Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- strada provinciale 456 del turchino
- CAP:
- 16010
- Latitudine:
- 44.5597486
- Longitudine:
- 8.6711157
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- area verde
- Data di collocazione:
- 30 dicembre 1946
- Materiali (Generico):
- Marmo, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- sostegno in pietra, lastra in marmo
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Mele
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Quel giorno 30 dicembre, erano di turno Pirata, Sten, Mario l’alpino e Sandro. Era una giornata piena di sole. La neve, caduta in abbondanza qualche giorno prima, ricopriva ogni cosa.
Dopo l’inutile attesa di tutto il mattino, finalmente, verso mezzogiorno, si udì lontano il rumore di un motore. Gli uomini si appostarono. Alla svolta di una curva comparve un camion. Era tedesco. Sten, Mario l’alpino balzarono in mezzo alla strada con le armi in pugno. Il camion si fermò. L’autista e il soldato, che gli era vicino, alzarono le armi in segno di resa. Dall’interno del camion, all’improvviso, partirono alcune raffiche di machine-pistole. I compagni caddero fulminati. Il camion aveva il tendone abbassato. Per questo i due partigiani non si erano accorti della presenza all’interno di altri militari.
Pirata e Sandro cercarono di salvarsi, Risalendo il ruscello del bosco. Protetti dalle pietre salivano verso l’alto. Intanto i tedeschi erano saltati a terra e sparavano con fuoco nutrito verso il bosco. I compagni erano saliti forse non più di 500 metri, quando Pirata alzò la testa per vedere se i tedeschi li inseguivano. Una pallottola lo colpì in pieno alla testa. Cadde vicino a Sandro, senza proferire parola.
Nando si vide perduto. Nascose la pistola tra le pietre e si ranicchiò con la faccia nella neve. Dopo qualche minuto, una mano lo agguantò al collo. Alzò la testa. Era un tedesco, che gli intimò di alzarsi.
Pirata giaceva esamine ai suoi piedi. Il suo cadavere fu depredato. Fu preso anche il suo sten. Lo sten, che aveva ereditato dopo la morte di Pancho. Particolare pietoso, su di esso era scritto “Mamma ritornerò”. Non tornò Pancho e non tornerà neppure Pirata. Le loro mamme attenderanno invano.
Sandro su fatto prigioniero. Al primo interrogatorio protestò di non essere un ribelle. Raccontò che si trovava per caso nel bosco per raccogliere legna. Spaventato dalla sparatoria, aveva cercato di nascondersi per pararsi dai colpi. Non fu creduto.
Tedeschi lo portarono con loro fino a Silvano d’Olba. Sandro tornò alla carica, Facendo vedere i suoi documenti di combattente della Russia e gli attestati delle ferite riportate.
Questi documenti lo salvarono. Fu lasciato libero. Dopo qualche giorno, era nuovamente in montagna
fonte “sulla montagna con i partigiani” Don Berto
I Caduti
Contenuti
- Iscrizioni:
- IL 30 DICEMBRE 1944
COMBATTENDO PER LA LIBERTA'
CADDERO COLPITI DAL PIOMBO NAZISTA
OLIVIERI G.B. "PIRATA"
N. A GENOVA 20-10-1920
CARTAGENOVA TOMASO" STEN"
N, A GENOVA 9-7-1925
MELZANI ENRICO "MARIO"
N. A BRESCIA 7-12-1925
I COMPAGNI A RICORDO POSERO
30 DICEMBRE 1946
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita