206977 - Monumento ai Caduti di Paliano (FR)

Il  complesso  monumentale in ricordo dei Caduti delle due guerre mondiali e delle vittime civili, occupa un giardino sulla cinta muraria di Paliano: il baluardo del Bersaglio, spazio che prima della realizzazione del Monumento veniva denominato “il boschetto”. Il complesso è recintato da strutture di ferro battuto lavorate con maestria artigianale, conchiuso da una cancellata bassa sorretta da colonne lavorate con decori arborei in travertino. All’interno dell’area in cui sono presenti pini secolari e varie specie botaniche, si erge l’obelisco marmoreo progettato nel 1930 dall’architetto Romeo Cametti. La struttura  si sviluppa  su una serie di cinque scaloni piramidali, sovrastati da un piedistallo quadrangolare  che sostiene il lungo obelisco. Al culmine dell’obelisco è presente una scultura bronzea a forma di stella a cinque punte. Decorazioni bronzee  cingono gli angolari del basamento e rappresentano ghirlande di alloro finemente scolpite. In posizione frontale, sul piedistallo che sorregge l’obelisco compare una decorazione raffigurante una fiaccola votiva. L’apice del piedistallo e la base dell’obelisco sono ornate con motivi architettonici che richiamano l’ordine ionico. La scultura bronzea di una corona di alloro è deposta  alla base calpestabile degli scaloni piramidali. Nelle pareti laterali destra, sinistra e posteriore risultano apposte delle lastre commemorative in cui sono incisi i nomi dei caduti delle guerre mondiali e delle vittime civili.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Viale Umberto I
CAP:
03018
Latitudine:
41.804569748092
Longitudine:
13.05576095582

Informazioni

Luogo di collocazione:
Giardino dedicato al complesso monumentale posto a lato di Viale Umberto I
Data di collocazione:
16 novembre 1930
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Scaloni, piedistallo e obelisco sono realizzati in travertino. Decorazioni e sculture sul Monumento sono realizzate in bronzo. Cancelli ed inferriate sono realizzati in ferro battuto.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Paliano
Notizie e contestualizzazione storica:
Il monumento ai Caduti di Paliano fu programmato nel più generale progetto di rifacimento delle infrastrutture, dell’urbanizzazione e del ripristino delle abitazioni civili e pubbliche che i contributi statali autorizzavano dopo il 1929 come strumento di propaganda volta ad accrescere il consenso del Regime (cfr. centro studi Roberto Salvatori: “Paliano Novecento”). Fu voluto dall’allora Podestà Gallieno Giuliani, in ottemperanza alle disposizioni fasciste circa la risonanza e la glorificazione da dare alle manifestazioni patriottiche e alle celebrazioni della Grande Guerra 1915-18, secondo la retorica della Vittoria nazionale. Venne istituito un Comitato del parco delle Rimembranze che individuò un terreno nell’area del vicino convento dei frati Cappuccini, dove si iniziò la piantumazione di un albero dedicato ad ogni singolo soldato caduto nella Grande guerra. Si diede inoltre inizio alla costruzione del Monumento in onore dei Caduti, per la collocazione del quale si individuò l’area del Rivellino del Bersaglio, costruito lungo la cinta muraria di Paliano, nel Vicolo del Trombone, denominata “il Boschetto”, per la presenza di alberi secolari che vennero abbattuti per far posto alla realizzazione del complesso monumentale. Il progetto ebbe un doppio affidamento: all’architetto Romeo Cametti che aveva lavorato in importanti committenze romane; e all’ingegnere del luogo Giovanni Pacitti. Fu scelta l’alternativa più economica del Cametti, che prevedeva un obelisco in muratura rivestito da lastre di travertino con le incisioni dei nomi dei Caduti. Il progetto di Pacitti era più elaborato e prevedeva la costruzione di un tempietto in peperino nero, sulla falsariga di quello realizzato a Gorizia. Il 16 novembre 1930 si addivenne alla inaugurazione del Monumento ai Caduti la cui cerimonia vide la presenza del podestà Giuliani, di alti dignitari palianesi e di gerarchi fascisti: Bergamaschi, segretario federale del PNF; i principi Colonna e Ruffo di Calabria , antichi signori feudatari di Paliano; il comandante della 119 a. legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale; il senatore Sandrini; l’onorevole Rossi-Passavanti; una folta rappresentanza dei Podestà dei comuni vicini. Presenziarono associazioni cittadine di Combattenti e Reduci, le scolaresche del Comune, e, per conferire maggior lustro all’occorrenza, furono invitati i fratelli Beguinot: Augusto, botanico di fama internazionale e Francesco, storico africanista, accademico di indiscusso valore, che avevano salde tradizioni familiari a Paliano. La cerimonia di benedizione fu officiata dal Vescovo di Segni monsignor Alfonso Maria de Santis. Paliano aveva sacrificato alla Grande guerra 128 soldati molti dei quali non fecero più ritorno, dispersi in territorio di combattimento e le cui salme non furono mai recuperate. E Paliano diede il suo amaro contributo anche alle vicende della seconda guerra mondiale. Caduti in guerra e vittime civili, ricordati nelle Lastre apposte nelle pareti laterali del Monumento dopo la seconda guerra mondiale. Nel citato studio di Roberto Salvatori è riportata una esauriente rendicontazione dei combattenti chiamati alle armi nel secondo conflitto mondiale: “ I palianesi sotto le armi (iscritti alla leva della classe 1920, richiamati, rivedibili, militari della leva precedente e trattenuti, servizio permanente effettivo, volontari) sono circa 680. La maggior parte dei coscritti viene fatta convergere su Perugia e Terni, dove viene arruolata nei reggimenti di fanteria 51° e 52° della divisione Cacciatori delle Alpi (o Alpi) un'unità destinata dapprima sul fronte alpino occidentale e poi, dal 17 gennaio 1941, su quello greco-albanese, dove l'attendono tre mesi di logorante guerra di trincea. Altre grandi unità con una discreta presenza di palianesi sono le divisioni di fanteria Torino e Regina. I primi caduti sul fronte greco-albanese, oltre al geniere Guerriero Maggi, sono i fanti Lamberto Caporilli, Gino Coltellacci, Luigi Lauretti, Costantino Marucci e Carlo Rovieri, tutti del 51° fanteria Alpi, III battaglione. Le loro salme, rimpatriate il 2 maggio 1941 e sepolte nel sacrario dei caduti oltremare di Bari, saranno riportate a Paliano nel 1965. Un mese dopo muore Guido Salvati, anche lui del 51° fanteria, mentre Pietro Martini, del 4° reggimento fanteria Piemonte, viene rimpatriato dal settore di Coriza-Erseke, in Albania, con un piede congelato e viene ricoverato all'ospedale di Novara.” Durante l’occupazione nazista, Paliano diventò luogo di spargimento di sangue delle vittime dei rastrellamenti e delle esecuzioni sommarie decretate dal tribunale di guerra tedesco. Paliano infatti, era (ed è tuttora )sede di una fortezza carceraria (opera rinascimentale di Sallustio Peruzzi) divenuta tristemente celebre negli anni 1943-1944. In essa furono detenuti partigiani combattenti per la libertà, detrattori della Repubblica Sociale Italiana e tanti innocenti, giovani, donne, adolescenti, rastrellati nel circondario frusinate e rinchiusi nel carcere in attesa di sentenza militare e di esecuzione sommaria. Il territorio palianese fu inoltre soggetto a ripetuti bombardamenti che provocarono vittime civili ricordate nel Monumento: “ Tra il 23 maggio e il 4 giugno 1944 i raid aerei e i bombardamenti su Paliano-centro e sull'immediata periferia furono quasi giornalieri, solo il 26, il 29, il 30 maggio e il 1° e il 2 giugno ci furono delle pause, alternate dai tiri dell'artiglieria sudafricana”(cfr. op. cit.). A Paliano, malgrado l’occupazione tedesca e la sede della fortezza, operava una cellula di resistenti tra le più attive di tutta la provincia di Frosinone (cfr. Lucia Fabi, Angelino Loffredi, “ Il dolore della memoria. Ciociaria 1943-1944”). Guidata dal comunista Enrico Giannetti si procurava le armi autonomamente; sostenuta dalla popolazione locale, curava lezioni di formazione politica per i propri aderenti, composta prevalentemente da contadini che non tralasciavano le loro consuete attività e diventavano combattenti all’occorrenza. Legata alle formazioni romane, si coordinava spesso con le azioni dei Partigiani della vicina Palestrina e pur subendo numerose perdite, fu in grado di sostenere la lotta clandestina fino alla conclusione della guerra ed alla proclamata Liberazione dell’Italia.

Contenuti

Iscrizioni:
PALIANO AI SUOI EROI 1915 – 1918

Lastra frontale su obelisco superiore:
1940 – 1945
CAPORILLI LAMBERTO
CESARI GIOVANNI
CHECCHI LEONELLO
COLTELLACCI GINO
COLTELLACCI VINCENZO
CIAVARDINI GIUSEPPE
FIORE BONAVENTURA
FIORE CARLO
IMPEROLI CARLO
LAURETTI LUIGI DI ANT.
LAURETTI LUIGI DI VIN.
LUCCHINI UMBERTO
MARUCCI COSTANTINO
MONTESANTI GIUSEPPE
MOSETTI TOMMASO
PROIETTI CESARE
PROIETTI PIETRO
PROIETTI UMBERTO
QUINTILIANI ALBERTO
ROVIERI CARLO
SALVATI GUIDO
SOLI GOFFREDO
SPERATI MICHELE
SPILA EMILIO
ROMANI MARCO
S.T.P. PACCIANI AUGUSTO
M.LLO PASSA CLEMENTE

Lastra laterale destra:
DI STEFANO VINCENZO SOLD.
SCACCIOTTI GINO SOLD.
AMBROSI TELESFORO SOLD.
CENCIARELLI ANGELO SOLD.
D’AQUINO PIETRO SOLD.
JACOVACCI PIO SOLD.
CORIROSSI FLORIDO SOLD.
MAGNUCCI UMBERTO SOLD.
COLTELLACCI GIUSEPPE CAP.
DI LOLLI SALVATORE CAP.
MORETTI ANGELO CAP.
SCHILI MARIO CAP.
TIMPERI AUGUSTO CAP.
AGLITTI GIOVANNI SOLD.
ANILLI ANTONIO SOLD.
APOLLONI GIUSEPPE SOLD.
ATTURA MARZIO SOLD.
CALAMARI GIUSEPPE SOLD.
CAPOBIANCHI MARIO SOLD.
CAPORILLI LUIGI SOLD.
CAROLA VINCENZO SOLD.
CHIADRONI ALFREDO SOLD.
CHIERICONI ALFREDO SOLD.
CIOCCHETTI GIOVANNI SOLD.
CIOCCHETTI AUGUSTO SOLD.
COLAVECCHI AUGUSTO SOLD.
COLTELLACCI ANTONIO SOLD.
DAMIANI VINCENZO SOLD.
DAMIZIA CARLO SOLD.
D’AQUINO ENRICO SOLD.
D’AQUINO NAZZARENO SOLD.
DE ANGELIS AUGUSTO SOLD.
DE ANGELIS GIOVANNI SOLD.
DI LOLLI LUIGI SOLD.
DOMINICI DOMENICO SOLD.
DORASCENZI LUIGI SOLD.
CORALLI GIUSEPPE SOLD.

Lastra laterale sinistra:
NORI GIOVANNI
PACCIANI SERAFINO
MORONI ANTONIO
PANDOLFI ANGELO
MOSETTI GIUSEPPE
PAPA PIO
PROCACCI SALVATORE
PROIETTI ALBERTO
PROIETTI CESARE
PROIETTI ENRICO
PROIETTI FABIO
NECCIA ANTONIO
QUINTILIANI CARLO
ROMANI CHERUBINO
ROMANI GAETANO
ROMANI GIACOMO
ROMANI GIUSEPPE
ROMANI GIUSEPPE
ROMANI VIGLIENO
ROMANI VIRGINIO
ROSSI LAZZARO
RUBINI ALFREDO
SCARFAGNA FERNANDO
NECCIA GETULIO
SPERATI BENEDETTO
SPIGONI NATALE
TANZARI PIETRO
NORI ERMINIO
TERENZI AUGUSTO
TERI ALTERO
TUCCI AUGUSTO
TUCCI FILIPPO
TERELLA ENRICO
VERANI LUIGI
VINCIGUERRA ERNESTO
ROSSI GIUSEPPE
MONTESANTI LUIGI
APOLLONI GIUSEPPE

PER LA FONDAZIONE DELL’IMPERO
1935 XIII - 1936 XIV
TEN. PACCIANI VINCENZO DI ANTONIO
JEBANO A.O.I. 22 FEBBRAIO 1937 XV

Lastra posteriore:
DORASCENZI PIETRO
MARIANI ANGELO
EGIDDI LUIGI
ERCOLI ANDREA
EVANGELISTI GIUSEPPE
FORESTA MATTEO
FULLI SAVERIO
FUMI NATALE
GABRIELLI GIOVANNI
GIANNETTI GIACOMO
GIANNICOLI EZIO
GIGINI LUIGI
GIGLIANI GIOVANNI
GILI LUIGI
MARIANI ANTONIO
IMPEROLI GIUSEPPE
CAFAVIA ANGELO
LAMPORI COSTANTINO
LAURETTI AUGUSTO
LAURETTI LUIGI
MARTINI GIACOMO
LOMBARDI COSTANTINO
MELONI GIOVANNI
MACCIOCCA NAZZARENO

MORTI PER MALATTIA
D’OTTAVI MARCELLO
FUMI GUGLIELMO
MARTUCCI AGOSTINO
MAZZUCCHI NAZZARENO
GALEFFI ROBERTO
LIBERTI DIONISIO
LORETI GIUSEPPE
PACCIANI PAOLO
PACITTI GIUSEPPE
PAPA BENIAMINO
PARAVANI PIETRO
PROIETTI FRANCESCO
TEMITI TEMISTOCLE
ZEZZA ANTONIO
PECCHI PIETRO
MIDDEI LUIGI
MORONI GIULIO
Simboli:
Stella a cinque punte, corona di alloro, ghirlanda di alloro, fiaccola della Vittoria.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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