Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Contrada Piazza del Carmine, strada provinciale 11
- CAP:
- 98030
- Latitudine:
- 37.910278
- Longitudine:
- 15.2774084
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Spazio sopraelevato lungo la Strada Provinciale 11
- Data di collocazione:
- 1991
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Basamento e corpo del monumento in granito; lapidi con iscrizione e con stemma civico in marmo.
Quattro borchie metalliche in bronzo che fissano la lapide al monumento
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Mongiuffi Melia
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Mongiuffi Melia, in ragione di due centri distinti che risalgono alla tradizione storica del sito peloritano (il Marchesato di Mongiuffi e la Baronia di Melia) possiede due monumenti gemelli realizzati nel medesimo arco temporale (1991) a cura dell’Amministrazione comunale. Entrambi sono opere semplici, a cippo, senza lapidi o iscrizioni con i nomi dei caduti, realizzati nel 1991 dalla ditta “Antonio Furnari - Marmi e graniti” di Patti.
La scritta dedicatoria: DULCE ET DECORUM / EST PRO PATRIA MORI – MONGIUFFI AI SUOI CADUTI ( É dolce e dignitoso morire per la patria), è riferita al celebre verso di Orazio [Or., Odi, III, 2,13] poi ripreso dal poeta inglese Wilfred Owen [ W.Owen, da “Poesie di guerra”, Dulce et Decorum Est], morto in un’azione di guerra sul fronte occidentale una settimana prima della firma dell’armistizio.
LA STORIA DELLA GALLERIA POSTOLEONE
Durante il periodo della guerra del 1915-18, al Km 4 della Strada Provinciale 11 di Mongiuffi, è stata scavata nella viva roccia calcarea, dalle mani di circa 300 prigionieri austriaci, la galleria di Postoleone. Il tunnel dal dirompente impatto scenografico (tanto che è stato selezionato da importanti registi e produttori come set di film cult, vedi “L’avventura” del 1960 di Michelangelo Antonioni ) unisce i comuni jonici messinesi di Letojanni a Melia e al villaggio di Mongiuffi. A mani nude o con rudimentali scalpelli la compagine di militari austriaci diede vita a un vero e proprio traforo lungo la Valle del Ghiodaro. Il loro ingegno e la loro esperienza manuale permisero di sagomare la struttura con i requisiti dei cunicoli ricavati nelle Alpi e di rimaneggiare la distanza tra mare e monte, erigendo più spezzoni di muraglioni che supportavano l’arteria e fungevano da allaccio all’entroterra che sarebbe rimasto isolato.
Questa la storia: Il 12 dicembre del 1915 il signor Sebastiano Cuzari aveva bisogno di un intervento da parte del Senatore Francesco Durante per prolungare la strada Letojanni – Mongiuffi Melia. Il 24 dicembre di quello stesso anno Durante rassicurava Cuzari di una sua intercessione con il suo amico Generale e deputato, Giuseppe Ciancio.
Il pomeriggio dell’Epifania del 1916, 300 soldati austriaci fatti prigionieri dopo le prime battaglie sull’Isonzo, giungevano a Letojanni. L’accoglienza alla Stazione ferroviaria di Letojanni fu “poco elegante e molto infelice” da parte della popolazione del posto che la esternò con insulti, sputi e lancio di agrumi in quanto si pensava a loro come nemici.
Erano tutti giovani tra i 20 e i 25 anni con folti baffi e goffe divise; non erano trattenuti con la palla al piede. Gli ufficiali, tra i quali figura un certo Wilfred Hans Haider, dormivano a Melia nella casa dei Lo Turco, mentre i soldati furono accampati in alcune baracche di legno sulla sponda del Fiume Leto, sotto la sorveglianza dei carabinieri di Letojanni e Limina. La mattina si spostavano in fila indiana lungo la Provinciale n.11 e al km 4,100 incominciarono a scavare la galleria. Con le pietre estratte alzarono un muro in stile tirolese, di cui oggi ne sono rimasti soltanto circa settanta metri. Il lavoro era di circa 8 - 10 ore al giorno e ricevevano un compenso come dei civili. Una volta alla settimana a gruppi e sotto sorveglianza, scendevano a Letojanni per fare la spesa e potevano così inviare e ricevere la posta dei loro familiari.
La presenza austriaca, prima accolta con diffidenza e sospetto dagli abitanti del luogo, fu poi accettata e pare che la gente locale abbia spesso rifocillato i soldati sul finire delle loro fatiche quotidiane. In particolare, alcune giovanette del posto che si presero cura dei giovani militi, ne conquistarono anche il cuore, tant’è che all’indomani dell’inaugurazione della galleria, il 28 luglio del 1918, molti dei prigionieri non fecero ritorno più a casa, ma restarono in terra sicula, conquistati dalla cura e dagli aiuti che ricevettero durante la loro permanenza forzata.
Un altro aspetto molto interessante legato alla galleria è la presenza di alcune stanzette nella roccia, ottenute sempre dallo scavo artigianale degli austriaci. Piccoli antri documentati da foto che immortalarono i combattenti durante i lavori di scavo, apparsi nei sogni degli eredi con qualche apparizione dei loro avi. Tra realtà e leggenda si narra che gli stessi avi dei soldati austriaci suggerirono sempre in sogno di fare visita a Mongiuffi Melia e verificare l’attendibilità di un possibile tesoro secretato in quelle stanze. Di certo nel 1992, in occasione delle fasi di scavo per intervenire sulla rete fognaria, fu rintracciato un tombino che conduceva ai famosi locali intrappolati nella roccia, ma lo stesso fu sotterrato per sempre.
La storia del legame tra i siciliani e gli austriaci durante la Grande guerra continua e nell’autunno del 2023 il colonnello Dieter Allesch, presidente della Croce Nera d’Austria (ente morale fondato nel 1919, che collabora con il Ministero della Difesa austriaco con lo scopo di preservare, curare e dare degna sepoltura a tutti i caduti nei conflitti mondiali in Austria e all’estero) è venuto a Mongiuffi, ha visitato la galleria di Postoleone e ha consegnato l’onorificenza a Giuseppe Minissale, capogruppo degli Alpini di Messina, unitamente a Domenico Interdonato, consigliere Associazione Nazionale Alpini ANA Sezione Sicilia, per essersi distinti con operosità e impegno nella ricerca in Sicilia dei militari austriaci prigionieri e sepolti in numerosi cimiteri dell’isola.
Contenuti
- Iscrizioni:
- Iscrizione dedicatoria sul prospetto principale: DULCE ET DECORUM/EST PRO PATRIA MORI/ – MONGIUFFI AI SUOI CADUTI
- Simboli:
- La figurazione incisa è riconducibile a un fante: se ne distinguono la giubba, lo zainetto, il fucile e l’elmetto Adrian.
STEMMA CIVICO MONGIUFFI:
BLASONATURA
“Interzato in palo: nel primo palato d’argento e di nero di quattro; nel secondo troncato: a) d’azzurro a tre gigli d’oro, due uno; b) d’argento a cinque gigli di rosso in decusse; nel terzo d’argento a tre bande di nero; il tutto al capo partito, a destra di verde al leone d’oro, a sinistra inquartato in decusse, a) e d) palato d’oro e di rosso di sei, b) e e) d’argento. Lo scudo è fiancato; a destra troncato: d’oro a cinque gigli di verde posti in decusso e di rosso alla bordura d’argento caricata di sei plinti del campo; a sinistra: d’argento a sei torte di nero, uno, due, due, uno. Ornamenti esteriori da Comune”.
D.P.R. n. 2613 del 27 giugno 1983
Altro
- Osservazioni personali:
- Sitografia:
onoreaicaduti.it/monumenti-ai-caduti-italiani/ - I monumenti ai Caduti italiani: simboli di memoria e identità nazionale
www.esercito.difesa.it - Uniformi della Prima Guerra Mondiale
acamu3a.it - “Divisa da fanteria italiana” – Amici del Museo Storico della terza Armata
raicultura.it – “Dulce et decorum”, W. Owen; traduzione a cura di Sergio Rufini Einaudi 1985
comune.mongiuffimelia.me.it - Galleria di Postoleone
tempostretto.it - Mongiuffi Melia. Postoleone, storia e segreti della galleria
balarm.it - Un tunnel, una botola e un tesoro nascosto: le "stanze segrete" della Galleria Postoleone
paeseitaliapress.it - “Grosse Ehrenkreuz” Croce Nera d’Austria a Giuseppe Minissale, Giancarlo Francione e Domenico Interdonato”
https://www.araldicacivica.it/comune/mongiuffi-melia/
BIBLIOGRAFIA
L.Giacobbe, Memorie della Grande Guerra, Monumenti ai caduti nella provincia di Messina, Di Nicolò edizioni, 2016