257946 - Lastra in memoria di Brenno Cavallari – Milano

Lastra in marmo rosato, probabilmente di Candoglia, privo di venature, di dimensioni approssimative cm. 70×40, fissata ad una altezza di circa 2,5 metri, mediante quattro zanche metalliche inserite nella parete dello stabile.

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Città Studi
Indirizzo:
Via Gaspare Aselli, 28
CAP:
20133
Latitudine:
45.4719521
Longitudine:
9.2302919

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna dello stabile dove abitò.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Informazione non reperita
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
A.N.P.I.
Notizie e contestualizzazione storica:

Brenno Cavallari
nacque il 12 agosto 1893 a Monteverde, in provincia di Avellino.
Si trasferì a Milano nei primi anni del Novecento e poco da più che diciassettenne fino alla chiamata alle armi, fu segretario provinciale dei Fasci giovanili socialisti.
Nel 1919, dopo il congedo da sotto tenente di fanteria, fu direttore delle Cooperative socialiste di consumo di Magenta. Successivamente venne eletto consigliere comunale e poi vice sindaco della stessa città.
Nel 1924 Brenno Cavallari cessò questa attività, a causa della crescente violenza della repressione facista e tornò a Milano dove svolse le sue attività fra cui una agenzia di servizi ed una tipografia in Corso Garibaldi (a Milano) che stampò anche il giornale “La voce dell'Adda” col sottotitolo “organo antifascista del lodigiano” e che tramite corriere era consegnato all’albergo ristorante “Isola Caprera”, gestito dal comunista Celestino Trabattoni.
Nel giornale collaborarono i Meani (i promotori) Edoardo Meazzi, Giovanni Cesari, Franco Salvatori, Vittorio Bottini, Trabattoni.
Nel 1944 aderì al Partito d’Azione diventando tenente colonnello del Corpo Volontari della Libertà.
Il 16 marzo 1944 fu arrestato, per attività antifascista ed incarcerato a San Vittore in attesa del trasferimento a Fossoli, in provincia di Modena.

Con l'arresto di Cavallari e l'interruzione dell'attività tipografica, il giornale “La voce dell'Adda” non fu più stampato fino all'agosto 1944 con l’uscita del quarto numero, stampato dalla tipografia Dell’Avo di Lodi, grazie alla collaborazione del tipografo Vittorio Grassi, ma dopo il suo arresto il giornale cessò definitivamente la pubblicazione.

Il 12 luglio 1944 Brenno Cavallari fu fatto alloggiare in una baracca con altri 70 internati politici, in attesa di essere deportati in Germania. Al mattino (ore 4:00) furono fatti uscire dalla baracca, ad eccezione di Teresio Olivelli che durante la notte riuscì a fuggire, ma successivamente catturato, morì nel campo di Hersbruck, nel gennaio del 1945.
Il seguito è tristemente noto e comune ai 69 condannati che in tre gruppi furono inviati al poligono di tiro di Cibeno (in provincia di Modena), dove letta la loro la sentenza di condanna a morte per rappresaglia, a seguito di un attentato avvenuto a Genova.
A due a due ai prigionieri dopo un colpo sparato alla nuca, caddero in una fossa comune sul cui bordo erano stati fatti inginocchiare.
Nella fossa si contarono 67 vittime, dato che due di essi (Mario Fasoli ed Eugenio Jemina) fuggirono salvandosi con l'aiuto dei contadini.
Brenno Cavallari, ucciso a 51 anni, fu riconosciuto dalla moglie e dal nipote.
Egli è ricordato nel:
  • Memoriale ai Caduti – Idroscalo - Milano
  • Loggia dei Mercanti, ai Caduti per la Libertà – Milano
  • Campo della Gloria (campo 64) – Cimitero Maggiore – Milano dove riposa presso il cippo 202 (vedi galleria)

  • A Brenno Cavallari è intitolata una stada centrale di Magenta
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    QUI VISSE
    IL TEN. COL. BRENNO CAVALLARI
    DEL CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTÁ
    STRENUO DIFENSORE
    DEGLI IDEALI DI GIUSTIZIA E LIBERTÁ
    CORONÓ
    COL CONSAPEVOLE SACRIFICIO SUPREMO
    UNA VITA EROICA
    MONTEVERDE 12 - 8 - 1893
    FOSSOLI 12 - 7- 1944

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    Con l'eccezione dell'incrocio con via Fornaroli, la via che a Magenta è stata intitolata a Brenno Cavallari, non presenta alcun altro riferimento alla persona a cui è dedicata e nemmeno altre abituali indicazioni stradali all'inizio ed alla fine della strada.

    Gallery