207140 - Lastra in memoria di Mariano Buratti – Viterbo

Lastra in  memoria di Mariano Buratti, professore di filosofia e storia torturato e ucciso dai nazifascisti a Roma, nel 1944.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Tommaso Carletti, 8, 01100 Viterbo (VT).
CAP:
01100
Latitudine:
42.4141309
Longitudine:
12.1082982

Informazioni

Luogo di collocazione:
La lastra è situata nel colonnato d’ingresso del Liceo Mariano Buratti.
Data di collocazione:
31 Gennaio 1964
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Mariano Buratti (1902-1944) è stato un insegnante, partigiano e militare italiano. Durante la sua carriera di sottobrigadiere nella Guardia di Finanza, si dedicò al mestiere di insegnate alle scuole elementari e successivamente ottenne la cattedra di storia e filosofia presso il liceo di Viterbo “Umberto I”. Nel 1936, a seguito di gravi lutti familiari, fu costretto ad arruolarsi nell’esercito e a partecipare alla guerra d’Africa. Al suo ritorno, nel 1937, Buratti riprese il mestiere di insegnante e proseguì gli studi. Nel frattempo venne influenzato dalle lezioni del professore di filosofia Guido De Ruggiero che lo convinse ad entrare nel Partito d’Azione.
Buratti iniziò quindi a partecipare attivamente alla lotta della Resistenza formando una banda partigiana, chiamata “Banda Buratti”, la quale operava sui monti cimini. Il gruppo era costituito da suoi allievi di scuola ex militari.
Il 13 dicembre del 1943, tornando da Roma e dirigendosi verso Viterbo, Mariano Buratti venne catturato dai nazifascisti sul piazzale di Ponte Milvio. Venne condotto inizialmente al carcere di Regina Coeli con l’accusa di porto abusivo d’armi. Successivamente venne trasferito alla caserma di via Tasso, sede della Polizia di sicurezza tedesca, luogo dove è stato costretto a lunghi interrogatori e brutali torture al fine di far confessare informazioni sulla Resistenza locale e le azioni dei partigiani nella Tuscia. Non avendo fornito alcun tipo di testimonianza, Buratti e i suoi compagni di detenzione lasciarono via Tasso e vennero condotti nuovamente a Regina Coeli per una breve sosta, e subito dopo a Forte Bravetta, luogo in cui vennero fucilati il 31 gennaio del 1944.
Il Liceo “Umberto I” di Viterbo, il 31 gennaio del 1964, in occasione del ventesimo anniversario dalla sua morte, prese il nome del professore Mariano Buratti per omaggiarlo del suo contributo alla lotta antifascista.

Contenuti

Iscrizioni:
“SOLCATI ANCORA DAL FULMINE PUR L’AVVENIA SIAM NOI…”
CARDUCCI

QUI LIBERO NELLO SPIRITO
OPPRESSO NELL’AZIONE
MARIANO BURATTI
PROFESSORE DI STORIA E FILOSOFIA
PROFUSE IL SUO SAPERE
IN ISPREGIO ALLE PAURE
CONTRO LE TIRANNIE
TORTURATO E UCCISO DAI NAZIFASCISTI
VIVE PER SEMPRE E FULGIDO
IL SUO PENSIERO
ROMA, FORTE BRAVETTA 31 GENNAIO 1944
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VITERBO
E IL CONSIGLIO DELLA RESISTENZA NEL 20°
ANNIVERSARIO DEL SUO SACRIFICIO
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Pietra censita da Sara Campi.

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