255318 - Monumento ai Caduti civili e partigiani – Vigorso di Budrio (BO)

Il monumento è dedicato ai civili ed ai partigiani qui caduti o trucidati dai tedeschi il 21 Ottobre 1944 durante un rastrellamento. Per raggiungerlo basta seguire sulla Via Vigorso, il cartello che ne indica la presenza e proseguire per 1 Km. circa. Il manufatto si trova in un’apposita area ricavata lungo il vialetto che conduce alla casa padronale del Podere Mazzacavallo, nella frazione di Vigorso, in un ambiente reso suggestivo grazie alla presenza di alberi, siepi e piante varie, molto ben curate. Vi si accede percorrendo un brevissimo tratto rivestito di cemento, preceduto da un pilastrino dello stesso materiale, usato per tendere un’eventuale catena di protezione. Il corpo del monumento è costituito da una grande e spessa lastra rettangolare di pietra, sommariamente sbozzata e dai contorni frastagliati. Al centro si trova collocata una lastra rettangolare di marmo sostenuta da quattro perni di ferro. Su detta lastra è composta l’epigrafe riportante, oltre alla data del tragico avvenimento, i nomi di 16 Caduti (7 civili e 9 partigiani) disposti in ordine alfabetico su due file. Da notare che tre partigiani (Bruno Collina, Guerrino Negrini e Paolo Tassoni) non sono caduti in questo luogo, ma fucilati il 22 Ottobre 1944 a Medicina (Bo) insieme ad altri cinque compagni, mentre mancano quelli dei partigiani Carlo Casarini e Medardo Bottonelli, qui caduti in combattimento insieme ad un altro garibaldino rimasto ignoto. I caratteri dell’epigrafe sono di bronzo ed in rilievo. In tempi relativamente recenti, presso il fianco sinistro del monumento (rispetto a chi guarda) è stato collocato un piccolo pannello storico-informativo, incorniciato e sostenuto da un paletto; inoltre, sopra la lapide ed in posizione centrale, è stata applicata una piccola targhetta rettangolare di ottone in cui è incisa una rosa seguita da una dedica della famiglia Schiassi, penultima proprietaria del Podere.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
igorso
Indirizzo:
Via XXXVI Martiri, Podere Mazzacavallo
CAP:
40054
Latitudine:
44.526938
Longitudine:
11.507904

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area dedicata, posta a fianco dell'ingresso del Podere Mazzacavallo.
Data di collocazione:
Monumento attuale inaugurato nel 2000 (?)
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Pietra per la grande lastra che costituisce il corpo portante del monumento. Marmo per la lapide su cui è composta l'epigrafe. Ferro per i quattro perni di sostegno della lapide. Bronzo per i caratteri in rilievo che formano l'epigrafe. Cemento per rivestire il breve percorso che conduce al monumento e per il pilastro atto a sostenere l’eventuale catena di protezione. Ottone per la piccola targhetta posta sopra la lapide.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Budrio
Notizie e contestualizzazione storica:
Dalla scheda della prof.ssa Roberta Mira per il sito www.straginazifasciste.it

I fatti, noti come battaglia di Fiesso e Vigorso del 21 Ottobre 1944, si collocano nel quadro di un’imponente azione di rastrellamento volta sia alla cattura di civili da impiegare come manodopera in Italia o nel Reich, sia alla “messa in sicurezza” di un territorio in cui la Resistenza era piuttosto attiva e godeva di un sostegno ampio da parte della popolazione; la zona, inoltre, appariva interessante per i tedeschi dal punto di vista strategico per concentrarvi le truppe e crearvi una linea difensiva in pianura così da sbarrare l’accesso alla Pianura Padana e al Po agli Alleati, i quali, a inizio Ottobre, avevano raggiunto e liberato parte dei Comuni appenninici della provincia di Bologna.
Ai mesi autunnali del 1944 risalgono anche gli ordini impartiti alle formazioni partigiane bolognesi dal Comando Unico Militare Emilia-Romagna (C.U.M.E.R.) di convergere sulle città maggiori, in particolare su Bologna, per l’insurrezione generale. La rapida avanzata angloamericana faceva, infatti, sperare in una prossima fine del conflitto e i dirigenti della Resistenza volevano che le principali città della regione fossero liberate dai partigiani prima dell’arrivo degli Alleati. Si trattò però di un errore di valutazione: il fronte, infatti, si fermò di lì a poco per la campagna invernale.
In applicazione degli ordini del C.U.M.E.R. le formazioni partigiane bolognesi si spostarono dalle loro abituali zone di operazione verso Bologna e un certo numero di resistenti si concentrò nei comuni attorno alla città. A Vigorso di Budrio, la sera del 20 Ottobre 1944, arrivò un gruppo composto da uomini delle Brigate Garibaldi 36ª (“Alessandro Bianconcini), 62ª (“Camicie Rosse”) e 66ª (“Piero Jacchia”) che si unì alla 1ª Compagnia del Battaglione sappista “Elio Pasquali” (4a Brigata Garibaldi “Remigio Venturoli”) della zona. I partigiani si sistemarono per la notte nel Podere Mazzacavallo, di proprietà delle sorelle Maccagnani, un cascinale in posizione defilata, non occupato dai tedeschi e risparmiato da azioni di rastrellamento e perquisizioni.
All’alba del 21 Ottobre, giorno previsto per il trasferimento a Bologna dei partigiani, iniziò l’operazione di rastrellamento condotta dal Feld-Ersatz-Bataillon della 305ª Infanterie-Division tedesca con la partecipazione di fascisti della 23ª Brigata Nera “Eugenio Facchini” di Bologna. Non è escluso che fossero presenti altri reparti. Secondo numerose testimonianze, i tedeschi avevano a disposizione carte con la segnalazione delle basi partigiane, individuate grazie a ricognizioni effettuate nella zona in precedenza e, probabilmente, all’azione di delatori.
Giunti al Podere Mazzacavallo i nazisti scoprirono quasi immediatamente alcune armi nascoste sotto una catasta di fascine (non è chiaro se abbandonate dai partigiani che avevano pernottato nel podere le sere precedenti, se appartenenti ai partigiani presenti in quel momento nel podere o se lasciate dalle spie come segnale per i rastrellatori); fecero quindi uscire di casa le sorelle Ida, Enrica, Emma e Giuseppina Maccagnani, il marito di quest’ultima Celestino Gabrielli – sfollato con la moglie presso le cognate – il bracciante Ivo Galletti, sua moglie Chiara Poluzzi e la loro figlia Anna Teresa Galletti, e iniziarono a perquisire il rustico. Secondo la maggior parte delle ricostruzioni uno o due soldati si affacciarono alla botola del fienile dove erano nascosti i partigiani e questi, vistisi scoperti, aprirono il fuoco. Lo scontro, che si concentrò nella zona di Vigorso di Budrio e in quella di Fiesso di Castenaso (Bo), fu aspro e durò diverse ore. I partigiani cercarono di sganciarsi, ma otto di loro furono uccisi nel combattimento (Medardo Bottonelli, Carlo Casarini, Enzo Melloni, Mario Pirini, Giovanni Tassoni, Modesto Zanetti, Enzo Zuffi e un partigiano rimasto sconosciuto) e altri furono catturati. Fra questi Ilario Giuliani e Orlando Biavati che cercarono di raggiungere il Palazzo Regazzi e furono fermati dai tedeschi. Ilario Giuliani, trovato in possesso di una pallottola, fu percosso ripetutamente e poi ucciso con un colpo di arma da fuoco alla schiena; non è chiaro se stesse cercando di fuggire per i campi o se i nazisti lo avessero invitato ad allontanarsi per poi sparargli. La sorella di Giuliani raccolse il suo corpo abbandonato e lo trasportò a casa. Biavati fu invece condotto a piedi prima presso un Comando tedesco e poi alla Casa del Fascio di Budrio, dove fu consegnato al segretario del Fascio che, dopo averlo interrogato e aver chiamato un suo parente per riconoscerlo, lo fece ricoverare all’Ospedale. Alcuni dei partigiani superstiti vennero scoperti nascosti in un campo della Possione Corazzina e catturati. Furono trasferiti a Medicina nella sede della Feldgendarmerie (polizia militare tedesca, NdS) a Villa Viaggi, presso la ferrovia “Veneta” e otto di loro vennero fucilati il giorno successivo.
Gli edifici del Podere Mazzacavallo furono incendiati e i civili lì presenti uccisi per aver ospitato i partigiani. Ivo Galletti fu impiccato ad un albero vicino ad un edificio in fiamme e il suo corpo venne carbonizzato; Celestino Gabrielli morì percosso alla testa con il calcio di un fucile. Le sorelle Maccagnani, Chiara Poluzzi e sua figlia Anna Teresa Galletti furono allineate per essere fucilate. Ida, Emma, Enrica e Giuseppina Maccagnani morirono subito, mentre Chiara Poluzzi e la figlia restarono coperte dai corpi delle altre donne: la madre si salvò, ma non la giovane Anna Teresa che morì per le ferite riportate. I corpi dei civili e dei partigiani uccisi in combattimento furono abbandonati sul posto. Solo dopo una decina di giorni ne venne ordinata la sepoltura per intervento del parroco di Vigorso presso le Autorità fasciste locali.

Estremi e note penali: 

L’indicazione sul Battaglione della 305ª Divisione di fanteria tedesca proviene da un documento allegato al rapporto per il mese di Ottobre dell’ufficiale dell’Abwehr della 10ª Armata. Altre fonti, specie la bibliografia locale, indicano altri autori del rastrellamento (militari della 1a Fallschirm-Panzer-Division “Hermann Göring”, Feldgendarmerie di Medicina, granatieri). Non si esclude che abbiano partecipato al rastrellamento anche altri reparti oltre al Battaglione della 305ª, per esempio è possibile la presenza dei gendarmi del presidio di Medicina dove furono portati sia i civili rastrellati che i partigiani catturati. Le fonti sono invece concordi sulla partecipazione al rastrellamento dei fascisti della 23ª Brigata Nera “E. Facchini” di Bologna, attestata anche da “Il Resto del Carlino” del 25 Ottobre 1944.
Dalle fonti disponibili pare che al Podere Mazzacavallo, dove avvenne la strage, vi fossero solo militari germanici. Ilario Giuliani, il partigiano catturato, fu ucciso da tedeschi, ma non è chiaro a quale reparto appartenessero; forse si trattò dei soldati acquartierati al Palazzo Regazzi.
Più di una testimonianza fa riferimento a un partigiano slavo che dopo la battaglia fra resistenti e tedeschi collaborò con questi ultimi per individuare i partigiani fra la massa dei rastrellati, senza però chiarire se il passaggio nelle file nemiche fosse avvenuto prima o dopo i fatti di Fiesso e Vigorso.
La documentazione dei carabinieri del 1946 fa riferimento per la fucilazione di Anna Teresa Galletti e delle sorelle Maccagnani al capitano tedesco Mac Ling (?) (definito “Off. Coll. Stabartz”, forse si tratta dell’ufficiale medico?), mentre per Ivo Galletti parla di truppe tedesche non identificate. I carabinieri non menzionano la morte di Gabrielli.

Procedimento a carico di Bruno Mazza davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna che con sentenza 5 Marzo 1946 dichiarò che non vi erano prove della partecipazione al rastrellamento di Mazza e che il rastrellamento era stato operato soltanto da tedeschi; la Corte condannò Mazza alla pena minima per percosse e minacce a carico di un uomo ritenuto partigiano e renitente alla leva , un reato non collegato all’episodio di Vigorso. Mazza fu amnistiato nel 1946 e riabilitato nel 1966.

1. Bruno Collina (“Moschino”), nato a Castenaso il 27 Marzo 1926, operaio meccanico. Partigiano appartenuto sia al 4° Btg. “E. Pasquali” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli” che alla 66a Brigata Garibaldi “P. Jacchia”. Probabilmente catturato il 21 Ottobre 1944 presso la Possione Corazzina di Castenaso e fucilato dai tedeschi il giorno successivo, 22 Ottobre, nei pressi della Stazione ferroviaria di Medicina insieme ad altri 7 resistenti. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso (*) (***) (****). E' ricordato anche a Medicina, nella targa posta sulla palazzina dell'allora sede della Feldgendarmerie, nell'attuale Via L. Fava, luogo dell'esecuzione.

2. Celestino Gabrielli, nato a Budrio il 2 Settembre 1888, ivi residente; colono. Marito di Giuseppina Maccagnani, sfollato con la moglie presso le sorelle di lei. Civile trucidato a colpi di calcio di fucile il 21 Ottobre 1944 nel Podere Mazzacavallo di Vigorso. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso (****).

3. Anna Teresa Galletti, nata a San Giorgio di Piano (Bo) il 9 Aprile 1928, residente a Vigorso; operaia agricola. Figlia di Ivo Galletti e Chiara Poluzzi. Civile fucilata il 21 Ottobre 1944 nel Podere Mazzacavallo di Vigorso. Nel sito “Storia e Memoria di Bologna” viene riconosciuta come partigiana, senza però indicarne la formazione di appartenenza (**).

4. Ivo Galletti Ivo, nato a Poggio Renatico (Fe) il 7 Maggio 1893, residente a Vigorso; bracciante. Marito di Chiara Poluzzi e padre di Anna Teresa Galletti. Civile impiccato il 21 Ottobre 1944 ad un albero del Podere Mazzacavallo di Vigorso (**).

5. Ilario Giuliani, nato a Fiesso di Castenaso il 24 Gennaio 1921; muratore. Rientrato a Fiesso dopo aver partecipato alla campagna bellica in Africa settentrionale dal 1941 al 1943 (era arruolato nella Regia aeronautica), dopo l'armistizio entrò a far parte del Battaglione “E. Pasquali”, la formazione partigiana attiva nella zona di Castenaso ed inquadrata nella 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”, di cui in seguito diverrà commissario politico di Compagnia. Ucciso il 21 Ottobre 1944 presso Vigorso. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso (*) (***).

6. Emma Maccagnani, nata a Medicina il 4 Luglio 1893, residente a Vigorso; proprietaria di terreno e coltivatrice diretta. Sorella di Enrica, Giuseppina e Ida Maccagnani. Civile fucilata il 21 Ottobre 1944 nel Podere Mazzacavallo di Vigorso. Riposa nel Cimitero di Vigorso (**).

7. Enrica Maccagnani, nata a Medicina il 1° Gennaio 1885, residente a Vigorso; proprietaria di terreno e coltivatrice diretta. Sorella di Emma, Giuseppina e Ida Maccagnani. Civile fucilata il 21 Ottobre 1944 nel Podere Mazzacavallo di Vigorso. Riposa nel Cimitero di Vigorso (**).

8. Giuseppina Maccagnani nei Gabrielli, nata a Budrio il 21 Febbraio 1888, residente a Castenaso; coltivatrice diretta. Moglie di Celestino Gabrielli. Sfollata con il marito presso le sorelle Enrica, Emma e Ida Maccagnani. Civile fucilata il 21 Ottobre 1944 nel Podere Mazzacavallo di Vigorso. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso (****).

9. Ida Maccagnani, nata a Medicina il 3 Maggio 1890, residente a Vigorso; proprietaria di terreno e coltivatrice diretta. Sorella di Emma, Enrica e Giuseppina Maccagnani. Civile fucilata il 21 Ottobre 1944 nel Podere Mazzacavallo di Vigorso. Riposa nel Cimitero di Vigorso (**).

10. Enzo Melloni (“Enrico”), nato a Budrio il 25 Luglio 1922, residente a Bologna; operaio. Partigiano appartenente alla 66a Brig. Garibaldi “M. Jacchia”. Caduto in combattimento il 21 Ottobre 1944 presso il Podere Mazzacavallo di Vigorso. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Budrio. Ricordato anche nel monumento ai Caduti nel Parco della Rimembranza di Budrio, tra Viale I Maggio e Via D'Ormea (*).

11. Guerrino Negrini, nato a Castenaso il 7 Luglio 1925, ivi residente; operaio. Proveniente da famiglia antifascista, aveva disertato da un reparto della Repubblica Sociale Italiana. Partigiano appartenente al Btg. “E. Pasquali” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”. Probabilmente catturato il 21 Ottobre 1944 presso la Possione Corazzina di Castenaso e fucilato dai tedeschi il giorno successivo, 22 Ottobre, nei pressi della Stazione ferroviaria di Medicina insieme ad altri 7 resistenti. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso. E' ricordato anche a Medicina, nella targa posta sulla palazzina dell'allora sede della Feldgendarmerie, nell'attuale Via L. Fava, luogo dell'esecuzione (*) (***) (****).

12. Mario Pirini, nato a Castenaso il 19 Luglio 1925, ivi residente; colono. Militante socialista. Partigiano appartenente al Btg. “E. Pasquali” della 4a Brigata Garibaldi “R. Venturoli”. Caduto in combattimento il 21 Ottobre 1944 presso il Podere Mazzacavallo di Vigorso. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso (*) (***) (****).

13. Giovanni Tassoni (“Puzzi”), nato a Castenaso il 18 Giugno 1926, ivi residente; colono. Partigiano appartenente al Btg. “E. Pasquali” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”. Caduto in combattimento il 21 Ottobre 1944 presso il Podere Mazzacavallo di Vigorso. Cugino di Paolo Tassoni. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso (*) (***) (****).

14. Paolo Tassoni (“Bleck”), nato a Castenaso il 29 Maggio 1926, ivi residente; colono. Partigiano appartenente al Btg. “E. Pasquali” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”. Probabilmente catturato il 21 Ottobre 1944 presso la Possione Corazzina di Castenaso e fucilato dai tedeschi il giorno successivo, 22 Ottobre, nei pressi della Stazione ferroviaria di Medicina insieme ad altri 7 resistenti. Cugino di Giovanni Tassoni . Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso. E' ricordato anche a Medicina, nella targa posta sulla palazzina dell'allora sede della Feldgendarmerie, nell'attuale Via L. Fava, luogo dell'esecuzione (*) (***) (****).

15. Modesto Zanetti, nato a Castenaso il 21 Luglio 1921, ivi residente; muratore. Già aviere nella Regia aeronautica, aveva prestato servizio sul fronte dell'Africa settentrionale dal Settembre 1941 all'Aprile 1943 per poi passare all'Aeroporto di Forlì sino all'armistizio. Partigiano appartenente al Btg. “E. Pasquali” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”. Caduto in combattimento il 21 Ottobre 1944 presso il Podere Mazzacavallo di Vigorso. Nella stele in plexiglass che si trova all’interno della Possione Corazzina, a Castenaso, Zanetti risulta ucciso in questo luogo in un disperato tentativo di sfuggire alla cattura dei tedeschi. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso (*) (***) (****).

16. Enzo Zuffi, nato a Pianoro (Bo) il 9 Gennaio 1925; residente a Castenaso. Partigiano appartenente al Btg. “E. Pasquali” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”. Caduto in combattimento il 21 Ottobre 1944 presso il Podere Mazzacavallo di Vigorso. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso (*) (***) (****).

Non sono citati i nomi di altri tre partigiani caduti in combattimento nel Podere Mazzacavallo di Vigorso il 21 Ottobre 1944:

1. Medardo Bottonelli (“Sfilatino”), nato a Bologna il 25 Marzo 1914, ivi residente; verniciatore. Militante comunista. Già militare nel Regio esercito in Albania e Montenegro. Capo di Stato Maggiore della 62a Brig. Garibaldi “Camicie Rosse”. Decorato di medaglia d'Argento al Valor Militare “alla Memoria”. Riposa nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero della Certosa di Bologna (*).

2. Carlo Casarini (“Pini”), nato a Bologna il 18 Settembre 1944, ivi residente; impiegato. Vice commissario politico di Compagnia della 36a Brig. Garibaldi “A. Bianconcini” (*).

3. Partigiano ignoto. Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castenaso.

I partigiani fucilati a Medicina, oltre a Bruno Collina, Guerrino Negrini e Paolo Tassoni e presenti nella targa posta sul luogo della fucilazione sono:

1. Armandino Grossi (“Nino”), nato ad Ozzano dell'Emilia (Bo) il 1° Luglio 1925, residente a Bologna; tornitore meccanico. Partigiano appartenuto alla 1a Brig. Garibaldi “Irma Bandiera” e alla 66a Brig. Garibaldi “M. Jacchia”. Riposa nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero della Certosa di Bologna (*).

2. Libero Nardi, nato a Ozzano dell'Emilia il 28 Marzo 1944, residente a Bologna; commesso. Partigiano appartenente al Btg. “E. Pasquali” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”. Riposa nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero della Certosa di Bologna (*).

3. Spartaco Rossi, nato a Bologna il 16 Giugno 1921, ivi residente; studente presso la facoltà di Chimica industriale. Frequentò la Scuola allievi ufficiali di Moncalieri (To), divenendo nel Maggio 1942 sottotenente (o tenente) di complemento d'Artiglieria del Regio esercito. Comandante di Battaglione nella 62a Brig. Garibaldi “Camicie Rosse”. Decorato di medaglia d'Argento al Valor Militare “alla Memoria”. Riposa nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero della Certosa di Bologna (*).

4. Dante Scagliarini (“Francesco”), nato a Castel Maggiore (Bo) il 6 Ottobre 1921, ivi residente; bracciante. Di famiglia antifascista, prestò servizio militare nel Regio esercito come carrista, prima a Civitavecchia (Rm) e poi a Pordenone. Comandante del Btg. “E. Pasquali” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli” (*). Nel sito “Storia e Memoria di Bologna” il luogo di nascita è indicato in Sala Bolognese (Bo). Riposa nel Sacrario dei Caduti del Cimitero di Castel Maggiore. Il padre, Cleto Scagliarini, anche lui attivo nel movimento resistenziale, era stato fucilato dai tedeschi, insieme ad altri 6 uomini, in località Biscia, presso Castel Maggiore, il 12 Settembre 1944.

5. Bruno Stagni (“Bologna”), nato ad Argelato (Bo) il 28 Settembre 1922, ivi residente; canapino. Partigiano appartenente alla 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli” (*).

NOTE:

* Ricordato anche nel Sacrario dei Caduti della Guerra di Liberazione di Piazza del Nettuno, a
Bologna.

** Ricordato/a nella lapide ai Caduti della Guerra di Liberazione posta sotto il voltone del Municipio di Budrio, in Piazza Q. Filopanti.

*** Ricordato nella lapide ai Caduti partigiani nel Municipio di Castenaso.

*** Ricordato/a nel monumento ai Caduti posto all'interno del Parco della Resistenza di Castenaso, in Via G. Bentivogli.

FONTI UTILIZZATE:

• www.straginazifasciste.it

• www.storiaememoriadibologna.it

• Roberta Mira e Simona Salustri - “21 Ottobre 1944 – 21 Ottobre 2004. Vigorso: la storia e la memoria”, Comuni di Budrio e Castenaso, Ist. Storico “Parri” Emilia-Romagna, Tipografia Dueeffe, s.l. 2004

• Roberta Mira e Simona Salustri - “I volti della memoria. Partigiani e civili uccisi nella strage di Vigorso/Fiesso (21 Ottobre 1944)”, Comuni di Budrio e Castenaso, Ist. Storico “Parri” Emilia-Romagna, Tipografia Moderna, s.l. 2005

Contenuti

Iscrizioni:
IL 21 OTTOBRE 1944
LA FURIA TEDESCA STRONCO' LE VITE
DI

COLLINA BRUNO
GABRIELLI CELESTINO
GALLETTI ANNA TERESA
GALLETTI IVO
GIULIANI ILARIO
MACCAGNANI EMMA
MACCAGNANI ENRICA
MACCAGNANI GIUSEPPINA

MACCAGNANI IDA
MELLONI ENZO
NEGRINI GUERRINO
PIRINI MARIO
TASSONI GIOVANNI
TASSONI PAOLO
ZANETTI MODESTO
ZUFFI ENZO

E DI ALTRI ITALIANI RIMASTI IGNOTI QUI ACCORSI
AL RICHIAMO DELLA PATRIA OPPRESSA

A RICORDO IL COMUNE POSE

Targhetta di ottone:

Ricordo
da Schiassi Giannina e Angela

Pannello storico-informativo:

21ottobre 1944. All'alba. L'esercito tedesco sta operando da giorni un / rastrellamento a tappeto nelle zone di pianura alla sinistra del fiume Idice, per / cercare i partigiani che si presume siano nascosti nelle campagne circostanti. / Procedendo in direzione nord, i tedeschi arrivano nel cortile del podere / Mazzacavallo, di proprietà delle sorelle Maccagnani, che ospita, proprio quel / giorno, molti partigiani di diverse brigate di montagna. / Tra questi una compagnia del battaglione “Elio Pasquali”. / Sotto un cumulo di fascine, trovano alcune armi, e scatta l'allarme. / La perquisizione si fa più serrata e i tedeschi decidono di ispezionare il fienile / (dove si trovano i partigiani nascosti), e mentre un soldato sale una scala a pioli / che porta al deposito del fieno, un partigiano di sentinella, apre la botola e spara. / E' l'inizio di un violento scontro, in cui perdono la vita tedeschi e partigiani. / I superstiti riescono fortunosamente a fuggire, attraverso una scala interna del / fienile e si dirigono in direzione del fiume Idice sempre sparando, per cercare / di fare arretrare i tedeschi. Per punire la famiglia Maccagnani che aveva dato / ospitalità ai partigiani, i tedeschi bruciano la cascina, uccidono le donne ed uno / sfollato che vi si era rifugiato, lasciandone i corpi abbandonati all'aperto, come / monito alla popolazione.
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
La prima lapide in memoria di questi Caduti si trovava affissa su una parete esterna di un fabbricato del Podere Mazzacavallo, per la precisione su quello che si vede nella fotografia n. 11, accanto alla finestra bordata di bianco. Tra il 1998 e il 2000 i nuovi proprietari del Podere Mazzacavallo succedutisi ai fratelli Schiassi, da poco deceduti, chiesero al Comune di Budrio di spostare la lapide dalla casa ristrutturata, pur accettando l'istituzione di una servitù gratuita di uso pubblico di una parte del loro possedimento dove ricollocare la lapide. Grazie a ciò è stato realizzato l'attuale monumento che, trovandosi a pochi passi fuori dalla recinzione del fondo, ne permette una più comoda accessibilità per commemorazioni e visite. Per quanto concerne il fienile, di questo sono rimasti i muri portanti.
Per quanto mi concerne, non posso che essere grato (sebbene in maniera indiretta) ai proprietari del fondo per la sensibilità dimostrata nel concedere un proprio spazio per la conservazione di questa importante testimonianza nella storia del territorio e non solo.

Coordinate Google Maps: 44.526938, 11.507904

Gallery