154795 - Monumento ai Caduti di Rometta nella Grande Guerra

Il monumento ai Caduti di Rometta (ME) nella prima guerra mondiale è situato all’interno di un’aiuola circolare delimitata da un muretto. Esso poggia su di una base a parallelepipedo sormontata da una piramide tronca a base quadrata, entrambe rivestite in marmo. I due corpi sono separati da una cornice. Sul prospetto principale il monumento è coronato da un’aquila ad ali spiegate, subito sotto una stella a cinque punte e un fregio militare su serto di quercia e alloro, completato dalla dedica generale in epigrafe e l’indicazione della data secondo era fascista. Sui prospetti laterali i nomi incisi, in ordine di grado militare, dei 58 caduti e dei 10 dispersi.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Rometta
Indirizzo:
Piazza Don Giuseppe Sardo - Via Roma
CAP:
98043
Latitudine:
38.172805
Longitudine:
15.415538

Informazioni

Luogo di collocazione:
Aiuola interna a piazza
Data di collocazione:
ANNO XVI Era Fascista - 1937/1938 datato
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Aquila, stella a cinque punte e fregio in bronzo.
Monumento in marmo bianco
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Rometta
Notizie e contestualizzazione storica:
L'epigrafe dedicatoria è in parte in lingua latina, tratta da Orazio, Odi, III,2,13 per sottolineare il sacrificio della vita per la patria. La datazione del monumento è indicata con era fascista.

Notizie sul caduto Sottotenente Scandurra Antonino
Antonino Scandurra, detto Nino, era nato a Rometta il 25 ottobre 1897. Dopo aver conseguito la licenza ginnasiale a Patti si iscrisse al Liceo F. Maurolico di Messina, dove nel 1915 a pieni voti coronò i suoi studi con la Licenza liceale. Era un giovane aperto e amico di tutti. Come i suoi coetanei amava la vita ed era molto impegnato nella vita sociale e religiosa del Circolo Giovanile Cattolico di Rometta. Durante gli anni del ginnasio conobbe una ragazza, Mimma, della quale si innamorò. Sogni e progetti di una vita da vivere insieme furono però stroncati dalla morte improvvisa della ragazza. Nino ne fu profondamente segnato. I suoi giorni erano diventati tutti d’un colpo cupi e ben presto il giovane si chiuse in sé, i suoi occhi divennero tristi. A volte, da solo, si recava davanti al sagrato della Chiesetta della madonna della Scala a pregare in ginocchio.
Si iscrisse alla facoltà di Lettere presso l’Università di Messina, ma dopo due anni, fu costretto ad interrompere gli studi perché il 1 maggio 1917 fu tra i quattromilioni di italiani chiamati alle armi per rinforzare il fronte dopo le gravi perdite in vite umane subite dall’ Esercito Italiano nelle nove sanguinosissime battaglie dell’Isonzo. Dopo un breve addestramento presso la Scuola Ufficiali di Modena, l’aspirante Sottotenente Scandurra fu inviato al fronte con la brigata “Jonio”. Dopo numerosi combattimenti e la tragica ritirata di Caporetto, Nino fu assegnato alla brigata “Messina” , 93’ Reggimento di fanteria e il 9 novembre si assestava assieme al suo Reparto sulla linea del Piave e del Monte Grappa, dove i soldati italiani dal 10 novembre sino al 4 dicembre bloccarono l’inarrestabile avanzata austro- tedesca sull’Italia settentrionale. Nella notte del 22 novembre, dopo una lunga marcia a piedi, nei pressi di Monte Pertica, gli effettivi di quel che restava della Brigata Messina dopo gli aspri combattimenti dei giorni precedenti, presero posizione sulla linea di fronte nell’attimo in cui interi reparti nemici attaccavano per l’ennesima volta le linee italiane. I soldati della “Messina” respinsero con coraggio e ardore gli attacchi e a loro volta contrattaccavano con le baionette per impedire alle unità nemiche di riorganizzarsi. Per ben tre volte, Nino Scandurra guidò il suo plotone in avanti, ma al quarto assalto cadde colpito dal fuoco nemico. A stento e sotto il fuoco nemico, i suoi compagni riuscirono a riportarlo in trincea. Era ancora vivo nonostante le ferite riportate. Se fossero state curate in una struttura ospedaliera, come raccontò un testimone, Nino Scandurra sarebbe sopravvissuto. Ma sul fronte di guerra, nelle trincee, sporche, acquitrinose, sotto l’incessante tiro delle artiglierie nemiche e sotto la pressione costante degli attacchi nemici, in quei giorni di combattimenti all’ultimo sangue, non c’era nessuna possibilità di venire tempestivamente assistiti. Fu così che molti soldati feriti morirono per non aver avuto la possibilità di ricevere immediate cure sanitarie. Nino si spegnerà dopo essersi confessato e dopo aver chiesto al sacerdote di scrivere alla sua famiglia a Rometta.
La tragica notizia della morte di “Nino” arrivò a Rometta tramite un articolo sul “Giornale d’Italia”,nel quale Achille Benedetti spiega le motivazioni della decorazione sul campo di battaglia: medaglia d’argento al valor militare, concessa a Nino Scandurra che, alla testa del suo Reparto, animando i soldati con la parola e con l’esempio, si lanciava, per ben quattro volte all’assalto delle dense masse nemiche, rimanendo mortalmente ferito, Monte Pertica 23 novembre 1917.
Nel 1948, su iniziativa del fratello, Gaetano e di uno degli amici di Nino, Carlo Bozzi, fu istituito un Comitato per la raccolta fondi per fondare un’istituzione sociale per l’assistenza ai minori. Nasce così l’Opera Pia Nino Scandurra che dal 1954 e per un lunghissimo periodo, verrà direttamente amministrata dallo stesso Bozzi, in qualità di commissario prefettizio. L'Ente, riconosciuto dalla regione Siciliana nel 1950, sarà attivo sino al 1999 quando verrà unita ad un’altra istituzione di assistenza, divenendo “Fondazione Conservatori riuniti e Scandurra”.

Insieme con i caduti della Grande Guerra, la cittadina di Rometta suole ricordare il 4 novembre anche i caduti della seconda guerra mondiale.
I soldati sono: Lisa Francesco, Pollicino Antonino, Mondo Francesco.
Lisa Francesco è morto il 6 dicembre 1940 nella campagna italiana in Grecia; Pollicino Antonino è morto durante i combattimenti in Russia e Francesco Mondo, appena ventenne, ucciso dai tedeschi dopo l’ 8 settembre 1943 a S.Rocco Comasco; il corpo di quest’ultimo è stato riportato a Rometta ,da Cuneo, negli anni cinquanta, con una celebrazione pubblica molto sentita.


Contenuti

Iscrizioni:
Prospetto principale
Dulce et decorum est pro patria mori
Rometta
Ai suoi figli caduti per la patria
Rometta anno XVI E.F.

Prospetto laterale destro
S. Tenente Scandurra Antonino
Cap. Mag . Barbera Salvatore
Caporali
Arnò Paolo
Cannistraci Pietro
Mastronardo Pietro
Rizzo Giuseppe
Soldati
Amati Santo – Giordano Francesco
Anastasi Giuseppe – Giordano Giovanni
Andaloro Antonino – Giorgianni Andrea
Ardizzone battista – Giogianni Domenico
Barbera Giuseppe – Giorgianni Francesco
Battaglia Giuseppe – Giunta Paolo
Battaglia Natale – Gringeri Michele
Cannuli Rocco – Grosso Francesco
Cavallaro Antonino - Grosso Giuseppe
Ciotto Antonino – Insana Stefano
Cucinotta Francesco – Lisa Sebastiano
Cucinotta Leonardo – Lombardo Antonino
Federico Federico – Lombardo Ignazio
Fonza Rosario – Lombardo Leone

Prospetto laterale Sinistro
Soldati
Magazzù Francesco – Rizzo Giuseppe
Magazzù Giuseppe – Saija Francesco
Magazzù Giuseppe – Saija Giuseppe
Midiri Antonino – Saija Salvatore
Mondo Salvatore – Saija Vincenzo
Patti Leone – Varsaci Michele
Pino Nicolò – Venuto Gaetano
Pisa Giuseppe – Venuto Giacomo
Pisa Michele – Visalli Andrea
Pollicino Francesco – Visalli Giuseppe
Repice Francesco – Visalli Giuseppe
Rima Giuseppe - Visalli Giuseppe
Dispersi
Messina Antonino – Pisa Giuseppe
Messina Giuseppe – Pollicino Francesco
Midiri Paolo – Priscoglio Domenico
Mondo Francesco – Rizzo Vincenzo
Piazza Raimondo – Saija Benedetto

Simboli:
Un’aquila ad ali spiegate simboleggiante la vittoria.
Stella a cinque punte, emblema dell’ Italia Unita.
Sistema di simboli militari (elmo, moschetto, spada, pugnale).
Serto di quercia e alloro: onori militari

Altro

Osservazioni personali:
Le notizie storiche sul caduto Antonino Scandurra sono tratte dall'articolo di Piero Gazzara sul sito www.pierogazzara.org. Il dott. Gazzara è storico e assessore emerito del Comune di Rometta.

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