3961 - Lastra ai Martiri di Capolapiaggia – Camerino

Lastra in marmo di forma rettangolare con le lettere in bronzo che riporta la dedica ed i nomi delle persone trucidate a Capolapiaggia, frazione di Camerino (MC), il 24 giugno 1944.

NOTA STAFF PIETRE: scheda aggiornata in data 18/05/2019. La lastra è stata censita anche dalla scuola S.M. G. Boccati Camerino nell’ambito del concorso “Esploratori della Memoria” a.s. 2016-2017.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Capolapiaggia
Indirizzo:
Via Martiri della Resistenza, 21
CAP:
62032
Latitudine:
43.145627032805
Longitudine:
13.118877410889

Informazioni

Luogo di collocazione:
Dietro la chiesa: la lastra è affissa alla parete dove sono stati fucilati i Caduti, fra di loro anche due donne.
Data di collocazione:
24/06/1945
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo. Iscrizione in bronzo
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Camerino
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 24 giugno 1944 sulla popolazione di Letegge, Pozzuolo e Capolapiaggia, piccoli villaggi nei pressi di Camerino, si abbatteva una tremenda tragedia. Da giorni il territorio camerte era rimasto in balia dei tedeschi e subiva le devastazioni e le violenze del passaggio delle truppe in ritirata. Solo tre giorni prima erano stati uccisi 12 civili nella frazione di Morro.
A Letegge quella mattina si festeggiava San Giovanni Battista e la maggior parte dei paesani si recarono a Messa. Al termine della funzione, mentre la gente stava uscendo e le campane stavano suonando, scoppiò improvvisamente una prima granata sul sagrato della Chiesa. Le persone, terrorizzate, si dileguarono velocemente. Truppe tedesche si erano posizionate, senza farsi accorgere, sulle alture circostanti con il piano di attaccare e sterminare definitivamente i gruppi partigiani che avevano trovato un importante sostegno nella popolazione locale, solidale e protettiva nei loro confronti. Quando il comandante tedesco sentì il suono delle campane, ipotizzò che il parroco stesse facendo dei segnali ai partigiani e così ordinò l’apertura del fuoco.
I partigiani del Battaglione ≪Gian Mario Fazzini≫ erano da poco giunti a Letegge e Pozzuolo e, credendo che i tedeschi si stessero preparando a lasciare la zona, rimasero disorientati dall’attacco improvviso. Cercarono di organizzare una difesa, ma le mitragliatrici e il fuoco nemico sembravano averli accerchiati. Così, consci anche della loro inferiorità numerica e di armi, cercarono di sottrarsi allontanandosi in varie direzioni.
Nel pomeriggio il fuoco cessò. I tedeschi avevano raggiunto Pozzuolo, armati di mitragliatrici e bombe a mano. Iniziarono a cercare i partigiani casa per casa e quelli che non erano fuggiti pagarono con la vita la loro abnegazione. In quindici vennero uccisi. Uno di loro, Alessandro Sabbatini, che era la vedetta del Battaglione, prima di essere fucilato, subì un’ulteriore violenza: gli furono cavati gli occhi perché, come distintivo della sua mansione, portava appeso al collo un binocolo.
Intanto altri gruppi di tedeschi davano l’assalto ai villaggi vicini di Statte e Leteggiole. In quest’ultima località furono fatti prigionieri 18 partigiani, messi in fila e condotti a Letegge. Lì furono raggruppati insieme agli uomini presi nel paese: non c’erano solo partigiani ma anche capi famiglia e semplici contadini. Gli arrestati, in tutto 43, passando per il ponte di Letegge, furono fatti salire a Capolapiaggia.
Lì , i tedeschi spinsero verso il muro della chiesa gli uomini presi a Leteggiole, riconosciuti come partigiani da alcuni ex prigionieri tedeschi, e li passarono per le armi. Uno di loro, Giulio Lozzi, che si salvò perché non fu ferito mortalmente, ricorda quegli attimi così: ≪Veniamo allineati sull’orlo della intercapedine di scolo tra la parete e il campo, con le spalle al muro e il viso verso i tedeschi, che a brevissima distanza, quasi al centro del recinto, impugnano i fucili mitragliatori. (…) Caddi bocconi. Sentivo continuar le raffiche e mi cadevano sopra i corpi sanguinanti dei compagni≫ (Boccanera 1994, p.58).
Poi toccò agli altri. Dopodiché i tedeschi salirono sugli autocarri diretti a Camerino, intonando una canzone di guerra. Quel 24 giugno furono uccisi in tutto 15 uomini a Pozzuolo, 4 a Pielapiaggia e 40 a Capolapiaggia.

Contenuti

Iscrizioni:
ONDA DI SANGUE DI PATRIOTI
POPOLANI E STUDENTI
IL 24 GIUGNO 1944
SOTTO L'INFURIARE DEL PIOMBO TEDESCO
CONSACRO' QUESTA TERRA
ALLA LIBERAZIONE DELLA PATRIA

BARTOLI BATTISTA
BARTOLI PASQUALE
BELFIORI PALMA
BERGAMIN ERNESTO
BERNABEI LUIGI
BERNARDI CESARE
BOLDRINI ENRICO
BORDI GIUSEPPE
BORGARUCCI RANIERO
BORGARUCCI SIRO
BOSCO DANDO
BUZZOLAN ARMANDO
CAMMERTONI ITALO
CECCHINI MARIO
CIABOCCO FEDERICO
COCCIOLONI ARMOGESTO
COMPAGNUCCI NAZZARENO
CUCCULELLI COSTANZA
CUCCULELLI UGO
DAMIANI DOMENICO
DE BERNARDI BATTISTA
FABBRI ANTONIO
FAGGIOLI ERNESTO
FAINETTI DINO
FERNANDICCI ELIO
FRONTONI DINO
GENTILI GASPARE
GIOVANNINI LUIGI
GRIFANTINI MARINO
IVANDUIC
MACCAGNANI ANGELO
MARCHI AGOSTINO
MARCHI DOMENICO
MARCHI MARINO
MARCONI GASPARE
MARIANI VENANZIO
MIANO LETTERIO
MORBIDONI PIETRO
PORCAROLI FERIRE
PASCUCCI CHERUBINO
PASCUCCI UGO
PIANGATELLI PIETRO
PICOTTI EGIDIO
PIETRACCINI GIUSEPPE
PISANI LUIGI
RAMADORI ENRICO
ROSATI LUCIO
SABBATINI ALESSANDRO
SABBATINI ANGELO
SABBATINI DOMENICO
SABBATINI ENRICO
SABBATINI FEDERICO
SABBATINI LUIGI
SCOLASTRICI GINO
SERENI MARIO
SEVERINI QUINTO
SMERALDINI AGAPITO
SOVERI LUCIANO
TEODORI MARIO
UBALDI OSVALDO
VALLESI LUIGI
VITALI ARTURO

CAMERINO 24 GIUGNO 1945
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
S.M. G. Boccati Camerino:
Dopo il sisma dell'ottobre del 2016 la chiesa, dietro alla quale è avvenuto l'eccidio e dove sono collocati il monumento e la lapide, è stata posta in sicurezza come attesta la foto allegata. La presente scheda è a integrazione della scheda già effettuata nel 2015.
NOTA STAFF PIETRE: scheda aggiornata in data 18/05/2019. La lastra è stata censita anche dalla scuola S.M. G. Boccati Camerino nell'ambito del concorso "Esploratori della Memoria" a.s. 2016-2017.

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