243547 - Monumento ai Caduti della Resistenza nel Pinerolese – Prarostino (TO)

Il “Faro della Libertà” di Prarostino ricorda, con la sua ardita architettura, i 600 partigiani dei 51 Comuni delle Valli Pinerolesi caduti nella lotta di Liberazione. Progettato dagli architetti Gabetti ed Isola, realizzato con vari contributi, tra cui l’apporto gratuito di ex-partigiani ed il dono del pietrame da parte dei cavatori di Bagnolo Piemonte, il monumento si presenta come una torre-traliccio, praticabile internamente, su pianta quadrata. Realizzato in pietra grezza, è alto 15 metri, e termina con un terrazzino ed una asta metallica, sormontata da un faro.
Si tratta di un’architettura della quale è possibile fare esperienza diretta, addentrandosi al suo interno e percorrendola, per la stretta e tortuosa scala, con il solo scopo di evocare la difficile strada per la conquista della Libertà, che si raggiunge una volta arrivati in cima ad osservare l’ampio panorama circostante.
Alla base dell’opera sono collocate due pietre con incise l’epigrafe dedicatoria e le date di inaugurazione; una lastra di crediti in bronzo; ed un pannello con la famosa epigrafe “Ad ignominia” scritta da Piero Calamandrei. L’alto lampione sulla terrazza fa anche da asta per un grande tricolore.
Intorno al monumento è presente un’area verde, con pannelli informativi, panchine, piante e massi, e sono collocate diverse aste portabandiera, tre con le bandiere italiana, piemontese ed europea, e le altre con bandiere di vari paesi. Nei pressi si trovano il Parco della Rimembranza, il Cimitero ed il Municipio, con le Lapidi ai Caduti delle due guerre mondiali.
Il Faro della Libertà è uno dei pochi monumenti italiani ai Caduti di natura esclusivamente architettonica, dedicato al solo ricordo di essi, senza alcuna valenza funzionale come edificio, ma anche senza raffigurazioni simboliche.

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
San Bartolomeo
Indirizzo:
Piazza della Libertà
CAP:
10060
Latitudine:
44.86562386268
Longitudine:
7.2701728179298

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area verde a lato strada
Data di collocazione:
18 Giugno 1967
Materiali (Generico):
Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Torre in pietra con parapetti in ferro; lastra in bronzo. Sono presenti pannelli informativi e diverse aste portabandiera.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
In considerazione della sua importanza storica ed architettonica, il monumento è censito nell'ambito del progetto "Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi" promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, come "Monumento ai Caduti della Resistenza"

Sulla scheda si leggono i seguenti estratti:
«Affidata alla realizzazione diretta dei partigiani compagni di Isola nella lotta di liberazione, l’opera ha il valore simbolico di monumento visivo coinvolgente il paesaggio.
Tre setti angolari di pietra locale determinano una successione volumetrica entro cui si inserisce la scala d’accesso alla piattaforma di metaforica, evocatrice e ammonitrice osservazione della riconquistata, sempre difficile, condizione di libertà.
La salita e lo sguardo sono atti ai quali è affidata una celebrazione attiva, operante del ricordo che dal manufatto si trasferisce alla misura territoriale su cui può spaziare, sostare e ritornare il paesaggio della vista». (Paolo Zermani (a cura di), Gabetti e Isola, Zanichelli, Bologna 1989, pag. 69).

«Al di sopra del muro di cinta del piccolo cimitero di San Bartolomeo di Prarostino, lungo la valle del Chisone, una scala della larghezza di soli 70 cm sale tra alti setti murari che impediscono la visuale. Al termine del percorso l’uscita, a 12.50 metri circa di altezza, è su di una larga piattaforma quadrata a sbalzo, al centro della quale è collocato il supporto per un faro. Il monumento alla Resistenza di Prarostino, che rappresenta 51 Comuni piemontesi, viene progettato per essere realizzato in gran parte direttamente dalla committenza, un gruppo di partigiani del cuneese compagni di Isola nella lotta di Liberazione. I tre setti murari a L che contengono la scala, differenti in altezza e digradanti verso l’interno del quadrato ideale in cui la struttura si inscrive, sono della medesima pietra locale con cui è realizzato il muro del cimitero; i parapetti della scala sono in ferro, i gradini e le solette dei pianerottoli in pietra da taglio. La piattaforma poggia su un assito in legno. La geometria che regola la composizione è elementare, come priva di retorica è la torre – o faro – che respinge il concetto stesso di monumentalità. Piuttosto un segno, duro e controllato al contempo, per evocare una fatica mai dimenticata. Nella gloriosa serie dei monumenti disseminati nella penisola, questo è uno dei primi che rinuncia a un’espressione figurativa in favore di un oggetto architettonico: non puramente simbolico - è il caso del traliccio del monumento ai caduti nei campi tedeschi dei BBPR a Milano - e nemmeno legato a una funzione sepolcrale, come il grande masso che ricopre le tombe delle Fosse Ardeatine a Roma. Si tratta di un’architettura della quale è possibile fare esperienza diretta, addentrandosi al suo interno e percorrendola, e tuttavia non destinata a rispondere a ragioni di carattere funzionale». (Andrea Guerra, Manuela Morresi, Gabetti e Isola: Opere di architettura, Electa, Milano 1996, pag. 125).

«Finita la guerra alcuni amici con i quali avevo partecipato alla Liberazione ci avevano chiesto un consiglio per un Monumento alla Resistenza da porre su di una roccia a Prarostino. Abbiamo proposto non una statua o un simbolo ma un percorso. Una scala, che si annoda stretta tra le quinte di pietra e porta a una piattaforma dalla quale si scorgono i luoghi dei combattimenti, il teatro della guerra Partigiana in quelle valli. Oramai il monumento-torre di Prarostino è diventato un segno acquisito nel paesaggio ed è percorso in su e in giù da ragazzini e da anziani: speranza e memoria». (Aimaro Isola, Violenza nell’architettura, Aión Edizioni, Firenze 2004, pp. 45-47).

Per l'epigrafe di Calamandrei, la cui lapide originale si trova nell’atrio del Palazzo Comunale di Cuneo, si veda ad esempio "Lo avrai, Camerata Kesserling…" sul sito dell'ANPI di Vicenza.

Per una introduzione ai fatti della Resistenza nelle valli Pellice, Chisone e Germanasca, si veda invece la raccolta di documenti e testimonianze "Sentieri della Resistenza nel Pinerolese", sul sito del Comune di Pinerolo,

Contenuti

Iscrizioni:
Epigrafe dedicatoria:

AI CADUTI DELLA
RESISTENZA
NEL PINEROLESE

Lastra di credito:

1967
PROGETTO OFFERTO DAGLI ARCH.
ISOLA E GABETTI
REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO
VOLONTARIO DI EX PARTIGIANI
E VALLIGIANI - SOSTENUTI
DALLA GENEROSITA' DI ENTI
E PRIVATI CITTADINI

Incisione delle date salienti:

INAUGURAZIONE
18 GIUGNO 1967
---
22 GIUGNO 1997
18 GIUGNO 2017


Riproduzione della "Lapide ad ignominia":

Lo avrai
Camerata Kesselring
Il monumento che pretendi da noi italiani
Ma con che pietra si costruirà
A deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
Dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
Non colla terra dei cimiteri
Dove i nostri compagni giovinetti
Riposano in serenità
Non colla neve inviolata delle montagne
Che per due inverni ti sfidarono
Non colla primavera di queste valli
Che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d'ogni macigno
Soltanto con la roccia di questo patto
Giurato fra uomini liberi
Che volontari si adunarono
Per dignità e non per odio
Decisi a riscattare
La vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
Ai nostri posti ci ritroverai
Morti e vivi collo stesso impegno
Popolo serrato intorno al monumento
Che si chiama
Ora e sempre
RESISTENZA

Piero Calamandrei


Simboli:
All'ingresso della scala del monumento è posto un drago stilizzato in ferro battuto, simbolo di custodia.

Altro

Osservazioni personali:
Alla data di compilazione della presente scheda, il "Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi" annovera 4922 architetture, delle quali 32 alla voce "Monumenti", due di essi presenti appunto in Piemonte, a Prarostino e Bardonecchia.

Gallery