118213 - Lastra in memoria di Antonio Gambacorti Passerini

La lastra commemorativa in marmo bianco dedicata ad Antonio Gambacorti Passerini.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Gambacorti Passerini
CAP:
20900
Latitudine:
45.582479
Longitudine:
9.272766

Informazioni

Luogo di collocazione:
A lato strada , sulla facciata della casa in cui abitò Antonio Gambacorti Passerini.
Data di collocazione:
12/7/1984
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
La lastra è realizzata in marmo bianco con scritte in colore scuro.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Monza.
Notizie e contestualizzazione storica:
Nato a Monza il 14 giugno 1903, fucilato a Cibeno (Modena) il 12 luglio 1944, dottore commercialista.

È uno dei sessantasette "Martiri di Fossoli", fucilati dai tedeschi per rappresaglia, dopo un attacco della Resistenza che (non si seppe mai con certezza se avvenuto a Genova o a Verona), aveva coinvolto alcuni soldati della Wehrmacht. Gambacorti Passerini, di idee socialiste, durante la guerra conduceva, a Monza, un piccolo negozio di cartoleria. Era entrato a far parte del Corpo Volontari della Libertà e, caduto nelle mani dei fascisti, dopo un breve periodo di carcere era stato trasferito nel campo di concentramento di Fossoli. Qui, nel luglio del '44, era stato fucilato (con lui erano altri cinque monzesi), nel poligono di tiro di Cibeno. I corpi dei 67 martiri erano stati poi sepolti in fosse comuni, scavate in un campo presso Carpi, sul quale i tedeschi vollero fosse seminato grano. Per questo, dopo la Liberazione, fu molto laborioso ritrovare le salme, riesumarle e identificarle. Quelle dei sei monzesi furono, nel mese di maggio del '45, trasferite nel capoluogo brianzolo e sepolte nel Campo della Gloria del Cimitero Maggiore. Ad Antonio Gambacorti Passerini è stata intitolata una piazza di Monza ed una lapide è stata apposta sulla casa dove visse. Di lui e degli altri Martiri si dice nel libro Monza nella Resistenza.

La casa che porta la lapide in questione è quella dove visse Antonio Gambacorti Passerini, nato nel 1903, dottore commercialista che a quel tempo conduceva a Monza una piccola cartoleria. Di idee socialiste, da sempre era stato ostile al fascismo, tanto da far parte di un piccolo gruppo autonominatosi "Fronte di azione antifascista" che già dal 1942 stampava un foglio clandestino intitolato "Pace e libertà",
Fu uno dei primi a cercare di organizzare una forma di guida della città dopo la caduta del regime e la resistenza dopo l'armistizio.
Arrestato dai fascisti che ben conoscevano la sua posizione politica, fu inviato, dopo un breve periodo di carcerazione, al campo di transito di Fossoli, vicino a Carpi in Emilia Romagna, dove sostavano i prigionieri e gli ebrei prima di essere inviati nei campi di concentramento in Germania.
Dopo l'arrivo della linea del fronte, Fossoli fu abbandonato ai primi di Agosto del "44 e le sue funzioni furono poi svolte dal campo di Bolzano.
Circa un mese prima, però, si era consumato uno dei massacri più vili e più noti ai danni di ben 67 detenuti del lager. Le cause della rappresaglia non furono mai chiaramente scoperte, si parla di un agguato che costò la vita a 7 soldati tedeschi a Genova e di un altro teso a Verona.
Ciò che rimane è il fatto: il 12 luglio un folto gruppo di condannati fu portato al poligono di tiro Cileno, in provincia di Modena, e trucidato; il nome di "Martiri di Fossoli" , che molte città italiane hanno dedicato a strade e piazze, è il loro.
Fra i sessantasette prescelti per la fucilazione vi fu anche Antonio Gambacorti Passerini, insieme ad altri sette brianzoli. Enrico Arosio, Davide Guarenti, Ernesto Messa e Carlo Prina di Monza; Francesco Caglio di Arcore; Luigi Luraghi di Besana Brianza e Alfonso Cocquio di Olgiate Molgora.

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