155271 - Lastra in memoria dei prigionieri dei nazifascisti nel Collegio di Palazzo Baroni – Bergamo

La lastra è sulla facciata di Palazzo Baroni oggi sede dell’Università degli Studi di Bergamo dopo essere stata sede del Convitto dell’Istituto Tecnico Industriale Pietro Paleocapa fino al 2002. L’Associazione dei Perseguitati Politici Italiani Antifascisti ha voluto così ricordare le vittime degli anni dell’occupazione nazifascista quando il collegio venne trasformato, dal 1943 al 1945, in carcere politico.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Pignolo, 123
CAP:
24121
Latitudine:
45.70325663129207
Longitudine:
9.672600618191382

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato Strada
Data di collocazione:
27 maggio 1962
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo con lettere incise e smaltate.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Associazione Perseguitati Politici Italiani Antifascisti
Notizie e contestualizzazione storica:
Il Collegio Baroni nasce nel 1893 e prende il nome dal suo fondatore, il prof. Angelo Baroni di Clusone, che annette al complesso una scuola elementare. La funzione principale del collegio era quella di ospitare studenti iscritti nelle numerose scuole cittadine e studenti fuorisede, provenienti sia dalla provincia bergamasca sia da altre regioni, che frequentavano la sezione Industriale e la Scuola biennale di capi operai del Regio Istituto Tecnico Industriale "Pietro Paleocapa" nato nel 1885. La proprietà del Collegio passa dal 1918 al Regio Istituto che fa fronte all’aumento del numero degli iscritti offrendo, così, la possibilità agli studenti della Scuola Industriale di essere ospitati in un istituto ben attrezzato e sicuro. Negli anni seguenti la struttura originaria viene più volte ampliata e modificata; il nuovo convitto si ispira al modello di pensionato del Collegio Ghisleri di Pavia, che aveva come scopo quello di favorire la vita in comune degli allievi della stessa età. Negli anni 1943-1945 il Collegio viene occupato dai nazisti e traformato in un carcere politico dove gli antifascisti vengono interrogati e sottoposti a violente torture. Alla fine della guerra il Collegio viene ripristinato; i locali, lasciati in pessime condizioni, sono rinnovati a partire dal 1950. Nel 2002 il complesso dell'edificio viene acquistato dalla Provincia che lo destina a sede dell'Università degli Studi di Bergamo.







Bibliografia:
Mario Pelliccioli (a cura di), Pietre Vive. Monumenti e Lapidi della Resistenza bergamasca, Sestante Edizioni, Bergamo, 2015.
A. Prato Gualteroni - A. Roncelli (a cura di), Bergamo. Tempi e luoghi della sua storia incisi nella pietra, Edizione Grafica e Arte Bergamo, Bergamo, 1989.

Sitografia:
La città nascosta, breve storia di via Pignolo 123
http://www.lascatoladelleidee.it/la-citta-nascosta-breve-storia-di-via-pignolo-123/


Contenuti

Iscrizioni:
IN QUESTO CONVITTO
VIOLENTEMENTE OCCUPATO
NEGLI ANNI 1943 - 1945
LA POLIZIA NAZISTA
INFIERI' CON FURIA SELVAGGIA
SUI NOSTRI FRATELLI MIGLIORI
LA LIBERTA' GERMOGLIO'
IN VIRTU' DEL LORO SACRIFICIO

27-5-1962 A CURA DELL'ASSOCIAZIONE
PERSEGUITATI POLITICI ITALIANI ANTIFASCISTI
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Censimento a cura di Simone Emanuele, allievo della classe 4DLSA a.s. 2018/2019.

Gallery