37707 - Monumento ai Caduti di Piancastagnaio nella Grande Guerra

Monumento a forma di obelisco, eretto a perenne ricordo dei Caduti di Piancastagnaio durante la prima guerra mondiale; sul fronte, in rilievo, un’aquila, ramoscelli di alloro e altri elementi ornamentali e simbolici.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Antonio Gramsci
CAP:
53025
Latitudine:
42.8491875
Longitudine:
11.6910625

Informazioni

Luogo di collocazione:
Giardini pubblici
Data di collocazione:
1922
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Pietra, marmo inciso-scolpito
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Secondo il settimanale "Il Popolo di Siena" il monumento fu inaugurato il 24 settembre 1922 alla presenza diretta e indiretta (attraverso adesioni telegrafiche) di numerose personalità, tra cui i deputati Sarrocchi, Signorini e Negretti, il prefetto Bertone e l'avvocato e deputato Lupi.
Il monumento era originariamente collocato davanti all'ingresso di palazzo Bourbon Del Monte.

Contenuti

Iscrizioni:
Sul fronte: "AI COMPAESANI / PER IL COMPIMENTO NAZIONALE D'ITALIA / GENEROSAMENTE CADUTI / I PIANESI / CON RICONOSCENZA E FEDE / A PERENNE TESTIMONIANZA E MONITO / CHE ETERNO E SACRO E' IL CULTO DELLA PATRIA / DEDICANO / XX SETTEMBRE MCMXXII".
Sul retro:
Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12; Bollettino di guerra n. 1268
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.
Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito
Simboli:
Aquila, ramoscelli di alloro e altri elementi ornamentali e simbolici.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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