Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- strada provinciale via Giuseppe Garibaldi
- CAP:
- 19032
- Latitudine:
- 44.08481440000001
- Longitudine:
- 9.894175300000029
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- muro di pietre eretto appositamente
- Data di collocazione:
- ottobre 1975
- Materiali (Generico):
- Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- lastra in pietra serena collocata in un muro di pietre eretto appositamente per il monumento
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Arcola
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Al primo dilagare della violenza squadrista, vittime di atroci torture furono gli uomini liberi, anche coloro non direttamente coinvolti nella ribellione al nuovo regime, ma incarnazioni dell'ideale di un mondo diverso. Così, l'anarchico Raspolini (Barbantan), di Romito d'Arcola, a 38 anni fu tragicamente seviziato e trascinato, legato con un cavo ad un autocarro, fino al greto del Magra, verso la Ripa di Bottagna, ucciso dunque nella notte tra il 22 e il 23 gennaio 1923 per rappresaglia, immediatamente dopo la morte di Giovanni Lubrano, capo della "Martoriata", temibile squadra fascista spezzina. Raspolini fu stroncato così efferatamente senza altro motivo apparente: il suo nome compariva in una scheda conservata al Fondo Sovversivi della Questura, ma non risulta implicato in manifestazioni e azioni degli anni precedenti. Permane dunque il dubbio atroce di un'ennesima morte innocente decisa arbitrariamente dal fascismo.
Parenti di Raspolini, convinti sostenitori dei suoi stessi ideali, dovettero emigrare clandestinamente in Francia, per sottrarsi alle violenze degli “italianissimi” contro gli anarchici. Il figlio Doro proseguì la tradizione di famiglia, profondamente mosso dal martirio paterno (all’epoca dei fatti aveva solo 14 anni), che aveva giurato di vendicare.
Il 15 agosto 1931 il Comitato pro vittime politiche di Parigi scrive su «L’Adunata dei refrattari»: “Doro Raspollini, anima nobile e generosa, tempra d’acciaio, è figlio degno del padre Dante Raspollini, barbaramente trucidato nella notte della strage di Sarzana con 17 rivolverate e 21 colpi di pugnale, dopo essere stato trascinato dietro un’automobile per parecchi chilometri. Il martirio paterno commosse profondamente Doro, che aveva allora appena 14 anni. Giurò di vendicarsi. Poco dopo si vide mancare la madre adorata, morta di crepacuore. Nel dolore, il suo spirito si fece adulto. Il 2 aprile scorso, impugnata la rivoltella, Doro Raspollini sparò sei colpi all’industriale De Biasi, responsabile maggiore dell’assassinio di suo padre, uccidendolo. Finché di sotto il giogo delle camicie nere balzeranno fieri e decisi, giovani della tempra di Doro Raspollini, l’anarchia non morrà. La storia inscriverà il suo nome accanto a quelli di Gino Lucetti, di Michele Schirru, di Anteo Zamboni, alla generazione dei quali appartiene. Ora egli è caduto nelle mani dei carnefici e a noi incombe di vegliare sulla sua esistenza. Per Doro Raspollini, per i suoi cari che soffrono in piedi!”.
Ancora detenuto nelle carceri di Sarzana, il figlio morirà il 24 agosto, “in conseguenza delle sofferenze e torture inflittegli dai fascisti”.
Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Rievocazione dei fatti di Sarzana, «L’Unità», n. 173, 28 lug. 1925; Il processo per i fatti di Sarzana alla Corte d’Assise di Genova. L’interrogatorio degli imputati, ivi, n. 239, 14 ott. 1925; Il Comitato P.V. P. d’Italia, Jean Bucco, Doro Raspollini, «L'Adunata dei refrattari», n. 30, 15 ago. 1931, Doro Raspolini, «Il Risvelgio», n. 829, 28 ago. 1931; Doro Raspolini, ivi, n. 831, 19 set. 1931.
Contenuti
- Iscrizioni:
- A RICORDO
DI
PAOLO RASPOLINI FIORAVANTI
ANARCHICO INTERNAZIONALISTA
ASSERTORE DI VERE SOLIDARIETÀ
ALFIERE DEL LIBERO PENSIERO
CHE NEL GENNAIO DEL VENTITRE'
SUBÌ DA SQUADRACCIA FASCISTA
ATROCI BARBARE TORTURE
VENNE TRASCINATO DA PITELLI ALLA RIPA
ABBANDONATO MORENTE SUL GRETO DEL MAGRA
ESEMPIO DI ASSOLUTA FEDELTÀ
AGLI IDEALI DEMOCRATICI
E ALLA LOTTA ANTIFASCISTA
NOBILE PRECURSORE
DELLA GRANDE EROICA RESISTENZA.
ARCOLA, OTTOBRE 1975
NEL XXX ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Il nome riportato sulla targa (Paolo Raspolini Fioravanti) è errato: Fioravante (secondo una tradizione anche anarchica) – e non Fioravanti – risulta infatti essere il nome – e non il cognome – del dedicatario del monumento.