diretto con la dura realtà della condizione degli ebrei. In seguito assume l’incarico di Commissario e di Questore reggente e non si allontana da Fiume neanche quando il Ministero ne dispone, nell’aprile del 1939, il trasferimento a Caserta. Rodolfo Grani, ebreo fiumano che conobbe personalmente Palatucci, lo ricorda come “nobilissimo giovane cattolico” e cita un suo primo grande intervento di salvataggio del marzo 1939. Si trattava di 800 fuggiaschi che dovevano entro poche ore essere consegnati alla Gestapo. Palatucci avvisa tempestivamente Grani, il quale ottiene l’intervento del Vescovo Isidoro Sain che, a sua volta, nasconde temporaneamente i profughi nella vicina località di Abbazia sotto la protezione del Vescovado. È stato calcolato che, distruggendo archivi e procurando documenti falsi, abbia, nel giro di sei anni, salvato dalla deportazione (anche con la collaborazione di uno zio, vescovo della Diocesi di Campagna) almeno cinquemila persone. Il 13 settembre 1944 il funzionario di polizia viene arrestato dal tenente colonnello Kappler delle SS e tradotto nel carcere di Trieste, da cui, il 22 ottobre, è trasferito nel campo di sterminio di Dachau, dove muore il 10 febbraio 1945, pochi giorni prima della Liberazione, a soli 36 anni. Il suo corpo fu gettato in una fossa comune sulla collina di Leitenberg. Il 17 aprile 1955, venne concessa la Medaglia d'Oro alla memoria dall' Unione delle Comunità Israelitiche d’Italia con la seguente motivazione: «Commissario all'Ufficio stranieri della Questura di Fiume, tanto operò in favore degli ebrei e di altri perseguitati, che venne arrestato dai nazisti nel settembre 1944 e deportato in Germania. Le sevizie e le privazioni del campo di sterminio, a Dachau, ne troncarono, alla vigilia della liberazione, la mirabile esistenza. Se al suo nome nello Stato d'Israele sono state dedicate una via e una foresta, gli ebrei d'Italia vogliono anch'essi onorarne il ricordo». Nel 1990 lo Yad Vashem di Gerusalemme lo giudica “Giusto tra le Nazioni” e nel 1995 lo Stato italiano gli attribuisce la Medaglia d'Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: «Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l’arresto e la deportazione. Fedele all’impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l’occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all’arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita.» - Dachau – 10 febbraio 1945. Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma emana un Editto per l'apertura del processo di beatificazione del “Servo di Dio Giovanni Palatucci”, avvenuta il 9 ottobre 2002. Inoltre, in occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio 2000, papa Giovanni Paolo II lo annovera tra i martiri del XX Secolo. Il 13 settembre 2006 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della manifestazione promossa dal Comitato Giovanni Palatucci, per presentare il volume “Bad Times, Good People”, sulla vita dei deportati nel campo di concentramento di San Bartolomeo, ha inviato al Presidente del Comitato, dott. Michele Aiello, un messaggio in cui ricorda la figura del dott. Palatucci, ultimo Questore di Fiume italiana, morto nel campo di sterminio di Dachau, come "esempio eroico di coraggio e solidarietà a tutela del valore più alto proclamato dalla Costituzione repubblicana, la dignità umana. La sua straordinaria lezione di generosità e di altruismo ha contribuito a riscattare il nostro Paese dalla vergogna delle leggi razziali dimostrando come in significative occasioni gli italiani seppero anteporre le ragioni della loro coscienza alla violenza della dittatura. La testimonianza di tutti coloro che hanno vissuto quei drammatici avvenimenti richiama ancor oggi al dovere della memoria, soprattutto nel rapporto con i giovani, affinché si consolidi il rifiuto dell'intolleranza, e dell'odio razziale, e si diffonda il ripudio di ogni forma di intolleranza in favore del rispetto delle diverse identità culturali e religiose dei popoli."


Contenuti

Iscrizioni:
Sulla lastra di marmo:
PIAZZA
GIOVANNI PALATUCCI
MONTELLA 1909 – DACHAU 1945
“GIUSTO TRA LE NAZIONI”
Sulla targa:
GIOVANNI PALATUCCI
“GIUSTO TRA LE NAZIONI”
“MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE”
Funzionario di Polizia, ultimo Questore Reggente di Fiume Italiana, non abbandonò il suo posto e, a sicuro rischio della vita, salvò migliaia di ebrei e di perseguitati dalle leggi razziali naziste e fasciste. Arrestato, processato e condannato a morte, fu deportato a Dachau dove morì il 10 febbraio 1945 a soli 36 anni, vittima delle atrocità perpetrate nel nome della falsa supremazia razziale.
Villarosa li 27 gennaio 2012
Simboli:
Sulla targa a destra è raffigurato lo stemma araldico del Comune di Villarosa, mentre a sinistra è rappresentato il simbolo dell’Associazione onlus Giovanni Palatucci sub lege libertas.

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