197581 - Monumento ai Caduti civili del Castello di Querceto – Dudda di Greve in Chianti

Il monumento a parete, interamente in pietra, si trova a ridosso del muro del cortile interno del Castello di Querceto. Poggia su una base a più livelli decrescenti, è costituita da una massiccia cornice, decorata ai lati da motivi vegetali lavorati in bassorilievo. All’interno è incisa l’epigrafe dettata dal poeta e saggista cattolico Domenico Giuliotti. Questa riporta, inoltre, i nomi di sette vittime civili, la professione esercitata (tranne per l’ultimo nominativo) e la comune data di morte dei primi sei: Pietro Olmastroni, infatti, fu ucciso due giorni prima. Tutti i caratteri sono stati riempiti con vernice di colore nero. Sopra l’epigrafe, in posizione centrale, è collocato un ovale in bronzo raffigurante in bassorilievo il volto della Madonna piangente. Il simbolico architrave, con arco a tutto sesto, poggia su una base a più livelli decrescenti. Al suo interno, in posizione centrale, si trova scolpita in bassorilievo una croce cristiana a bracci simmetrici racchiusa in una ghirlanda decorata con nastri sventolanti.
Dinanzi alla lapide è posta una siepe di sempreverde.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Frazione Dudda, Castello di Querceto
Indirizzo:
Via Alessandro François n. 2
CAP:
50022
Latitudine:
43.596492
Longitudine:
11.377355

Informazioni

Luogo di collocazione:
Cortile interno del Castello di Querceto
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Pietra per l'intero monumento. Vernice di colore nero a riempimento di tutti i caratteri presenti sull'epigrafe. Bronzo per l'immagine in bassorilievo della Madonna posta sopra l'epigrafe.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Castello di Querceto
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 24 Luglio 1944 a Dudda, presso il Castello di Querceto, i tedeschi fucilano in due distinte esecuzioni 6 civili:

Antonio Pianigiani, nato a Greve in Chianti il 29 Marzo 1889, mezzadro del podere "Santa Margherita a Sugame", coniugato;
Gino Pianigiani, nato a Greve in Chianti il 24 Luglio 1923, mezzadro nel podere "Santa Margherita a Sugame", celibe, figlio del precedente;
Olinto Paolini, nato a Greve in Chianti il 2 Dicembre 1883, mezzadro del podere "Quercetino", residente a Dudda, celibe;
Angiolo Giulio Fanucci, nato a Borgo a Buggiano (Pt) il 24 Giugno 1869, agente agrario della Fattoria di Querceto, residente a Dudda, coniugato;
Quintilio Bandinelli, nato a Greve in Chianti il 1° Novembre 1897, coltivatore diretto, residente a Dudda, coniugato;
Elio Forni, nato a Greve in Chianti il 19 Luglio 1906, operaio agricolo, residente a Dudda, coniugato.

L'origine di quest'eccidio pare sia da ricercarsi nell'uccisione di un militare germanico, tale caporal maggiore Rudolf Tamm, appartenente alla V Compagnia dell'869° Reggimento di Fanteria (356a Infanterie-Division). Il 23 Luglio 1944 un contadino del podere "San Lorenzo" di Santa Maria a Canonica lo avrebbe trovato intento a trafugare del vino da una botte e l'avrebbe ucciso a coltellate, occultandone poi il cadavere. Non essendo il Tamm presente all'appello serale, i camerati ne avevano avviato le ricerche che si erano rivelate infruttuose. Da qui il rastrellamento dei civili e la conseguente vendetta.
Infatti il giorno seguente, 24 Luglio 1944, il giovane Gino Pianigiani è catturato da soldati tedeschi. Minacciato di morte è costretto a condurre un suo paio di buoi alla sede del Comando germanico presso la Fattoria di Querceto, di proprietà della famiglia François, rifacimento con torre e mura merlate di un antico fortilizio medievale, circondato da querceti e con un bel giardino. Altri soldati lo derubano di due vitelle, suini e pollame. Viene quindi rinchiuso in una stanza della fattoria dove già si trovano imprigionati altri due civili: Angiolo Giulio Fanucci e Olinto Paolini.
Quest'ultimi sono stati presi intorno alle ore 11:00 dello stesso giorno mentre si stavano recando alla Fattoria di Querceto per prendere del vino.
Per tutto il giorno sono tenuti senza vitto e senza conoscere il motivo del loro fermo.
Alla sera, non vedendo rincasare il figlio, Antonio Pianigiani si porta alla sua ricerca e, venuto a sapere della cattura, decide di recarsi al Comando tedesco. Inutile cercare spiegazioni perché per tutta risposta viene anche lui imprigionato ed unito agli altri.
La sorte di questi uomini si compie quando vengono condotti fuori dalla loro "cella" ed obbligati a scavare due buche con la scusa che serviranno da postazioni per mitragliatrici. Sono le ore 20:00 quando, a due a due, sono fatti inginocchiare sull'orlo delle fosse, uccisi a colpi d'arma automatica e sotterrati: il giovane Pianigiani (assassinato nel giorno del suo ventunesimo compleanno) col Fanucci, il padre con il Paolini.
Da una relazione del 1° Agosto 1944 all'O.S.S. (1) risulterà aver assistito a quest'esecuzione una bambina di 12 anni e che l'ora riportata era quella delle 18:00.
Ma non è finita qui.
Nel rifugio detto "Buca delle Fate", nel terreno di proprietà di Quintilio Bandinelli posto nella vicina frazione di Vico, numerosi civili hanno trovato ospitalità per ripararsi dalle cannonate che stanno segnalando l'avvicinarsi del fronte di combattimento.
Approssimativamente alle 23:00 (le 19:00, dalla relazione all'O.S.S. citata più sopra) vi giungono i tedeschi che incominciano ad interrogare i presenti.
Individuato nel Bandinelli il proprietario del terreno nel quale si trova il rifugio, lo costringono a seguirlo al Comando di Querceto per comunicazioni urgenti. Considerata l'ora tarda decide di seguirlo, di personale iniziativa, il suo pigionale Elio Forni, segnando così il proprio destino.
Giunti alla fattoria sono legati a due alberi e selvaggiamente seviziati, fra grida strazianti udite dagli abitanti della zona. La loro agonia termina quando sono anch'essi trucidati, colpiti alla testa con armi da fuoco.
Il totale disprezzo della vita di queste vittime pare testimoniato dai canti e suoni che i militari accompagnavano nel compiere quest'atto di pura barbarie.
Secondo una relazione di don Narciso Verniani, parroco di San Michele a Dudda, al Sindaco di Greve in Chianti del 7 Novembre 1944 si apprende che la locale popolazione non aveva rapporti con i partigiani, neppure in maniera indiretta.
La responsabilità di tale eccidio sembrerebbe ricadere sugli uomini della 356 Divisione Fanteria operativa nella zona all'epoca di questi avvenimenti.
Per quanto riguarda Pietro Olmastroni, nato a Figline Valdarno (Fi) il 14 Marzo 1876, celibe, mezzadro del podere "Giuncaie", residente a Dudda, è fucilato dai tedeschi il 22 Luglio 1944 in località Frassino, nella parrocchia di Santa Maria a Canonica, sempre nel territorio comunale di Greve in Chianti. Il pover'uomo si trovava nel bosco ad accudire il proprio bestiame che qui aveva nascosto per sottrarlo alle razzie dei tedeschi.
Tutte queste vittime sono ricordate anche in una lapide dedicata ai Caduti della II Guerra Mondiale posta nell'atrio del Municipio di Greve in Chianti e nel monumento eretto in frazione La Panca in memoria dei civili uccisi dai tedeschi nel Luglio 1944.

NOTE:
(1) O.S.S. acronimo di Office of Strategic Services era un servizio segreto statunitense operante nel periodo della Seconda guerra mondiale. Fu il precursore della Central Intelligence Agency (C.I.A.).
Fu istituito nel Giugno 1942 con lo scopo di coordinare la gestione della raccolta di intelligence militare a livello centrale, assumendo in ciò un ruolo sovraordinato ad ogni altra analoga struttura già esistente nelle forze armate americane (ogni forza aveva infatti, e tuttora possiede, un proprio servizio di intelligence), in particolare per quanto concerneva le operazioni oltre le linee nemiche, venendo poi sciolto nel 1945 (fonte citata da “Wikipedia”).

Contenuti

Iscrizioni:
A ESECRAZIONE PERENNE
DELLA “NAZISTA RABBIA” PUR QUI GIUNTA
CHE IL 24 LUGLIO 1944
CON STUDIATA SATANICA FEROCIA
OSCURANTE L'ANTICA BARBARIE
TRUCIDAVA SETTE OPEROSI AGRICOLTORI
COLPEVOLI SOLO DI AMARE
IL PAESE LA TERRA LA CASA
QUESTA PIETRA FU POSTA
PERCHE' RICORDASSE LE VITTIME
I NUOVI FIGLI AMMONISSE

FANUCCI GIULIO (AGENTE QUERCETO)
PAOLINI OLINTO (AGENTE QUERCETINO)
PIANIGIANI ANTONIO (COLONO S. MARGHERITA A SUGAME)
PIANIGIANI GIULIO (COLONO S. MARGHETITA A SUGAME)
BANDINELLI QUINTILIO (AGRICOLTORE VICO)
FORNI ELIO (OPERAIO AGRICOLO VICO)
OLMASTRONI PIETRO
Simboli:
Croce cristiana racchiusa in una ghirlanda scolpita in bassorilievo al centro dell'architrave.

Altro

Osservazioni personali:
Ringrazio la proprietà del Castello di Querceto per avermi concesso la possibilità di scattare le fotografie.

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