7269 - Monumento ai Caduti di Collesalvetti

Il Monumento ai Caduti della Grande Guerra di Collesalvetti è costituito da una scalinata monumentale, organizzata in due rampe laterali simmetriche e in una parte centrale dalla quale emergono le lapidi in pietra, in memoria dei Caduti, ordinati secondo le località di provenienza. AI lati della rampa scala, i muri di contenimento del terrapieno presentano nell’intonaco delle incisioni, che ricordano le varie fasi della guerra. Alla sommità della scalinata, il Monumento vero e proprio è costituito da una basamento lapideo sovrastato da un’aquila di bronzo.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Umberto I
CAP:
57014
Latitudine:
43.5901875
Longitudine:
10.4759375

Informazioni

Luogo di collocazione:
Via Umberto I
Data di collocazione:
18/10/1925
Materiali (Generico):
Bronzo, Laterizio, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
I gradini delle rampe laterali sono di calcestruzzo con finitura superficiale di ciottoli di fiume. La parte centrale è realizzata con mattoni murati a coltello. Le lapidi sono di pietra. Il basamento del monumento è di materiale lapideo. L'aquila che sovrasta l'obelisco è di bronzo.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Collesalvetti
Notizie e contestualizzazione storica:
La realizzazione del Monumento, pensato per commemorare i Caduti della Grande Guerra, iniziò probabilmente nel 1920 e si concluse nel 1925. In quell'anno, il Comune guidato dal podestà Gino Lavelli de Capitani organizzò l'inaugurazione che avvenne il 18 ottobre, alla presenza del re Vittorio Emanuele III, del Cardinal Maffi di Pisa e di altre autorità civili e militari.

Contenuti

Iscrizioni:
Alla base dell'obelisco, sulle quattro facciate troviamo altrettante iscrizioni del poeta Bertocchi. La prima iscrizione recita:"Ogni più umile plaga richiami di lontano i suoi morti li componga nelle are votive ne faccia il sacro manipolo che riassuma l' Italia" . La seconda iscrizione recita:" Rimargini il pio lavoro le immani ferite alla terra la patria oggi è più vasta e più alta offra concorde il suo popolo al gran domani del mondo". La terza iscrizione recita:" Nella guerra d ' Italia e del mondo dalla casa alla patria alla umanità combattendo morendo salivano il santo olocausto come una fede dei secoli ripiova su le zolle e sui cuori del pacificato avvenire". La quarta iscrizione recita:" Dal maggio 1915 al novembre 1918 nembo e fulgore d' epopea quali memorie aggiunte al passato quali compiti pei dì che verranno!".
Sotto la facciata anteriore campeggia un'iscrizione bronzea del Generale Armando Diaz, che di seguito riportiamo:
IV Novembre MCMXVIII
La guerra contro l'Austria-Ungheria, che sotto l'alta guida di sua Maestà il Re Duce Supremo, l'esercito italiano inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio MCMXV e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per XLI mesi: è vinta.- La gigantesca battaglia ingaggiata il XXIV dello scorso ottobre e dalla quale prendevano parte cinquantadue divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una czeco-slovacca ed un reggimento americano contro settantatrè divisioni austro-ungariche: è finita.- La fulminea arditissima avanzata del ventesimo corpo d'armata su Trento sbarrando le vie della ritirata allarmata nemica del Trentino travolta ad occidente dalle truppe della settima e a oriente da quelle della prima, sesta e quarta ha determinato lo sfacelo totale della fronte avversaria.- Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della dodicesima, dell'ottava, della decima armata e delle divisioni di cavalleria ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.- S.A.R., il duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta terza armata anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate che mai aveva perdute.- L'esercito austro-ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento: ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e presso che per intiero i suoi magazzini e depositi. Ha lasciato nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con intieri stati maggiori e non meno di cinquemila uomini.- I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Armando Diaz

Alla sommità della scalinata, troviamo un'iscrizione contenente alcuni versi, tratti dalla "Canzone all'Italia" di Giacomo Leopardi: " Ecco io mi prostro o benedetti al suolo e bacio questi sassi e queste zolle".

Infine, ai piedi della scalinata, racchiusa in un cancellino di ferro battuto, vi è un'incisione dedicata all'inaugurazione del Monumento e ai lati di quest'ultima troviamo altre due iscrizioni dell'artista Celesia di Vegliasco:
"Non curiosità di vedere ma proposito di ispirarsi vi conduca".
"La maestà solenne del luogo non è veduta per gli occhi se prima non è sentita nel cuore".
Simboli:
Sui muri di contenimento, che fiancheggiano la scalinata, sono presenti graffiti realizzati dall'artista Celesia di Vegliasco. Tali graffiti riproducono corone di alloro, intese non come simbolo funebre, bensì come volontà di gloficare la memoria dei nostri soldati. All'interno delle corone, le scritte ricordano le battaglie dellla Grande Guerra. Le corone sono intervallate da motivi floreali, secondo uno stile dell'epoca.

Altro

Osservazioni personali:
Monumento censito dalla Scuola Media Pirandello Linari e dall'Istituto Comprensivo Picchi Collesalvetti

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