45587 - Monumento a due Caduti di Taurisano

Il manufatto risulta essere una commistione tra un cippo e un monumento ai Caduti. E’ dedicato a due tra le tante vittime delle due guerre, originari di Taurisano in provincia di Lecce. Realizzato in pietra locale per la parte architettonica, costituita da un parallelepipedo posto su un basamento e sormontato da un tronco di colonna (sicuramente a simboleggiare la vita spezzata) . Sul prospetto a nord si vanno a collocare due epigrafi in marmo recanti i dati anagrafici dei due Caduti, morti in due diversi periodi ma entrambi con lo stesso nome e cognome (Giusepe Ciullo); sull’epigrafe superiore si colloca uno scudo con croce ed un nastro. Nel prospetto est e ovest una ghirlanda di fiori e alloro alleggerisce la struttura, sul lato ovest la ghirlanda è sormontata da un’aquila con una effige “PX.” Sul prospetto posteriore, molto più sobrio, prende posto una corona dall’alloro e un nastro. Il coronamento del basamento e’ finemente decorato, la colonna tronca reca sulla sommità una stella a cinque punte. Il Monumento è collocato all’interno dell’area cimiteriale del paese, ed è curato dai parenti dei Caduti.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Casarano
CAP:
73056
Latitudine:
39.96011634317687
Longitudine:
18.2108800583527

Informazioni

Luogo di collocazione:
All' interno delle mura del Cimitero Comunale
Data di collocazione:
Il progetto approvato risale al 05/05/1929. Si nota una vistosa sovrapposizione delle lastre in marmo giustificata dal rimaneggiamento effettuato successivamente
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
La parte architettonica è in pietra locale ed è costituita da un parallelepipedo posto su un basamento e sormontato da un tronco di colonna, Anche il corredo iconografico è stato intagliato nella pietra e giustapposto sulle pareti. Le due lastre, recanti i dati dei due Caduti, sono in marmo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
E' privato. Se ne occupa la cugina del soldato morto nel 1945
Notizie e contestualizzazione storica:
Il monumento ai Caduti che stiamo proponendo all’attenzione di questo sito riguarda due soldati morti nella Prima e Seconda Guerra Mondiale in due diversi luoghi, accomunati dal desiderio di una Patria libera e condizioni di vita più dignitose.
Per tale motivo si è scelto di tracciare un profilo storico sintetico degli accadimenti nel Salento ed in particolare a Taurisano nel periodo che va dalla Grande Guerra al Secondo Conflitto Mondiale.
La Prima Guerra Mondiale raggiunse anche questo piccolo centro, Taurisano, dove la maggior parte della gente poco o niente capiva di politica e dove si attendeva soltanto al duro lavoro dei campi, incerto e sottopagato, imperando anche qui la piaga del caporalato. Tra coloro che partirono per le trincee, ben 78 vi lasciarono la vita. E a Guerra non ancora finita, per approfondire il solco della disperazione, giunse la terribile epidemia influenzale denominata "Spagnola", che mietè più vittime della Guerra stessa. I Reduci ritornarono alla vita difficile, affidando la loro esistenza e quella dei loro familiari ai propri fazzoletti di terra, alla giornata lavorativa alla sera o all'alba, in piazza Castello o lungo le banchine della via per Ugento.
Il Primo Dopoguerra fu caratterizzato da aspre lotte sociali fra proprietari terrieri e contadini. In diversi paesi del Salento ci furono scioperi, occupazioni di terre e agitazioni, per sedare le quali le forze dell'ordine ricorsero spesso alle armi. L'episodio più eclatante, noto come "l'Eccidio di Parabita", si verificò il 21 giugno 1920 a Parabita, dove diversi manifestanti rimasero uccisi in seguito agli scontri con i Carabinieri.
Il Fascismo fu qui accolto con tante speranze di cambiamento, che però con il passare degli anni furono in parte deluse. I Podestà di nomina prefettizia, provenienti dalla borghesia agraria e dall'aristocrazia locali, finirono con il favorire gli interessi di classe e, di conseguenza, il servilismo da una parte, e la ribellione dall'altra, come quella contro il Podestà del 1937, subito domata dalle forze dell'ordine. Fu così che venne stravolta la toponomastica stradale, introducendo i nomi del Duce, della Famiglia Reale, di importanti città di Nazioni colonizzate. Il volto urbanistico del paese mutò sensibilmente: l'apertura di nuovi assi stradali diramatisi da Corso Umberto I, lo sventramento di alcuni isolati e la costruzione di edifici pubblici (edificio scolastico, casa d'infanzia, ospedale, albergo, ecc) prepararono la strada alla realizzazione di nuovi quartieri. Sempre durante il Fascismo, nonostante il rovinoso epilogo del Regime, nel Salento furono realizzati insediamenti rurali per migliorare la resa della terra, vennero risanate zone malariche e paludose sia sul litorale Ionico (bonifica della Terra d'Arneo) sia su quello Adriatico, furono costruite scuole, formati gli insegnanti, realizzati alcuni palazzi istituzionali ed altre importanti infrastrutture, arrivarono la rete elettrica, l'acquedotto, la prima motorizzazione pubblica, fu istituito il primo concerto bandistico locale.
Nel Periodo Fascista 1923-1945, ventidue anni di dittatura giorno più giorno meno ,abbiamo avuto due Podestà. La prima opera pubblica per il paese fu l'edificio scolastico Giosuè Carducci in Via delle Rimembranze costruito del 1932.
Dopo il 1922 è riscontrabile in altri paesi e anche a Taurisano che, nonostante il controllo dell'ordine pubblico sia stato di tipo poliziesco, la normalizzazione della vita sociale non avviene affatto. A Taurisano la tensione si sentiva come altrove, e proveniva dagli stessi temi: la povertà endemica, la disoccupazione, la fame, le malattie. Lo spirito di resistenza alto che tanti abitanti del Sud Italia hanno, quelli di sempre,i quali pur non organizzati nelle forme più combattive, si oppongono al Regime Fascista nel loro paese. Nel quotidiano la vita era composta da fatti che per molti contadini e le loro famiglie significava la fine di ogni capacità di sopravvivenza. La ripresa delle lotte contadine cresce in rapporto alla crisi del Fascismo e alla sua caduta. In questa traumatica transizione, Taurisano partecipa ai grandi eventi nazionali, come quelli della Liberazione e del Referendum e, dall'altro, come ripropone l'antica militanza sindacale per riorganizzare i contadini, contrastare gli agrari e i latifondisti e allargare gli spazi municipali della democrazia paesana.
Il soldato effigiato sulla lastra del Monumento esaminato,Ciullo Giuseppe, morto dopo lunga prigionia nel Novembre del 1945, fa parte di quei tanti che il 10 giugno del 1940, data in cui Mussolini volle la dichiarazione di Guerra alla Francia e alla Gran Bretagna , da Taurisano partirono in centinaia per i vari fronti di Guerra. Di essi 51 non fecero più ritorno, caduti in combattimento o dispersi; altri perirono qualche anno dopo per le ferite o le malattie contratte in Guerra, altri ancora portarono per tutta la vita nelle mutilazioni e nelle invalidità fisiche e psichiche i segni della tragedia. La prima metà del Novecento, nonostante le vittime dirette e indirette delle Due Guerre e l'alto tasso di mortalità infantile, Taurisano conobbe una esplosione demografica senza precedenti. Al contrario dell'avvento, alla caduta del Fascismo si verificarono pericolose agitazioni popolari: nel 1944, durante i tumulti della folla per costringere il Podestà, avv. Aurelio Pepe, a dimettersi, cadde un giovane sotto i colpi di un carabiniere. Il Podestà si dimise solo a seguito dell'assedio posto dal bracciantato inferocito alla sua villa. Soppressa l'istituzione podestarile, ci si avviò al sistema democratico. Per il Referendum la stragrande maggioranza dei Taurisanesi votò per la conservazione della Monarchia.
Nella memoria albergano episodi come il bombardamento del 23 Luglio 1943 sulla città di Nardò , precisamente le ore 13.30 di un caldo ed assolato primo pomeriggio: 10 morti e diversi feriti fu il tragico bilancio.
Il Salento, del resto, ha conosciuto anche la tragedia- incubo delle Foibe, che per quaranta giorni ha visto protagoniste le truppe partigiane e comuniste del Maresciallo Tito, imperversare a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini innocenti. Il Salento ha pagato dazio sia in termini di vite umane, sia perché ha accolto decine di famiglie dell’esodo dalla terre Giuliane, Istriane e Dalmate.
Le fonti documentarie rimandano questa epopea di uomini salentini, figli e a loro volta contadini, artigiani, operai, professionisti, analfabeti e studenti, veterani e giovani, diversi per età, provenienza, cultura e ceto sociale, ma dichiarati tutti “abili e arruolati”, accomunati in qualità di soldati dalla stessa necessità di combattere per la difesa della Patria. E dal caldo Tacco d’Italia, a primavera inoltrata e con un equipaggiamento leggero ed improvvisato, partirono verso le montagne del Nord-Est per una Guerra che sarebbe dovuta essere rapida e gloriosa, ed avanzarono raggiungendo quei confini dove, nel tempo della vigile attesa, intanto gli Austriaci avevano fortificato la linea difensiva del Trentino e del Carso, creando chilometri di trincee, installando reticolati, costruendo fortificazioni attrezzate con mitragliatrici e cannoni.
Uno delle vittime della Prima Guerra Mondiale è proprio quel Giuseppe Ciullo di Ippazio Maria a cui è dedicato il Monumento Funebre, il quale fu ferito e morì proprio l’11 Ottobre del 1918 , sul Monte Cornone, li dove si delimita l'estremo confine orientale dell'Altopiano. In condizioni ambientali particolarmente difficili combatterono alpini, artiglieri, bersaglieri e fanti italiani, soldati appartenenti ai migliori reparti che il Regio Esercito poteva schierare nell'ultimo anno di Guerra. Tatticamente, il settore era cerniera di giunzione della nuova linea difensiva italiana dopo il ripiegamento di Caporetto, anello della catena che univa Altopiano e Grappa, a protezione della Val Brenta, una delle possibili vie di avanzata Austriache.
Il nostro compaesano Vito Antonio Preite è uno dei pochissimi superstiti dell'eroica divisione Acqui, che dopo l'8 settembre 1943 fu truicidata dai tedeschi a Cefalonia per essersi rifiutata di farsi umiliare cedendo le armi. Il nostro compaesano si salvò per caso,ma la stessa sorte non fu per Giuseppe Bolognino ,di Poggiardo, morto prigioniero in un campo di concentramento a soli 21 anni.
Abbiamo notizie anche di Antonio Santo Quintino Preite, nato a Taurisano il 30 ottobre 1890 ,arruolato nel maggio 1915, congedato il 20 agosto del 1918, di Salvatore Giuseppe Trono di Taurisano morto la mattina del 6 Agosto 1916.
Le drammatiche condizioni economiche del Secondo Dopoguerra provocarono sia una ripresa delle lotte del movimento contadino (che con la riforma agraria degli anni cinquanta riuscì a ottenere la distribuzione ai braccianti del latifondo di Arneo), sia una massiccia emigrazione verso le città industriali del Nord Italia.
Elevato quindi fù il tributo di sangue che la gioventù salentina e anche la Città di Taurisano,versò nel Conflitto Mondiale; le statistiche rilevate dal XVIII volume dell’Albo d’oro dei Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-19182 la vita, le storie e le sofferenze della nostra Terra durante il conflitto, indicano la cifra di 12.331 sodati della Provincia di Lecce, allora comprensiva anche dei territori di Brindisi e Taranto.
Numerosi sono gli eventi a memoria di questi tragici avvenimenti, con l'obiettivo di sanare lo strappo tra la memoria degli adulti che hanno conosciuto attraverso i racconti dei propri familiari le esperienze della trincea, e quella dei più giovani che conoscono il Conflitto Mondiale dai libri di storia, collegando idealmente due generazioni.
Per ricordare i nostri Caduti, in occasione del centesimo anniversario dell’ingresso in Guerra dell’Italia (1915 – 1918) ,la Provincia ed il Comune di Tuglie hanno voluto creare un Albo d’Oro dei Caduti e Decorati della Prima Guerra Mondiale.
Non da meno il lavoro fatto dal Centro studi per le relazioni atlantico mediterranee, incardinato nell’Università del Salento, con il progetto “Cento anni fa… la Grande Guerra”
Purtroppo, viviamo ancora un periodo storico incerto, fatto di migrazioni forzate, conflitti tra culture e soprusi. A noi il compito di continuare a sorvegliare il mondo, monitorare ciò che accade e fare quotidianamente dei tentativi per accrescere il grado di consapevolezza e responsabilità personale e di gruppo.

Non è stato semplice trovare indizi sulla storia privata del Monumento proposto. Un cugino ancora in vita , che porta lo stesso nome ,Sig. Ciullo Ippazio Maria classe 1943, con buona memoria ha saputo raccontare il triste destino della sua famiglia. Il filo conduttore è una famiglia che, come molte, ha dato il suo contributo in termini di Caduti di Guerra , un destino che ha attraversato ben due Guerre, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. La famiglia Ciullo ha vissuto 2 grandi perdite: la prima e' Ciullo Giuseppe classe 1897 figlio di Ciullo Ippazio Maria, del 1858, che ha combattuto sul Monte Cornone, tornato a casa ferito e morto poco dopo per una cancrena. L'altra vittima appartenente alla stessa famiglia, nipote del primo, anche lui Ciullo Giuseppe classe 1924, dopo lunga prigionia fu restituito all'Italia. Entrambi appartenevano ad una famiglia benestante del periodo, il primo aveva un fratello e due sorelle, di cui una diplomatasi maestra di scuola, ed il padre avendo costruito la casa agli altri figli, al Caduto in Guerra, per amor di Patria, decide di erigere questo Monumento Funebre costatogli una fortuna. Nell'ufficio tecnico del Comune di Taurisano esiste un progetto del Monumento che reca la data del 05.05.1929 a firma del Podestà del paese, un certo Cappilli Giuseppe.
" Trattasi di un Monumento da erigersi nel Cimitero di Taurisano per conto del Sign. Ippazio Maria Ciullo in memoria del figlio morto in Guerra"
Per realizzare le decorazioni vennero chiamati i migliori scalpellini dalla città di Lecce. Inizialmente le ossa del defunto erano esibite attraverso una teca di vetro e ferro; solo successivamente, giungendo in loco i resti del nipote sepolto nel cimitero di Lecce, la Lapide dello zio viene spostata superiormente per far posto a quella del nipote, quindi le ossa vengono murate.
Attualmente il Monumento è curato dalla sorella del soldato morto nella Seconda Guerra Mondiale.

Contenuti

Iscrizioni:
Le epigrafi sono due :
1) FIGLIO NON PIANGO NO
QUESTA E' LA GLORIA
CIULLO GIUSEPPE DI IPPAZIO MARIA
CADUTO MONTE CORNONE
XI OTT. MCMXVIII

2) SOLD. CIULLO GIUSEPPE
* 21.04.1924 + 18.11.1945
DOPO LUNGA PRIGIONIA
FU RESTITUITO ALL'ITALIA
GODE IL CIELO CON TUTTI I NOSTRI EROI
Simboli:
La stella a cinque punte sulla sommità del tronco di colonna è in pietra.
L'aquila con l'iscrizione "PX", simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre, del bene sul male, indica la Resurrezione di Cristo e la rigenerazione attraverso il battesimo; questo rapace è chiamato anche a rappresentare l’evangelista Giovanni.
La corona d'alloro, sempre in pietra, nella tradizione romana è soprattutto simbolo di vittoria e di trionfo e simboleggia particolarmente la pace che deriva e che corona l’impresa militare, ma è legata anche all’idea d’immortalità.
Le due ghirlande di fiori sostenute da un piccolo drappo recano al centro un ramo di alloro trattenuto da un nastro, probabilmente rappresentano la vita sospesa, e la morte prematura di questi due soldati nel fiore degli anni.

Altro

Osservazioni personali:
Osservando attentamente questo Monumento di notevole pregio,un pò relegato nell'angolino, mi sembra che sia li per ricordare ai posteri la barbaria della Guerra e le lacrime versate da tante madri

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