6107 - Monumento ai Caduti di Bogliasco (GE)

L’opera consiste in un bronzo raffigurante un angelo, la gloria alata, che bacia un eroe morente avvolto nel tricolore. La statua poggia su un tronco di piramide in pietra di Finale, circondato da un’aiuola. Ricorda i Caduti di Bogliasco (GE) nella Grande Guerra.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Mazzini, c/o Santuario Nostra Signora delle Grazie
CAP:
16031
Latitudine:
44.377590359482
Longitudine:
9.071506717896

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area verde
Data di collocazione:
1924
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Basamento in pietra, ornamenti e statua in bronzo, recinzione che delimita l'area su cui è posto il monumento in ferro.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Bogliasco
Notizie e contestualizzazione storica:
Informazione non reperita

Contenuti

Iscrizioni:
(Lato est, nomi dei militari morti per cause di guerra a Bogliasco)
MORTI IN COMBATTIMENTO
Tenente Mazzucchelli Almas, Sottotenente Chiappella Giovanni fu Gerolamo, Caporale Carbone Giulio fu Andrea, Soldato Bartoletti Achille fu Andrea, Crovetto Aurelio di Davide, Crovetto Giuseppe di Vittorio, De Gaetano Arcangelo, Faccini Antonio fu Gio-Batta, Ferrari Luigi Andrea fu Andrea, Marsano Luigi fu Lorenzo, Pagano Giovanni di Lazzaro, Tucci emanuele fu Vincenzo, Rosotti Giuseppe fu Francesco.

(Lato sud:, iscrizione riferita alla cittadina di Bogliasco che ricorda i suoi caduti e dispersi militari e civili deceduti per cause di guerra)
BOGLIASCO AI SUOI CADUTI
Biasin Giovanni, Bozzo Felice, Consigliere Giuseppe, De Giorgi Aldo, Guffanti Roberto, Maggiolo Luigi, Fontirolo Emanuele, Solimano Giovanni
DISPERSI
Bozzo Romolo, Carbone Adolfo, Carlini Lorenzo, Confalonieri Fernando, Crovetto Giuseppe, Maggiolo Martino, Massone Luigi, Porro Armando, Solimano Luigi, Spalice Salvatore, Tasso Pietro
CIVILI DECEDUTI PER CAUSE DI GUERRA
Angeleri Giovanna, Bocci Bianca, Bozzo Enrichetta, Caffarena Giuseppe, Corsi Lidia, Costa Maria, Crovetto Paolina, Devoto Paolina, Faccini Candida, Fereccio Benedetto, Gagoero Maria, Griffi Francesco, Guidi Maria, Leverone Eugenio, Leverone Maria, Luca Luigi, Marconi Erminio, Massa Rosetta, Fedarzini Assunta, Sessarego Luigia, Voena Teresa

(Lato nord, riporta la data 4 novembre 1918 e il bollettino della vittoria del comando supremo a firma del Generale Armando Diaz sulle fine della ostilità)
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una czeco slovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita.
La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.
Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.
L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.
I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.
Simboli:
Corona d'alloro e filari d'alloro, allegoria della Vittoria Alata.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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