204357 - Lastra in memoria dell’inizio della Resistenza – Poggio Bustone (RI)

Lastra in memoria dell’inizio degli scontri tra fascisti e partigiani durante la seconda guerra mondiale. Un’altra lastra gemella in via Roma ricorda la fine della Resistenza.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza S. Felice
CAP:
02018
Latitudine:
42.502044586068
Longitudine:
12.888682733417

Informazioni

Luogo di collocazione:
Posizionata sulla cinta delle mura che circondano al loro interno la chiesa di S. Giacomo.
Data di collocazione:
12 Marzo 1994
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Poggio Bustone
Notizie e contestualizzazione storica:
Nel '44 c'era la milizia fascista con un presidio ai piani del paese e un altro sopra alla torre, dove piazzarono una mitragliatrice Breda Mod.37. Nel frattempo i primi moti partigiani nel paese si svilupparono come risposta ai soprusi di soldati che, per l'appunto, avevano ucciso a sangue freddo una giovane poiché si era rifiutata di dare a dei criminali le sue scorte di cibo, Subito dopo fu la volta di due gemelli nei filari di vigne del paese: di loro due ne rimase vivo solo uno per un gioco puramente barbaro e omicida. Dentro il paese invece una ragazza venne ferita con uno sparo: non morì dissanguata ma di tetano poco dopo, così si celebrarono insieme i funerali di questi tre ragazzi il 12 di Marzo. Il clima di tensione era fortissimo: si cercavano i partigiani in lungo e in largo per tutto il paese: si arrivava perfino a distruggere i pagliericci delle persone, entrando violentemente dentro le loro case, e a rivoltare le loro case come fossero calzini. Contemporaneamente, per sbarazzarsi completamente della feccia partigiana, si optò nel presidio di dare a fuoco tutto il paese. Provvidenzialmente però, una giovane insegnante al liceo di Rieti, sapendo parlare il tedesco, capì i piani dei Tedeschi e si attivò per far spargere la notizia. In questo modo tutti gli abitanti sfollarono sulla montagna e non ci furono vittime per l'incendio, che comunque distrusse tutto il paese dalle fondamenta. Per la precisione, gli abitanti si rifugiarono alcuni al santuario francescano, situato esternamente rispetto al paese, oppure trovarono spazio su "A le prata", secondo un'espressione dialettale, cioè su nei pascoli, nei prati: si parla quindi delle pianure in cima o sui fianchi del monte Rosato, dove la minaccia fascista e tedesca non poteva raggiungerli.

Contenuti

Iscrizioni:
CINQUANTENNALE DELLA LOTTA DI RESISTENZA
10 MARZO 1944
10 MARZO 1994
IN QUESTO LUOGO EBBE INIZIO LO SCONTRO
ARMATO FRA LE FORMAZIONI
PARTIGIANE E L'INVASORE FASCISTA.
12 MARZO 1944 AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Interrogando gli abitanti del paese, è stato facile notare come in realtà chi avesse l'età per ricordare gli scontri armati non vedesse di buon occhio questa lapide, dal momento che accanto ad essa è presente la "Statua del Carosino", ossia un riconoscimento al paese, il quale perde di senso in quel luogo specifico. Di conseguenza, alcuni intervistati avevano altresì proposto al comune di togliere di lì la statua e di posizionare al suo posto un monumento per la salvatrice del paese, che aveva dialogato con le truppe tedesche, salvando tutti gli abitanti dall'incendio da lei conclamato. Così facendo, la lapide insieme alla statua avrebbero dato un'aria più solenne a quel posto; ad oggi, in data venerdì 25 Marzo non sono stati presi provvedimenti a tale scopo e molto probabilmente non saranno mai presi. "Questi grandissimi ignoranti hanno fatto il monumento al Carosino, ma li mortacci, ma fate il monumento a questa signora, no al Carosino!" afferma un concittadino che abita nei pressi di quella zona. ( Si intenda con "Signora", la giovane insegnante che avrebbe salvato tutte le persone nel paese avvisandoli del fatto che a breve i Tedeschi del presidio a S. Pietro avrebbero di lì a poco dato fuoco a tutto il paese.)

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