6931 - Monumento agli Istriani, Fiumani e Dalmati – C.M. Staglieno di Genova

Monumento a ricordo dei cittadini italiani che dovettero abbandonare le loro case, le loro terre e, a volte, anche i propri cari, in Istria e Dalmazia a seguito della politica di terrore instaurata dal maresciallo Tito nei territori da lui occupati. Per non dimenticare è stata portata una pietra del Carso, sulla cui fronte principale è stato ricavato un bassorilievo dei territori italiani in Istria e Dalmazia. Una croce è posta a lato per ricordare i tanti Caduti, anche in tempo di pace.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Cimitero Monumentale Staglieno
Indirizzo:
Piazzale Resasco
CAP:
16137
Latitudine:
44.43015030000001
Longitudine:
8.950300500000025

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area verde dedicata nel Viale Agli Eroi caduti di tutte le guerre
Data di collocazione:
10 febbraio 2010
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Pietra del Carso; lapidi in marmo bianco; croce in bronzo.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Associazione Nazionale Profughi Istria e Dalmazia
Notizie e contestualizzazione storica:
Il monumento vuole ricordare la tragedia dei trecentomila italiani costretti ad andarsene dall’Istria, dal Quarnaro e dalla Dalmazia dal 1944.
Nel complesso, l’esodo durò una decina d’anni. Ma ebbe un picco all’inizio del 1947, quando il Trattato di pace, imposto all’Italia dai vincitori, stabilì che le terre italiane sulla costa orientale dell’Adriatico dovevano passare alla Jugoslavia.
La prima città a svuotarsi fu Zara, isola italiana nel mare croato della Dalmazia. Era stata occupata dai partigiani di Tito il 31 ottobre 1944, quando il presidio tedesco aveva scelto di ritirarsi. La città era un cumulo di macerie. Ad averla ridotta così erano stati più di cinquanta bombardamenti aerei anglo-americani. Le incursioni le aveva sollecitate lo stato maggiore di Tito. Era riuscito a convincere gli Alleati che da Zara partivano i rifornimenti a tutte le unità tedesche dislocate nei Balcani. Non era vero. Ma le bombe caddero lo stesso. Risultato? Duemila morti su una popolazione di 20.000 persone. Molti altri zaratini vennero soppressi dai partigiani di Tito dopo l’ingresso in città. Centosettanta assassinati. Oltre duecento condanne a morte. Eseguite con fucilazioni continue, dentro il cimitero. Oppure con due sistemi barbari: la scomparsa nelle foibe e l’annegamento in mare, i polsi legati e una grossa pietra al collo.
Cit. Gianpaolo Pansa

Contenuti

Iscrizioni:
GLI ISTRIANI FIUMANI E DALMATI
IN MEMORIA DEI LORO MORTI
IN PACE E IN GUERRA
OVUNQUE SEPOLTI

IL COMITATO
PROVINCIALE DI GENOVA

POSE QUESTA
PIETRA DEL CARSO

ASSOCIAZIONE NAZIONALE
VENEZIA GIULIA E DALMAZIA
Simboli:
Stemmi di ISTRIA, FIUME, DALMAZIA

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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