Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Cavour, 44
- CAP:
- 52100
- Latitudine:
- 43.4651875
- Longitudine:
- 11.8803125
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- androne del liceo
- Data di collocazione:
- 1937
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Nicchia architettonica e lastre commemorative in travertino e sculture in bronzo patinato
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Arezzo
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il monumento, opera di Mario Moschi, è dedicato agli studenti del Liceo ginnasio F.Petrarca di Arezzo Caduti in guerra- Premio del Ministero della Pubblica Istruzione del 1937. La dedica ai Caduti è estesa ai Caduti di tutte le guerre. Sulla parete a destra è stato apposto il Bollettino della vittoria, Proclama del Gen. Diaz in bronzo.
Contenuti
- Iscrizioni:
- Nel panneggio della Vittoria alata c'è la firma dell'autore: "M. Mochi Fece/S. Biagiotti Fuse".
In basso sul basamento della nicchia: "Caddero divinando nella luce del grande sacrificio la grande Patria rinata" e iscrizione dell'era fascista cancellata MCMXXXVI-XIV.
(prima lastra)
CADUTI NELLA GUERRA 1915-18
ALESSANDRI IGINO, BENVENUTI GIUSEPPE medaglia d'oro, CAPORALI PIER TOMMASO, CELENZA FRANCESCO, COLINI ELIO, CRISTOFANELLI GINO, FERRI LEONE, FRACASSI SANTI, GAMURRINI GIOVANNI, GIUSTI ANNIBALE, GUIDELLI GINO, HEISS GIORGIO, MAGINI MARIO, MANCINI GIUSEPPE medaglia d'oro, MASTROSCUSA GIAN FEDELE, MEUCCI GIUSEPPE, MUGNAI GIOVANNI, NARDI LUIGI
(seconda lastra)
CADUTI NELLA GUERRA 1915-18
NENCIOLI RAFFAELLO, ONGARD NATALE, PALIOTTI LANDO, PELLEGRINI GUIDO, PERTICUCCI UMBERTO PAOLO, PIOPPA ANTONIO FRANCESCO, POLVERINI ELIA, PONTICELLI SANTI, RASPINI AGOSTINO, RICCI GIOVANNI, SANDRELLI GIUSEPPE, SAVELLI LUCA, UNGANIA DARIO, UNGANIA SILVIO, VIVARELLI GUIDO
CADUTO IN SPAGNA
CECCHERELLI VITTORINO medaglia d'oro
(terza lastra)
IL LICEO "FRANCESCO PETRARCA" RICORDA I SUOI ALUNNI CADUTI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE E NELLA RESISTENZA 1940-1945
BELLUCCI MAURIZIO, BIANCONI FRANCO, BORRI PIO medaglia d'oro, BRUNI GIACINTO CARLO, CAJOLI LUCIANO, CAJOLI MARCELLO, CARLETTI LUIGI, CONTINENZA MICHELE, CORSI ALBERTO, CUTINI ANTONIO, GUILIANI LORENZO, GUIDUCCI GIOVANNI, INTERLANDI UMBERTO, LAMBARDI LELIO, MAGRI MARIO medaglia d'oro, MARTINELLI ALDO, PACI ENZO, PIERACCINI OTTAVIANO, POGGESI LUIGI, SALVADORI MARIO, SISTI OTTAVIO, TANI SANTI medaglia d'oro, VESTRI FRANCO, VIGNALI LUCIANO
Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12
Bollettino di guerra n. 1268
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.
Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito
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