164407 - Monumento ai Caduti della Grande Guerra – Dovadola

Il monumento ai Caduti della prima guerra mondiale si erge al centro di piazza della Vittoria, circondato da un’aiuola introdotta da pilastri in pietra affiancati da due cipressi.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza della Vittoria
CAP:
47013
Latitudine:
44.1217532
Longitudine:
11.8873943

Informazioni

Luogo di collocazione:
Piazza
Data di collocazione:
31/01/1925
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Basamento in pietra, Statua in bronzo
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Dovadola
Notizie e contestualizzazione storica:
Il Comitato pro Monumento ai Caduti di Dovadola nacque nel 1922 con il preciso scopo di finanziare la costruzione del monumento. Per la sua realizzazione venne chiamato Mario Sabatelli, scultore pugliese già pratico di opere monumentali, che firmò il contratto il 31 gennaio 1925. La statua e il rilievo riportano ben leggibile la sua firma. L’opera è composta da una scalinata che conduce verso un’ampia base in pietra elaborata. Sul lato frontale di questa è la dedica, sovrastata da un altorilievo in bronzo raffigurante due soldati che giacciono esanimi sullo sfondo di una scena di battaglia. Gli altri tre lati sono decorati negli angoli con teste d’ariete unite da festoni. Sul basamento grava un obelisco in pietra che sorregge una statua in bronzo. La scultura rappresenta una figura femminile dall’aspetto robusto e ben tornito: ha la testa cinta da una corona vegetale e indossa un pesante mantello e una veste all’antica. Nella mano destra tiene una spada e nella sinistra uno scudo con l’effigie di una rocca medievale, simbolo della città. La statua ritrae la Patria, una delle figure più rappresentate nei monumenti del primo dopoguerra.

Contenuti

Iscrizioni:
Lato frontale: DOVADOLA AI SVOI CADVTI.
Lato destro: 4 NOVEMBRE 1918.
Lato sinistro: 24 MAGGIO 1915.
Sotto al basamento della statua: M.
Sabatelli (scultore).
Lato posteriore: COMUNICATO DELLA
VITTORIA.
COMANDO SUPREMO, 4 NOVEMBRE 1918
ORE 12 LA GUERRA CONTRO L’AUSTRIAUNGHERIA
CHE, SOTTO L’ALTA GUIDA DI
S.M. RE- DUCE SUPREMO – L’ESERCITO
ITALIANO, INFERIORE PER NUMERO E
PER MEZZI, INIZIO’ IL 24 MAGGIO 1915 E
CON FEDE INCROLLABILE E TENACE
VALORE CONDUSSE, ININTERROTTA ED
ASPRISSIMA PER 41 MESI, E’ VINTA.
LA GIGANTESCA BATTAGLIA INGAGGIATA
IL 24 NELLO SCORSO OTTOBRE E ALLA
QUALE PRENDEVANO PARTE 51
DIVISIONI ITALIANE, 3 BRITANNICHE, 2
FRANCESI, 1 CZECOSLOVACCA, ED UN
REGGIMENTO AMERICANO CONTRO 73
DIVISIONI ASTRO-UNGARICHE, E’ FINITA.
LA FULMINEA ARDITISSIMA AVANZATA
DEL 29° CORPO D’ARMATA SU TRENTO,
SBARRANDO LE VIE DELLA RITIRATA
ALLE A MATE NEMICHE DEL TRENTINO,
T AVOLTE AD OCCIDENTE DALLA 7° A
MATA E AD ORIENTE DA QUELLE D LLA
1°, 6° E 4°, HA DETERMINATO I RI LO
SFACELO TOTALE DEL F ONTE
AVVERSARIO.
DA BRENTA AL TORRE IRRESISTIBILE
SLANCIO DELLA 12°, DELL’8°, DELLA 10°
ARMATA E DELLE DIVISIONI DI
CAVALLERIA RICACCIA SEMPRE PIU’
INDIETRO IL NEMICO FUGGENTE.
NELLA PIANURA S.A.R. IL DUCA D’AOSTA
AVANZA RAPIDAMENTE ALLA TESTA
DELLA SUA INVITTA III° ARMATA
ANELANTE DI RITORNARE DA ESSA GIA’
GLORIOSAMENTE CONQUISTATE, E CHE
MAI AVEVA PERDUTE.
L’ESERCITO AUSTO-UNGARICO E’
ANNIENTATO: HA SUBITO PERDITE
GRAVISSIME NELL’ACCANITA
RESISTENZA NEI PRIMI GIORNI DI
LOTTA, E NELL’INSEGUIMENTO: HA
PERDUTO QUANTITA’ INGENTISSIME DI
MATERIALE DI OGNI SORTA E
PRESSOCHE’ PER INTERO I SUOI
MAGAZZINI E DEPOSITI; HA LASCIATO
FINORA NELLE NOSTRE MANI CIRCA
TRECENTOMILA PRIGIONIERI CON
INTIERI STATI MAGGIORI E NON MENO DI
CINQUEMILA CANNONI.
I RESTI DI QUELLO CHE FU UNO DEI PIU’
POTENTI ESERCITI DEL MONDO
RISALGONO IN DISORDINE E SENZA
SPERANZA LE VALLI CHE AVEVANO
DISCESO CON ORGOGLIOSA SICUREZZA.
DIAZ
Simboli:
Teste d’ariete, donna muscolosa e armata, con una corona vegetale in testa (la patria), festoni, soldati caduti, stella.

Altro

Osservazioni personali:
Questo monumento maestoso, che rappresenta il coraggio e l’audacia dei soldati morti per l’Italia, è molto significativoper chi ha studiato la guerra. Anche se non si leggono le iscrizioni si capisce subito di cosa si parli, che cosa hanno vissuto gli uomini in guerra, che cosa ha portato la guerra al popolo. È un momumento molto esplicito, anche solo guardandolo ti facapire cosa provava il popolo e cosa i
soldati: dolore e tristezza.

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