185679 - Monumento ai Caduti di Cravasco – Campomorone

Monumento commemorativo ai caduti di Cravasco sul luogo della strage, al bordo di un sentiero e ai margini del bosco, poco sopra il cimitero del paese. Si tratta di una piramide in pietra. Sul lato frontale è stata posta una lastra commemorativa del tragico evento. davanti un portafiori in bronzo.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Cravasco
Indirizzo:
Via Vixella, 12 ,Campomorone
CAP:
16014
Latitudine:
44.539201206998
Longitudine:
8.8721424895834

Informazioni

Luogo di collocazione:
E' collocata lungo un sentiero dopo il cimitero di Cravasco.
Data di collocazione:
Sconosciuta
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Il monumento è fatto in pietra , su di esso è incastonata una lastra in bronzo sulla quale è dedicata una poesia in genovese di Edoardo Firpo. Sul retro una lastra in marmo.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Campomorone
Notizie e contestualizzazione storica:
La Brigata Partigiana Balilla , comandata da Battista, fece una rappresaglia a un gruppo di soldati tedeschi a Cravasco. Il giorno seguente Cravasco fu invasa da una centinaia di SS e di repubblichini di Salò e alcune case vennero incendiate. Mentre poco lontano dalla Chiesa di Cravasco furono uccisi 18 prigionieri che erano stati prelevati dalla sezione politica del carcere di Marassi, tra cui anche il giovanissimo Renato Quartini, di Ronco Scrivia, che fu aiutato a salire al luogo dell'eccidio dagli sventurati compagni, in quanto privo di una gamba. Solo due di essi riuscirono a liberarsi e uno di loro, Franco Diodati, rimase in vita e fu testimone dell'eccidio .
Diodati ha lasciato una testimonianza commovente ed importante dell'accaduto.
Un interessante intervista si può trovare su questo link : http://youtu.be/Q4r_4fV3mXI
In onore ai caduti di Cravasco c'è anche una cappella.

Contenuti

Iscrizioni:
"Ai Martiri di Cravasco , 23/3/1945 , 23/3/1975
Quello strazetto da crave , fra stecchi nù e spinoin , che verso a cimma o s'asbria, a stradda a l'è ch'an battùo , in quella tetra mattin.
Cianzèivan finn a i rissèu : cianzeiva l'aegua in to scùo, a o fondo di canaloìn .
Me pà sentì i so passi, luveghi comme un tambuo, lenti che scuggian indietro , co mitilou in sce-e spalle : i veddo cazze stà sciù; perché stan sciù ; perché stan sciu se fra poco , cazzian poi tutti lasciù?
Han ciammoù dio in aggiùtto, con ogni colpo do chèu , pe lò, pe a so moae , pe so figgèu, ma o fi o se faeto ciù corto , e a raffega a-a fin a l'à streppòu , perché in te grandi ingiustizie , dio o l'è sempre lontan ?
E cerco in gio ai mae passi , se un segno o fosse restòu, no ch'è che i pochi fioretti, che in sce-o sente n'han lasciou, poi uno strassetto de feuccia , secca ch'a sbatte a unna ramma.
Dunque o dolore o se perde, comme da sabbia in to vento?
ma in ta gran paxe di monti, se sento l'eco de l'aegua , lontan ch'ai ciamma , ch'ai ciamma."
Edoardo Firpo.

Targa sul retro:
"A CURA DI" 23 MARZO 1975
FRANCO DIODATI E DELLA
COMUNITA' MONTANA ALTA
VALPOLCEVERA DI CAMPOMORONE,
CERANESI E MIGNANEGO
Simboli:
Nessun simbolo presente.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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