244269 - Lastra in memoria di Umberto Ceva – Milano

La lastra in memoria di Umberto Ceva è realizzata in marmo rosato con iscrizioni molto accurate smaltate in rosso.
Essendo stato demolito lo stabile su cui era rimasta fissata fino al 2013, per riposizionare la lastra nello stesso luogo, il Comune di Milano in accordo con A.N.P.I. realizzò il solido supporto metallico in cui la lastra è ora alloggiata senza aver dovuto praticare fori, trattenuta da appositi particolari metallici.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Borgo degli ortolani - Chinatown
Indirizzo:
via Bramante
CAP:
20154
Latitudine:
45.483522186579
Longitudine:
9.1778967929352

Informazioni

Luogo di collocazione:
Su di un supporto a lato strada
Data di collocazione:
ricollocazione nel 2021
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
supporto in metallo inossidabile
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
A.N.P.I. Milano
Notizie e contestualizzazione storica:

  • Umberto Ceva
    nacque il 16 luglio 1900 a Pavia.
    Nel 1929 aderì al movimento antifascista Giustizia e Libertà, mettendo le sue competenze di chimico dirigente industriale per il confezionamento di bombe da usare eventualmente contro i fascisti.

    Nel 1930 fu arrestato per causa dell'avvocato Carlo Del Re, infiltrato nel partito antifascista che fece arrestare dall'OVRA i seguenti militanti del movimento Giustizia e Libertà: Ferruccio Parri, Riccardo Bauer, Ernesto Rossi, Alberto Damiani, Vincenzo Calace, Bernardino Roberto, Nello Traquandi.

    Umberto Ceva fu accusato di terrorismo per aver preparato la bomba che il 12 aprile 1928 provocò una ventina di morti e numerosi feriti in piazzale Giulio Cesare, alla Fiera campionaria di Milano, poco prima che vi passasse il corteo reale.
    L'ispettore Nudi scrisse negli atti che il nome di Del Re fu fatto dal dott. Ceva durante l'istruttoria ed aggiunse che l'istruttoria era stata facilitata proprio dalle confessioni di Umberto Ceva.
    Invece, non essendo sicuro che Carlo dal Re (considerato un amico) fosse il delatore, Umberto Ceva piuttosto che confessare e denunciarlo, si suicidò nella cella 440 del carcere Regina Coeli, la notte del 25 dicembre 1930, all'età di 30 anni, ingoiando pezzetti di vetro.
    Prima del suo gesto, scrisse a sua moglie Elena queste parole:
    "Santa Elena mia, posso dirti le circostanze che mi portano a compiere oggi un atto che da più di un mese ho deciso. Ho aspettato sino ad ora per essere ben certo che nulla mi facesse velo. Non posso dirti, perché equivarrebbe a rendere impossibile che ti consegnino queste mie ultime parole. Ho forse toccato inconsciamente mani impure e quello che ho fatto, non grave in sé, può far sorgere dei dubbi, e per difendermi dovrei accusare, senza un'ombra di prova, solo per un'ombra di prova, solo per poche parole, afferrate qua e là. Sono stato cieco e questo mi ha portato a dover dare a te, a tutti i miei cari adorati, questo dolore terribile. Io perdono con assoluta sincerità di cuore e tu fa lo stesso secondo la mia intenzione. Difendi la mia memoria se le circostanze lo richiederanno. Che i nostri figli portino ben alta la fronte, perché il loro padre muore con la coscienza tranquilla e senza aver macchiato il loro nome"
    Nella lettera, Umberto esprime la volontà di essere sepolto a Bobbio, nella tomba di famiglia di sua moglie.

    Restano pochi dubbi sulla estraneità di Ceva nell'attentato della Fiera Campionaria, mentre resta consistente l'ipotesi che Umberto abbia scelto il suicidio per evitare che le torture potessero strappargli il nome del delatore che egli credeva amico.
    Molto consistenti sono gli elementi che svelano minuziosamente i gravissimi ed inquietanti indizi su quella che fu la probabile 'pista nera'. Sono ben descritti dal sito Caduti Polizia (vedi fonti) e scagionerebbero non soltanto Ceva, ma anche tutto il gruppo Giustizia e Libertà che decise di gettare l'esplosivo nel fiume Brembo.
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    FONTI:
  • Wikipedia
  • Il blog della SCI
  • Lettera ai compagni
  • Aldo Giannuli (riposizionamento)
  • Andrea Riscassi (riposizionamento)
  • Graffiti a Milano
  • Caduti Polizia: la strage scomparsa

    Ad Umberto Ceva sono state intitolate:
    una via di Bobbio in località La Brada (Piacenza);
    una via di Milano, nel quartiere Bovisasca.
  • Contenuti

    Iscrizioni:


    DI QUI IL 30 OTTOBRE 1930
    UMBERTO CEVA
    COSPIRATORE ANTIFASCISTA
    MUOVEVA VERSO IL CARCERE E LA MORTE
    SULLE VIE DEL SACRIFICIO
    EROICAMENTE ADDITANDO
    AGLI OPPRESSORI E AI DIMENTICHI
    LA LIBERTA'
    1900 - 1930

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    A causa della costruzione di un albergo, nel 2013 la lastra commemorativa fu rimossa nel 2013 e lo stabile su cui era collocata fu abbattuto. Nel 2021 a lavori ultimati, la lastra dopo una accurata pulizia e restauro, fu collocata su di un apposito supporto e posta nello stesso luogo.

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