281071 - Monumento ai Caduti delle guerre mondiali di Oliveri (Me)

Il monumento ai Caduti delle guerre mondiali di Oliveri è collocato su un pilastro in calcestruzzo rivestito da lastre marmoree attorno al quale, in un’aiuola con vegetazione, sono sistemati grossi blocchi di pietrame. La statua rappresenta un soldato, a torso nudo e con il capo scoperto, nell’atto di lanciare una bomba a mano, nel movimento di torsione dal tronco pende un tascapane.  Sul prospetto principale del basamento è affissa una lapide con l’indicazione dei nomi dei caduti con i rispettivi gradi militari.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Oliveri
Indirizzo:
Piazza Luigi Pirandello, 8 ( già piazza Roma)
CAP:
98060
Latitudine:
38.1245616
Longitudine:
15.0597371

Informazioni

Luogo di collocazione:
Angolo della piazza
Data di collocazione:
1966
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Basamento: pietra scolpita
Statua: marmo scolpito
Lampada votiva: bronzo
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Oliveri
Notizie e contestualizzazione storica:
Il monumento è stato commissionato dal Comitato Cittadino pro-Monumento. Riporta i nomi di 16 caduti della prima guerra mondiale, 9 della seconda guerra mondiale e 4 delle Fosse Ardeatine.
NOTIZIE SUI CADUTI
SCHEDA DEL CADUTO
GULLO CARMELO di Francesco e di Munalo Santa, nato a Oliveri (Messina) il 25 settembre 1921, cannoniere O., matricola 5561.
1948 - Croce di guerra al Valor Militare.

RAMPULLA GIOVANNI: Tenente colonnello,26 Reggimento Fanteria in S.P.E. Mutilato di guerra. Medaglia di bronzo al Valor Militare. N °2 croci di guerra.
Svolse attività partigiana, procurando agli uomini delle bande viveri, indumenti e armi.
NOME DEL PADRE Michelangelo
NOME DELLA MADRE Antonia Lembo
Nato il 17/06/1894 nella frazione di Scala nel comune di Patti e cresciuto ad Oliveri, il paese nel quale si trasferì da piccolo con la famiglia.
Soldato nella guerra del 1915-1918, ufficiale di artiglieria nel secondo conflitto mondiale, pluridecorato, davanti al bivio dell’8 settembre 1943 non ha dubbi e si schiera al fianco di Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, nella formazione del Fronte Militare Clandestino.
Dopo l’attentato di Via Rasella finisce nella rete della rappresaglia, tradito per mille lire da un delatore, il suo ex attendente - anche lui della provincia di Messina - che lo consegna alle Brigate Nere e ai tedeschi. Giovanni Rampulla viene rinchiuso in via Tasso, dove rifiuta le lusinghe dei fascisti che volevano arruolarlo nella Repubblica sociale di Salò. Subisce le torture ma non cede.
Morì il 24/03/1944, trucidato dai Tedeschi alle Fosse Ardeatine.
«Il cadavere, o quel poco che rimaneva, fu riconosciuto dal fratello Gioacchino, un ingegnere che viveva ad Oliveri», ricorda oggi Marisa Gaglio. Suo padre era cugino del tenente colonnello: «Mi raccontava di quest’uomo con il quale aveva condiviso campagne militari nell’ex Jugoslavia. Lo descriveva come una persona che credeva nel valore della libertà. Mio padre dopo tanti anni riuscì a scovare quel traditore e si tolse la soddisfazione di insultarlo. Giovanni Rampulla era un partigiano vero, un comandante, capace di sacrificare la vita per i suoi uomini. Fu il fratello Gioacchino a identificare il corpo, grazie all’etichetta della biancheria intima che il tenente colonnello comprava a Messina, in un negozio sul Viale San Martino. E i miei genitori, dopo qualche anno, visitarono la prigione di Via Tasso, dove lessero sulla parete di una cella il nome e cognome di mio cugino. Gli spiegarono che molti usavano il sangue per lasciare una traccia di memoria».
Dice Mario Rampulla, figlio di un cugino del martire della Resistenza: «Era un uomo che non si tirava mai indietro quando si trattava di salvare vite umane. Pensi che mio fratello Michelangelo (ex portiere della Juventus ndr) negli anni scorsi, il giorno prima della partita, fu raggiunto in un albergo a Pistoia da un uomo anziano. Era un ex militare strappato alla morte dal tenente colonnello. In lacrime gli raccontò come riuscì a salvarlo».
Il suo corpo si trova nel Sacello 33 del Mausoleo delle Fosse Ardeatine.

Contenuti

Iscrizioni:
Sul prospetto principale del basamento:
AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE
GUERRA 1 15 - 1918
SOLDATO AMODEO GASPARE
SOLDATO CALLIGARO GIOVANNI
MARÒ CHIOFALO SALVATORE
MARÒ D’AMICO SALVATORE
SOLDATO GIUNTA GAETANO
SOLDATO GULLO CARMELO
MARÒ LASCARI GIUSEPPE
SOLDATO LO PRESTI FILIPPO
SOLDATO MAVILIA SALVATORE
SOLDATO NEGRO CARMELO
MARÒ RICCIARDI GIUSEPPE
SOLDATO ROSSELLO MICHELE
SOLDATO RUSSO NUNZIO
SOLDATO SCARDINO VINCENZO
SOLDATO GULLO ROSARIO
SOLDATO CHIOFALO SALVATORE

GUERRA 1940 - 1945
SOTTOCAPO BARRESI DOMENICO
NOCCHIERE D’AMICO FRANCESCO
FINANZ. DI BARTOLA FRANCESCO
MARÒ GULLO CARMELO
CAPITANO LO PRESTI ANTONINO
BERS. MERCADANTE ANTONINO
ARTIGLIERE PINO GIUSEPPE
MARÒ PRESTI FILIPPO
COLONNE. RAMPULLA GIOVANNI
- FOSSE ARDEATINE -
SOTTOCAPO RAO CARMELO
2° CAPO RAO VALENTINO
S. TENEN. SIDOTI PINTO TINDARO
MARÒ TERRANOVA GAETANO
Simboli:
Rappresentazione e simbologia Statua: figura di soldato in combattimento
Aiuola in pietrame: simboleggia la pietraia del Carso

Altro

Osservazioni personali:
BIBLIOGRAFIA
L. Giacobbe, Memorie della Grande Guerra, monumenti ai caduti nella provincia di Messina, ed. Di Nicolò, 2016.

SITOGRAFIA:
https://www.mausoleofosseardeatine.it/vittime/dettaglio/?id=273
https://www.vocedipopolo.it/2024/03/24/palermo-fiap-sicilia-ricorda-le-vittime-delle-fosse-ardeatine-e-i-sedici-siciliani-tra-loro/
https://messina.gazzettadelsud.it/articoli/archivio/2015/04/27/il-partigiano-messinese-martire-della-resistenza-555794a4-fdca-4353-8739-d2cc5b22d87d/

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