153935 - Lastra in memoria dei Caduti della Seconda Guerra Mondiale – Chiuduno

Lapide commemorativa dei Caduti nella Seconda Guerra mondiale è posta sulla parete laterale dell’edificio sede della locale Associazione Ex Combattenti e Gruppo Alpini.

 

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Rili n. 10
CAP:
24060
Latitudine:
45.651607
Longitudine:
9.849924

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna della sede Associazione Ex Combattenti e Gruppo Alpini.
Data di collocazione:
9 novembre 2003
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
La lastra è in marmo di Carrara; le lettere del titolo sono in ottone, mentre sono incise e smaltate le lettere dei nomi dei caduti; i rami di ulivo sono bronzei.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
La lastra è stata collocata il 9 Novembre 2003 in ricordo dei caduti della guerra degli anni 1940/1945.

Ad aprire l'appello dei caduti è il nome di Mario Belotti, cittadino chiudunese degno di nota.
In breve, la sua storia. Nato nel 1920 da famiglia chiudunese trasferitasi in provincia di Verona, cresce e frequenta gli studi inferiori e superiori tra le province di Verona e Bergamo, dove la famiglia torna a metà degli anni Trenta. Inizia a lavorare alla Dalmine nel 1939, ma per poco: infatti, scoppiata la Seconda Guerra mondiale, Belotti viene chiamato a frequentare il Corso Ufficiali a Bassano del Grappa nella Divisione Julia, IX Reggimento Alpini, Battaglione L’Aquila, Compagnia Comando, dove gli viene conferito il Grado di Sottotenente. Nell’ottobre del 1940 viene chiamato alle armi e inviato, con la Julia, in Grecia, dove rimarrà per più di un anno. Terminata l’infelice campagna sui monti della Grecia, dopo appena una settimana di congedo, nell’estate del 1942, sempre con la sua Divisione Julia, fu inviato con l’Armata Italiana (ARMIR) in Russia, per condividere la linea di fronte con le Divisioni Cuneense e Tridentina. Qui vennero costruite trincee e piazzole per l’artiglieria in tutta fretta perchè, pur essendo solo a fine ottobre, il freddo era già pungente e soprattutto durante la notte non si dormiva a sufficienza. Intorno al Natale del 1942 i nostri Alpini, con un equipaggiamento assolutamente insufficiente ed inadatto per una guerra condotta su vaste pianure, si trovano ad affrontare i primi veri tentativi di sfondamento da parte delle truppe russe.
E’ intorno a questa prima fase di combattimenti in cui si colloca l’episodio di valore meritevole della Medaglia di Bronzo, così come recita il documento del Ministero della Difesa: “Ufficiale addetto ai collegamenti del settore durante undici giorni di furiosi combattimenti, ristabiliva di persona i collegamenti interrotti sostituendosi al personale specializzato, noncurante del continuo pericolo. In situazione particolarmente difficile, con il suo intervento riuscì a chiamare sul campo di battaglia un reparto di un altro battaglione di transito, il quale decideva del successo delle nostre armi”, 18-30 dicembre 1942.
All’inizio di gennaio del 1943, però, i Russi, con ingenti forze di fanteria supportate da centinaia di carri armati, riescono a sfondare il nostro schieramento da entrambi i lati, destro e sinistro. Ha inizio, così, la tragica ritirata sulla pianura russa coperta di neve, che costò alle nostre truppe morti, feriti, congelati e dispersi. Erano partiti in circa 57.000 Alpini; ne tornarono non più di 10.000/12.000, in condizioni fisiche e psichiche paurose.
Un telegramma dal Ministero della Difesa aveva comunicato alla famiglia Belotti che il proprio caro era dato per disperso. Solo nel 1955, dodici anni dopo i tragici accadimenti, la madre di Mario Belotti viene invitata a Bergamo dal Distretto Militare e qui le viene comunicato per il figlio disperso il conferimento della Medaglia d’Argento al Valor Militare e della Croce al Merito di Guerra con le seguenti motivazioni: “Comandante di Plotone di retroguardia, accerchiato durante un duro ripiegamento, decideva di aprirsi la strada all’armata bianca e con un audace assalto riusciva a portare in salvo parte dei dipendenti. Successivamente, per dare tempo ai suoi alpini di svincolarsi completamente, con pochi animosi teneva a bada il soverchiante avversario, fino a quando, sommerso, non scompariva nella mischia ”, 21 gennaio 1943.
Dal documento risulta che sarebbero bastati ancora pochi giorni di ritirata per poter forse rientrare in Patria con i superstiti della Tridentina, e non solo. A fronte di tutto questo vi sono le testimonianze di alcuni commilitoni che hanno espressamente dichiarato di dover la propria salvezza al coraggio del Tenente Belotti.
Ad oggi a lui è dedicata la locale sezione dell’U.N.I.R.R. e la sala del Direttivo A.N.A. di Chiuduno.


Bibliografia: Ottantesimo di Fondazione 1934-2014, a cura di L. Pulcini - A. Signorelli, Associazione Nazionale Alpini, Sezione di Bergamo, Gruppo di Chiuduno.

Contenuti

Iscrizioni:
CADUTI
1940-1945

S.T. BELOTTI MARIO MED. ARGENTO
BARCELLA DANIELE
BELOTTI CLEMENTE
BELOTTI ULISSE
BERTONCHINI GIOVANNI
FINAZZI ERNESTO
FINAZZI VENERIO
GALIMBERTI LUIGI
GARLASCHI DIONISIO
LOCATELLI MARIO
MAZZOLA LUIGINO
MORONI ALESSIO
NEMBRINI CANDIDO
SIGNORELLI CRISTOFORO
VALLI LUCIO
VALLI LUIGI
BELOTTI ANNIBALE
BELUSSI FRANCESCO
BORALI GIACOMO
CARMINATI GIOVANNI
CLIVATI LEONE
CONSONNI CARLO
CORSINI MARIO
FIBBIATI ORESTE
FINAZZI ALESSANDRO
FINAZZI FEDERICO
FINAZZI LORENZO
FINAZZI PIETRO
FINAZZI SILVANO
LOCATELLI FRANCESCO
LUBRINA ANGELO
MORONI EMILIO
NEMBRINI ANGELO
NEMBRINI PIETRO
ROSSI LUIGI
ROVETTA GINO
ROVETTA GIOVANNI
SALOMONI GIACOMO

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
9-11-2003
Simboli:
Sulla lastra in alto vi sono due rami di ulivo intrecciati e uniti da un fiocco rappresentanti un simbolo di pace contro la guerra in cui sono morti i caduti.
L'ulivo è l'albero biblico per eccellenza, che da secoli continua ad essere segno di pace e di concordia tra gli uomini e tra gli uomini e Dio; è legato alle personificazioni della Mansuetudine, della Misericordia, della Pace e dell’Unione Civile.

Altro

Osservazioni personali:
Censimento a cura di Sofia Manenti, allieva della classe 4DLSA a.s. 2018/19.

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