256762 - Monumento ai Caduti di Sant’Agata di Militello (ME)

Il monumento ai Caduti di Sant’Agata di Militello si trova in piazza Crispi, nei pressi della sede del palazzo comunale. E’ posto su di un basamento da cui si eleva un’alta colonna squadrata sita al centro di un’aiuola. Alla sommità è collocata una statua raffigurante una figura maschile a torso nudo, cinta di pelle leonina ed a capo coperto, a piedi uniti e con le mani congiunte sull’impugnatura della spada. Al centro del prospetto principale è presente l’iscrizione dedicatoria. Non figurano lapidi o iscrizioni con i nomi dei soldati caduti.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Crispi
CAP:
98076
Latitudine:
38.0697722
Longitudine:
14.6337993

Informazioni

Luogo di collocazione:
Aiuola circoscritta di fronte Palazzo Comunale
Data di collocazione:
1923
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Statua in bronzo a fusione
Basamento e colonna marmo travertino
Recinzione dell'aiuola in pietra e ferro battuto
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Sant'Agata di Militello
Notizie e contestualizzazione storica:
NOTIZIE SULLA STORIA DEL MONUMENTO
L'inaugurazione si svolse il 22 aprile 1923. Una lettera datata 7 giugno 1922, indirizzata dal comune di Sant'Agata di Militello al presidente della Deputazione della provincia di Messina, testimonia che già in quella data il monumento era stato commissionato allo scultore Turillo Sindoni per un costo di 50.000 lire. La sua inaugurazione era fissata per il 4 novembre 1922, tale slittamento di date fu dovuto in realtà a un ritardo nella spedizione dell'opera da parte dell'artista. Il plinto dell'attuale monumento fu realizzato nel 1967 quando fu sostituito l'originario basamento e successivamente tolta la pregevole ringhiera, rimpiazzata da un recinto in materiale lapideo. All'inizio degli anni Ottanta del XX secolo, il monumento fu spostato alla collocazione attuale. La dedicazione originaria era ai caduti della Prima guerra mondiale.
NOTIZIE SULL'AUTORE
TURILLO SINDONI
Nato nel 1868 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e morto a Roma nel 1941. Il suo momento di gloria arrivò nel 1917 quando fu incaricato di realizzare il monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, dedicato agli Eroi del Dovere, rappresentante idealmente il Caduto nella forma allegorica del soldato come eroe antico, che si trova oggi nel Palazzo Baracchini a Roma, nella sede del Ministero della Difesa. Questo monumento, detto “Il Dovere Italico”, dopo la fine della Grande Guerra, diede a Sindoni la fama di “artista della Vittoria” e questi ne realizzò altre quattro versioni a Sant’Agata di Militello, a Tortorici, a Calangianus (in provincia di Sassari) e a Laureana di Borrello (in provincia di Reggio Calabria). Turillo Sindoni si specializzò così nella realizzazione di statue da collocare nei sacrari e nei monumenti ai Caduti di ogni parte d’Italia, diventando una sorta di propagandista ufficiale della Vittoria. Ma Sindoni è noto anche per i monumenti che fu ad un passo dal realizzare e non realizzò mai: il monumento a Napoleone Bonaparte, destinato all’isola d’Elba (di cui resta il bozzetto in bronzo dorato, conservato presso il Museo della Misericordia di Portoferraio) e il Monumento ai Caduti di Barcellona Pozzo di Gotto, che non fu realizzato per contrasti (sul compenso dovuto all’artista) con il barone Silvestro Nicolaci, presidente del Comitato Pro-Caduti (e il monumento, già finito, fu destinato a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno). Durante il fascismo la fortuna di Turillo Sindoni si eclissò e da artista ricco e assai richiesto (aveva tre studi a Roma: in Via Margutta, in Via del Babbuino e in Piazza Libertà) finì povero e dimenticato (e nel 1951, a dieci anni dalla morte, per colmo di sventura i suoi poveri resti furono dissepolti e gettati in una fossa comune).

Contenuti

Iscrizioni:
AI
CADUTI
DI TUTTE
LE GUERRE
Simboli:
La statua rappresenta l'allegoria del milite italico, soldato rappresentato come eroe antico. La pelle di leone indossata dal soldato richiama la prima fatica di Heracle che uccise il leone nemeo della cui pelle l'eroe si rivestì.

Altro

Osservazioni personali:
Bibliografia
L. Giacobbe, Memorie della Grande Guerra, ed. Di Nicolò, 2016
Sitografia
https://24live.it/2020/09/17/alla-riscoperta-di-turillo-sindoni-un-artista-fuori-tempo/

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