Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- corso di Porta Vittoria, 17
- CAP:
- 20122
- Latitudine:
- 45.4624652
- Longitudine:
- 9.1995112
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete esterna dello stabile dove abitarono
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Travertino
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
-
Bruno e di Adolfo Vigorelli erano figli della signora Diana e di Ezio Vigorelli, un noto avvocato socialista che dopo l'armistizio dell'8 settembre, essendo membro della Giunta provvisoria di governo della Repubblica partigiana dell’Ossola e ricercato dalla polizia fascista, lasciò Milano per fuggire in Svizzera.
I suoi figli, anch'essi di idee democratiche, ben noti ai fascisti, lo seguirono.
Dopo aver conosciuto a Lugano Dionigi Superti, comandante della Divisione partigiana 'Valdossola', lo seguirono e tornarono in Italia per riprendere la lotta.
Entrambi caddero in Val Grande in occasione di un conflitto a fuoco che seguì il rastrellamento nazifascista del 20 giugno 1944.
- Bruno Vigorelli nacque il 26 ottobre 1920 a Milano.
Morì il 20 giugno 1944, cadendo in un burrone in Val Vigezzo, nel tentativo di soccorrere un compagno di battaglia che vi era già caduto.
A Bruno Vigorelli fu conferita la Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
- Adolfo Vigorelli nacque il 26 ottobre 1921 a Milano.
Entrò col fratello nella divisione Valdossola, con nome di battaglia 'Fofi'.
Nel giugno del 1944, una vastissima operazione di rastrellamento dei nazifascisti nel Verbano in Cannobina e ad occidente dell’Ossola, Fofi e la sua compagnia furono raggiunti da un reparto di tedeschi che attraversava la Valgrande.
Dopo l'aspra battaglia riuscì a sfuggire con pochi altri compagni, ma non prima di aver recuperato il corpo di suo fratello Bruno caduto in un burrone.
Adolfo ed il suo reparto si rifugiarono in una baita verso l’Alpe Casarola (in Val Grande di Intra), ma il 22 giugno i tedeschi li raggiunsero ed ingaggiarono una lunga battaglia coi partigiani, finché per l'esaurimento delle munizioni dovettero arrendersi, ma nonostante la resa i tedeschi decisero comunque di fucilarli sul posto.
Il pastorello di 12 anni Silverio Dinetti giunse all’alpeggio poco dopo la carneficina, udì tra i cadaveri un partigiano agonizzante chiedergli di richiamare i tedeschi per avere il colpo di grazia.
Richiamati dal ragazzino, i tedeschi non si fecero pregare e posero fine alla vita dell'unico sopravvissuto.
Non paghi d'aver ucciso i partigiani, i tedeschi uccisero anche l'alpigiano che teneva la baita ed anche suo fratello che lo aveva raggiunto dopo aver udito gli spari.
Dopo la Liberazione, l’Università Cattolica di Milano conferì alla memoria di Adolfo Vigorelli, la laurea honoris causa in Giurisprudenza.
Gli fu conferita anche la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione:
«Giovane ufficiale di complemento, combatteva subito dopo l’armistizio in Milano. Individuato dalla polizia nazifascista riparava in Svizzera ma presto, insofferente di inazione, rientrava col fratello in Patria, in zona occupata dal nemico mentre si stava svolgendo un duro rastrellamento. Partecipava alla guerra partigiana distinguendosi in numerose e rischiose azioni per alto ardimento, sprezzo del pericolo e capacità di comando. In dieci giorni di aspra peregrinazione in zone impervie, prodigava instancabilmente il suo inesauribile entusiasmo ad animare i compagni come lui sfiniti dai combattimenti e dalle privazioni. Nel corso di un duro combattimento sostenuto in tragiche condizioni, sfuggito con pochi animosi all’accerchiamento nemico, si portava in aiuto del fratello precipitato in un burrone, e dopo averne pietosamente composto la salma, vincendo lo strazio del suo animo, riprendeva la marcia. Sorpreso dall’avversario, con i propri uomini stremati di forze e privi di munizioni, vista vana ogni ulteriore resistenza, piuttosto che arrendersi si faceva incontro al nemico affrontando da prode morte sicura. Caduto ferito, incitava i compagni alla lotta ed esalava l’ultimo respiro sotto nuovi colpi dell’avversario. Nobile esempio di ardimento e di elevato spirito patriottico.»
Val Grande - Ossola, 22 giugno 1944
Così morirono Bruno ed Adolfo Vigorelli, rispettivamente di 24 e 23 anni.
Questa lastra commemora i due giovani partigiani nel luogo dove nacquero e vissero coi genitori, mentre la lapide in via Ponzio 17, li ricorda nel luogo dove abitarono successivamente.
Oltre che da questa lastra, Adolfo e Bruno Vigorelli sono ricordati anche da:
- lastra a Portofino (Genova)
- Lapide in memoria di Bruno e Adolfo Vigorelli - via Ponzio 18, Milano
- Loggia dei Mercanti - Milano
- Campo della Gloria (campo 64 Cimitero Maggiore - Milano
- Memoriale ai partigiani di Novara
- Lastra ai Caduti zona città studi - Milano/
FONTI:
- A.N.P.I Verbania: Bruno e Fofi Vigorelli
- TripAdvisor: Bruno e Fofi Vigorelli
- TWBiblio: 20 giugno 1944
- Insubria Historica: Rastrellamento Val Grande
- Repubblica dell'Ossola: Ezio Vigorelli
APPROFONDIMENTI:
- Wikipedia: Armistizio 8 settembre 1943
- A.N.P.I. : Dionigi Superti
- ISRN: Divisione partigiana Valdossola
- Wikipedia: Rastrellamento della Val Grande
- Approfondimenti sulla ValGrande in: Stele ai martiri di Cicogna - Cossogno (VB)
- Wikipedia: Repubblica partigiana dell'Ossola
- Wikipedia: Ezio Vigorelli
- GolgiRadaelli: Ezio Vigorelli
- Bruno Vigorelli nacque il 26 ottobre 1920 a Milano.
Contenuti
- Iscrizioni:
BRUNO E FOFI
VIGORELLI
PARTIGIANI DEL
L'OSSOLA MARTI
RI DELLA LIBERTA'
QUI ADOLESCENTI
IN TEMPO SERVILE
VOLSERO L'ANIMO
ALLA RIBELLIONE
VIII-X-MCMXX XXVI-X-MCMXXI
XX-VI-MCMXLIV XXII-VI- MCMXLIV
LE FORMAZIONI MATTEOTTI
INCISERO - XX-VI-MCMXLVI
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
La città di Novara
merita un grande ringraziamento per aver accolto come "SUOI PARTIGIANI" anche i numerosissimi caduti che provennero da altre località.
In quel tremendo periodo in molti accorsero in Val d'Ossola, in Valle Anzasca, in Val Grande ed in molte altre località prese d'assalto dai tremendi "Rastrellamenti del 1944" operati dai nazifascisti.
Molti accorsero richiamati dal sentimento patriottico che non poteva soggiacere alla prepotenza nazifascista, ed in molti lo fecero per non accettare il richiamo alla leva imposto della RSI.
Essi si organizzarono in numerosi gruppi partigiani che difesero quelle terre combattendo e morendovi.
Provenivano da un po' tutto il nord Italia, ma il maggior numero dalla Lombardia ed in particolare da Milano, sottoposta ad un pesante attacco dei nazifascisti.
Dopo la Liberazione i corpi dei caduti, furono in gran parte trasferiti ai rispettivi comuni di residenza, altri invece giacciono ancora sui monti, alcuni senza un segno, in punti non noti.
Ma tutti o quasi i caduti novaresi e non, sono elencati sulle lastre del grande Memoriale di Novara che li unisce definendoli amorevolmente e senza distinzione "SUOI PARTIGIANI".
La Val Grande, molte altre località e vaste aree che al tempo dei fatti erano in provincia di Novara, in seguito alla sua nascita sono passate in provincia di Verbania-Cusio-Ossola (VB).