98516 - Monumento ai Caduti di Cefalonia – Acqui Terme

Monumento in marmo di Carrara a superficie ruvida di forma irregolare con figure umane in rilievo, che esprimono la sofferenza dell’uccisione in massa perpetrata dalle truppe naziste ai danni dei giovani che non si sono arresi.
L’opera scultorea è dell’artista Franco Pegonzi di Barga (LU).

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Corso Bagni (Passeggiata Piola)
CAP:
15011
Latitudine:
44.66854
Longitudine:
8.468519

Informazioni

Luogo di collocazione:
Nel piccolo giardino laterale al corso
Data di collocazione:
15/10/1967
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Informazione non reperita
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Acqui Terme
Notizie e contestualizzazione storica:
Franco Pegonzi di Barga (LU) insegnò negli anni Sessanta all'Istituto d'arte di Acqui Terme e realizzò anche il monumento ai Caduti di Lussito (frazione di Acqui Terme).
L'eccidio di Cefalonia fu compiuto da reparti dell'esercito tedesco a danno dei soldati italiani presenti sull'isola alla data dell'8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l'armistizio di Cassibile che sanciva la cessazione delle ostilità tra l'Italia e gli Angloamericani. In massima parte i soldati presenti facevano parte della Divisione Acqui. Analoghi avvenimenti si verificarono anche a Corfù, che ospitava un presidio della stessa Divisione Acqui. La guarnigione italiana di stanza nell'isola greca si oppose al tentativo tedesco di disarmo, combattendo sul campo per vari giorni con pesanti perdite, fino alla resa incondizionata, alla quale fecero seguito massacri e rappresaglie nonostante la cessazione di ogni resistenza. I superstiti furono quasi tutti deportati verso il continente su navi che finirono su mine subacquee o furono silurate, con gravissime perdite umane.
Nel settembre del 1943 la Divisione “Acqui”, dislocata nell’isola greca di Cefalonia, era composta da circa 12.000 uomini. I combattimenti – durissimi – iniziarono il 13 settembre. Il 23 settembre, dopo la resa, si contarono oltre 1.300 caduti in combattimento. Più di 6.000 furono massacrati successivamente dalla Wehrmacht nonostante avessero deposto le armi. Degli scampati circa 3.000 morirono nelle stive delle navi affondate durante il trasporto al Pireo. Gli altri vennero dapprima condotti nel campo denominato “Marginot” di Atene e poi deportati nei lager di Muhlberg, Munster, Slonim e, soprattutto, Zeithan: molti non sono tornati. Di essi padre Luca M. Ayroldi, catturato a Corfù dopo l’8 settembre e deportato in Germania nel campo c di Zeithan in Sassonia, scrive nelle sue memorie: “Morte di inedia! Ẻ la pura verità, anche se nelle cartelle cliniche veniva scritto tbc polmonare; questa era la conseguenza ultima della gran fame patita. E tutti i ricoverati del campo c furono vittime di quel male… unico rancio insufficiente, l’umidità delle baracche sconquassate, la febbre in continuo aumento, l’impossibilità di soddisfare la sete… tutto seminava disperazione, desolazione e morte! A Zeithan 900 soldati sono morti in meno di due anni, Zeithan è il campo della morte, da cui i nostri caduti invocano ancora il nome dell’Italia”.

Contenuti

Iscrizioni:
AI 9000 DELLA DIVISIONE ACQUI
CEFALONIA CORFÙ
SETTEMBRE 1943

Simboli:
Pesci, incisi, simbolo delle acque del mare che circondano l'isola greca di Cefalonia, la maggiore delle isole Ionie, teatro dell'eccidio di tanti giovani soldati.
Uccello con piedi palmati, anch'esso rappresentativo della fauna marina.
Civetta, animale sacro alla dea Atena, dea della sapienza e delle arti, protettrice di Atene, capitale della Grecia.
Cane, simbolo di fedeltà, in quanto la Divisione Acqui non accettò di consegnare le armi ai tedeschi e decise di combattere. La vendetta tedesca fu però spietata.

Altro

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Informazione non reperita

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