105364 - Lastre commemorative di Campomorone (GE)

Si tratta di due lastre rettangolari sovrapposte, sagomate sui quattro angoli.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Palazzo Balbi, Via A. Gavino, 144R
CAP:
16014
Latitudine:
44.50649629999999
Longitudine:
8.893359099999998

Informazioni

Luogo di collocazione:
Nell'atrio del Municipio (Lato sinistro entrando)
Data di collocazione:
Lastra superiore 1988 - Lastra inferiore 8 marzo 2000
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo bianco di Carrara.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Campomorone
Notizie e contestualizzazione storica:
MARIO ZINO "Lorenzo" nel 1943 fu tra i primi cospiratori, nella sua casa di Recco dopo il 25 luglio iniziarono a riunirsi i genovesi aderenti al Partito d'Azione. Con la formazione delle prime bande partigiane il Prof. Zino divenne comandante regionale delle formazioni di Giustizia e Libertà, braccio armato del Partito d'Azione in stretto contatto con Ferruccio Parri a Milano. Fu tra coloro che, nella primavera del 1944, chiamarono Antonio Zolesio "Umberto Parodi", che aveva costituito una formazione giellista nello spezzino, nella media val Fontanabuona, gettando così le basi per la brigata (in seguito Divisione) Matteotti.
(Vittorio Civitella, La Collina delle Lucertole, Gammarò, Sestri Levante, 2008).

FELICITA "Alice" NOLI: nata nel 1906, fucilata l'8 agosto 1944, Medaglia di Bronzo al valor militare alla memoria.
A 16 anni si impiegò a Pontedecimo presso la ditta Brambilla e nell'ultimo anno fu direttrice del ramo confezioni di borse. Fece attivissima propaganda per i partigiani, procurando pure aiuti, e divenne attiva collaboratrice dei Gruppi di Difesa della Donna. Dopo l'8 settembre 1943, i tedeschi avevano disarmato soldati italiani e li avevano imprigionati. Alice, a braccia aperte in mezzo alla strada, obbligò un camion di soldati tedeschi a fermarsi. Impassibile, mentre i soldati le puntavano i mitra addosso, si rivolse al capitano e a voce alta esclamò: "Mi prometta che non si farà del male ai nostri soldati". L'ufficiale, che non aveva l'aria di intendere il valore di quell'intervento, rimase interdetto, poi disse: "Si, prometto". In più occasioni Alice mostrò con tenacia e coraggio le sue idee, come quando gridò in faccia ad un tenente fascista, a Pegli, cosa pensava del Duce e del regime; o come quando vide, davanti al ponte della Ferriera, un posto di blocco tenuto dai tedeschi e dalle brigate nere della "Silvio Parodi" e, sentendosi investita da un moto di rivolta, gridò loro in faccia: "Vigliacchi!". Bruscamente la fecero scendere dalla bicicletta, la scortarono nell'ufficio e la misero in stato di accusa. Impavida si difese, dichiarando apertamente la sua simpatia per i partigiani, ed ebbe il coraggio di aggiungere che le violenze che i tedeschi e le camicie nere commettevano erano inutili perchè ormai essi avevano perso la guerra e c'era da vergognarsene ad agire in quella maniera. "Non illudetevi: la guerra finirà presto, potete andarvene". Ciò che poi accadde sta a provare che i repubblichini si legarono al dito quell'offesa. E non soltanto quella, visto che, in un'altra occasione ancora, Alice aveva anche distribuito, davanti ad un comando di polizia, cibo e acqua a un gruppo di partigiani appena rastrellati. Nel gennaio 1944, la Noli entrò a far parte della III° Brigata Liguria svolgendo un'intensissima attività. Il 7 agosto '44 la brigata nera Ponzanelli bussò alla porta di casa di Alice, che fu portata in caserma. La donna si rifiutò di fornire ai tedeschi informazioni su dove fossero nascosti i partigiani e per questo venne picchiata violentemente. Verso l'una di notte fu caricata sul cofano di un camion. Lungo la strada per Isoverde (attuale Via Martiri della Libertà) il camion si fermò, fece scendere Alice ed altri sei arrestati. Dopo aver fucilato gli uomini, qualcuno disse "C'è anche la donna". Spinta al muro, le armi si abbassarono e la finirono. La sorella Rosita seguì l'amara vicenda, al buio, dal poggiolo. Dopo gli spari scese di corsa le scale, ma fu trattenuta dai vicini: uscirà di casa solo all'alba. Non appena riuscì a raggiungerla le abbassò le palpebre e scorse tra le dita un piccolo crocifisso che Alice portava al collo: lo aveva stretto tra i denti fino ad inciderlo. A suo nome fu intestata una brigata femminile delle SAP cittadine, ed a lei personalmente vennero attribuite la croce al merito di guerra ed una medaglia garibaldina. A fine guerra, furono dedicate alla intrepida donna una strada, una scuola materna di Pontedecimo e una scuola media di Campomorone.
(Antifascismo Femminista)

Contenuti

Iscrizioni:
Lastra superiore

EDUCATORE CHIARISSIMO
UFFICIALE DEGLI ALPINI NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE
ORGANIZZATORE DEL MOVIMENTO ANTIFASCISTA
DI "GIUSTIZIA E LIBERTÀ" E DELLA RESISTENZA IN LIGURIA
MEMBRO DEL C.N.L.
M A R I O Z I N O 1893 - 1978
L'EROICA PARTECIPAZIONE ALLA LOTTA PER LA LIBERTÀ
DELLA POPOLAZIONE DI CAMPOMORONE
GLI ISPIRÒ PAGINE DI ALTO INTERESSE STORICO E LETTERARIO
NEL DECENNALE DELLA MORTE
L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE L'A.N.P.I.

Lastra inferiore

A PERENNE RICORDO DELLA
CONCITTADINA
NOLI FELICITA ALICE 1906 - 1944
MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE MILITARE
NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE CADDE
IMMOLANDO LA SUA GIOVANE VITA
NEL NOME DEI PIÙ LIMPIDI IDEALI
DELLA RESISTENZA
L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
8 MARZO 2000

Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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