129976 - Monumento ai Caduti della Grande Guerra – Imola

Realizzato dall’architetto Giovanni Battista Milani e dallo scultore Angelo Zanelli viene inaugurato nel 1928 dai reali d’Italia in Piazza Vittorio Emanuele e successivamente spostato nel 2011 nel Parco della Memoria.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Viale Guerrazzi, 21 B
CAP:
40026
Latitudine:
44.3424853
Longitudine:
11.678721900000027

Informazioni

Luogo di collocazione:
Giardino "Curti" – Indirizzo originario: Piazza Matteotti, precedentemente piazza Vittorio Emanuele
Data di collocazione:
1928
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Obelisco in pietra di Viterbo con dettagli in bronzo. Nomi dei caduti incisi su lastre di ferro
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Ministero dei Beni Culturali.
Notizie e contestualizzazione storica:
http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/46/669
Il monumento è un obelisco a quattro facciate, circondato da una piccola scalinata a tre gradini. Su ogni angolo dell'obelisco è rappresentato una figura di vittoria alata. Le vittorie sorreggono un'ara simbolica con festoni di quercia. Da essa si eleva la stele di pietra, in origine fasciata nella sommità da fasci littori e corone d'ulivo, la quale rappresenta simbolicamente "la fiamma purificatrice e vivificatrice" che prende vita nel braciere. Nel basamento tra i piedistalli che sorreggono le vittorie sono inserite quattro lapidi bronzee con l'elenco dei Caduti.Realizzato dall'architetto Giovanni Battista Milani e dallo scultore Angelo Zanelli viene inaugurato nel 1928 dai reali d'Italia in Piazza Vittorio Emanuele e successivamente spostato nel 2011 nel Parco della Memoria. L’opera, composta da 120 elementi in pietra di Viterbo e bronzo, fu ultimata nel dicembre del 1926 e subito coperta da un telo che la nascose alla vista dei cittadini fino al 1928, periodo in cui si svolsero i lavori di riqualificazione della piazza.
Per arrivare al monumento si passa per una stradina di pietra chiamata "il percorso della memoria"
La storia del monumento ai Caduti di Imola è travagliata. Il 27 luglio 1943 furono tolti e distrutti i fasci littori che lo decoravano; negli anni Sessanta e Settanta si cominciò a parlare dell’opportunità di rimuoverlo dalla piazza; nel 2002 fu sottoposto a vincolo di tutela dal Soprintendente Regionale per la sua importanza storico-artistica; negli anni seguenti, la riqualificazione della piazza, attuata dopo una serie infinita di avvio e fermo lavori dovuti ad irregolarità e contrasti, ha portato, fra mille polemiche, allo smontaggio del manufatto.
I 120 pezzi che lo compongono, sono stati restaurati e ricomposti nel 2011 nel giardino “Curti”, con i quattro storici lampioni attorno al basamento.

Contenuti

Iscrizioni:
Tutti i nomi dei caduti (520). Inoltre nella parte frontale è presente una frase: "IMOLA, ai suoi figli caduti eterni nell'esempio e nell'amore".
In altre due facciate sono presenti numeri romani: MCMXVIII, MCMXV
Nomi:
Dal Borgo Francesco Golinelli Nerino Bertozzi Guerrino Bianconi Ugo Matteucci Ettore
Sant'Andrea Luigi Bellosi Vincenzo Cremonini Adelmo Becca Enrico Natuzzi Anselmo
Nonni Adelmo Brusa Fortunato Musconi Antonio Bernabé Luigi Grandi Antonio
Villa Angelo Galvani Enea Selva Liguarco Foronci Neo Topi Aurelio
Cremonini Adelmo Minghazzi Natale Pratella Stefano Volta Arturo Sammaroli Gaetano
Zannoni Angelo Martelli Adelmo Capra Tommaso Baldassari Giuseppe Manaresi Antonio
Quercia Antonio Bollini Gustavo Errani Vincenzo Casolini Giulio Monti Giuseppe
Pirazzi Delmo Scardovi Guerrino Castaldi Natale Bandini Giuseppe Cremonini Augusto
Foschi Luigi Cremonini Romano Pratella Carlo Nanni Romeo Albertazzi Rodolfo
Tori Ernesto Cambiucci Claudio Gambi Enrico Pirazzini Giuseppe Duchini Giuseppe
Guglielmi Fortunato Mazzetti Luigi Brunetti Giacomo Cavoli Mario Chini Adelmo
Cuscini Elisio Davalle Adelmo Casoli Enrico Dadina Vincenzo Ricci Guerrino
Grandi Celso Ferdori Remo Birrini Eugenio Santandrea Pascuale Gianstefani Domenico
Valgimigli Angelo Musi Paolo Silibani Michele Chilarini Luigi Santandrea Paolo
Zappi Anselmo Tarroni Silvio Zappi Saturno Costa Sante Firazzini Giuseppe
Buscaroli Natale Maiardi Carlo Casadio Luigi Visani Natale Farina Arturo
Cacchi Eugenio Dal Pozzo Luigi Fossi Giuseppe Mondini Angelo Giordano Nino
Maccolni Pietro Serantonio Arturo Villa Giacomo Albertazzi Battista Andaló Franceso
Morini Armando Gordini Gulio Laghi Domenico Dell'osso Attiglio Fontanelli Alberto
Baldiserri Mario Grandi Pietro Berti Federico Ravanelli Francesco Ricciardelli Pietro
Gonni Giovanni Savorini Roberto Cipriani Arturo Villa Domenico Massarri Giovanni
Liverani Mario Sabelli Giuseppe Ferlini Domenico Bandini Giovanni Grandi Gildo
Morciano Cleto Civolani Alfeo Cenni Francesco Calanti Luigi Sentimenti Guido
Bacchilega Celso Bartoletti Federico Ortolani Romeo Martini Giacomo Gibertini Ottavio
Buscaroli Domenico Sgubbi Armando Calsani Alfonso Pisani Primo Andaló Giovanni
Facchini Agostino Valdré Alfredo Giacomoni Innocenzo Gollini Olindo Ronchi Augusto
Savini Gualiero

Vitartali Giuseppe Manara Giovanni Montroni Domenico Tinnarelli Giovanni Millina Luigi
Bazzani Enrico Guerrini Primo Zuffi Angelo Mirri Vincenzo Tabanelli Domenico
Mongardi Arturo Battilani Giovanni Poggi Pietro Dongellini Alfredo Cresi Alfredo
Valli Francesco Gamberini Abramo Tozzi Alfredo Pasini Alessandro Betti Giuseppe
Gherardi Antonio Gardelli Tommaso Villa Pietro Poletti Angelo Mazzolani Battista
Gnocchi Battista Sentimenti Decio Sangiorgi Primo Chiarini Luigi Pratella Annibali
Tamburelli Angelo Brusa Enrico Tozzola Angelo Bellosi Silvio Brusa Giovanni
Rivalta Afredo Fiumi Annibale Serveri Giuseppe Brini Armando Conti Guerrino
Galassi Cleto Monti Angelo Zani Giuseppe Gardenghi Giuseppe Contoli Angelo
Bendanti Antonio Absirti Armando Bassani Giuseppe Morsiani Giuseppe Gaddoni Venerio
Tampieri Eugenio Sangiorgi Giovanni Contoli Enea Camorani Andrea Salvatori Ciro
Liverani Ermenegildo Marconi Valentino Trovabene Paolo Casadio Luigi Costa Andrea
Pasini Mario Monti Roberto Mirri Carlo Cenni Giuseppe Ponzi Olindo
Toni Giuseppe Veroli Tito Andalò Giuseppe Dalmonte Domenico Resta Virgilio
Zappi Adolfo Tiraboni Ugo Martignani Paolo Ferri Luigi Tarroni Eugenio
Bedeschi Bartomeo Xella Primo Enrico Baroncini Luigi Rivalta Luigi Favalini Aldo
Bettini Carlo Montroni Aurelio Galanti Massimiliano Liverani Pietro Beltrani Natale
Vannini Antonio Selvatici Bruno Conti Antonio Mondini Silvio Dandi Giacomo
Tarabusi Evelino Gaddoni Antonio Cané Roberto Pratella Aurelio Rossi Raffaele
Sabattani Giuseppe Suzzi Ugo Plazzi Attilio Sangiorgio Ezio Villa Vero
Grandi Aldo Gulmanelli Domenico Galvani Tommaso Golinelli Domenico Lanzoni Luigi
Pasini Francesco Vannini Enrico Marzocchi Giovanni Montanari Silvio Cremonini Bartolo
Carnevali Enrico Terziari Fernando Gasparri Giovanni Giovannini Carlo Melandri Francesco
Vannini Antonio Macchirelli Isidoro Ronchi Giovanni Curti Stefanino Trombetti Salvatore
Martignani Pietro Martignani Francesco Battilani Luigi Sabattani Antonio Marri Bruno
Guerra Marcello Selvatici Enea Fuzzi Ercole Raffaele Corbelli Custode Zini Antonio
Dal Pozzo Adolfo

Simboli:
Figure di vittorie alate che rappresentano lo sforzo bellico compiuto dall'esercito al raggiungimento della vittoria nei suoi campi fondamentali: l'armata della terra, del mare, del cielo e dell'officina. Le vittorie sorreggono un'ara simbolica con festoni di quercia. Da essa si eleva la stele di pietra, in orogine fasciata nella sommità da fasci littori e corone d'ulivo, la quale rappresenta simbolicamente "la fiamma purificatrice e vivificatrice" che prende vita nel braciere.

Altro

Osservazioni personali:
E' tenuta molto bene, nonostante sia esposta a tutte le intemperie.

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