Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Martiri di Pizzocalvo n. 12 (pressi)
- CAP:
- 40068
- Latitudine:
- 44.4598107
- Longitudine:
- 11.3993785
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area dedicata lungo il margine della strada.
- Data di collocazione:
- Il cippo originario fu eretto il 3 Luglio 1946; quello attuale risale agli anni'80 del '900.
- Materiali (Generico):
- Marmo, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Marmo per la struttura complessiva del monumento e per la lapide su cui è incisa l’epigrafe. Vernice a riempire i caratteri dell’epigrafe. Cemento per il basamento.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di San Lazzaro di Savena
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Dalla scheda della prof.ssa Roberta Mira per il sito www.straginazifasciste.it
Nel pomeriggio del 3 Luglio 1944 SS e militi fascisti, quasi certamente sulla base di informazioni avute da fascisti locali, circondarono la casa della famiglia Marzaduri nella frazione Pizzocalvo del Comune di San Lazzaro di Savena e prelevarono i fratelli Augusto e Antonio Marzaduri e Luigi Nanetti sfollato da Bologna presso un vicino di casa dei Marzaduri. Tedeschi e fascisti si spostarono poi presso l’abitazione della famiglia Giardini e arrestarono Vittorio Giardini. Passarono in seguito alla casa della famiglia Minarini dove fermarono Guido Minarini, Ermenegildo Giardini, fratello di Vittorio e Nerino Lolli. Inoltre minacciarono di incendiare la casa dei Giardini. Poco dopo fu arrestato anche Ernesto Fini, un vicino che si stava recando dai Giardini, avendo sentito urlare e credendo che la casa stesse andando a fuoco. Gli uomini fermati furono fatti salire su un camion e portati in una villa nella zona della Croara (San Lazzaro di Savena). Non è certo se si trattasse di Villa Rusconi (citata nelle deposizioni degli accusatori) o di Villa Calzoni, entrambe occupate dai tedeschi e, la prima, sede di un Comando. Gli otto furono fucilati nei pressi di Villa Calzoni e i loro corpi seppelliti in una fossa comune. Nei giorni successivi i familiari cercarono invano di ottenere notizie sui propri cari, recandosi ai Comandi tedeschi e fascisti, nonché dal parroco di Pizzocalvo, che secondo la ricostruzione di Werther Romani nutriva simpatie fasciste. Fu detto loro che gli otto uomini si trovavano a Carpi (Mo) in campo di concentramento; solo da brani di conversazione di fascisti locali o di abitanti del luogo i familiari arrivarono a sospettare l’uccisione dei loro congiunti. A fine Luglio 1944 il Comando tedesco di San Lazzaro di Savena informò il commissario prefettizio del Comune che gli otto uomini avevano cercato di fuggire durante il loro trasporto in Germania come forza lavoro e per questo erano stati fucilati; il commissario prefettizio chiese al parroco di Pizzocalvo di informare le famiglie solo il 13 Settembre successivo. La sorella dei Giardini, Pia, dichiarò ai carabinieri dopo la guerra che il 14 Settembre il parroco le aveva detto che gli uomini erano stati fucilati a Villa Rusconi. I parenti di Guido Minarini, che lavorava all’Ospedale “Putti” di Bologna, nei giorni seguiti al rastrellamento chiesero al primario, professor Oscar Scaglietti, di informarsi presso i Comandi tedeschi sulla sorte di Guido e Scaglietti, venuto a sapere che gli otto uomini erano stati fucilati, riuscì a far concedere ai Minarini il permesso di disseppellire il corpo di Guido e di tumularlo al Cimitero. In cambio i Minarini non dovevano dire nulla agli altri e così fecero. I corpi degli altri sette uccisi furono riesumati il 17 Maggio 1945 e tumulati nel Cimitero di San Lazzaro di Savena. Solo allora i parenti dei Giardini, dei Marzaduri, di Lolli, di Fini e di Nanetti seppero cosa era realmente accaduto.
I Giardini, i Marzaduri e Guido Minarini erano malvisti dai fascisti di San Lazzaro di Savena perché avevano rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e non avevano simpatie fasciste; avevano offerto aiuto agli sbandati dopo l’8 Settembre 1943 ed erano sospettati di aiutare i partigiani della zona. Inoltre non erano ben visti dal parroco di Pizzocalvo che simpatizzava per il fascismo. Forse Minarini era stato richiamato alle armi come carabiniere ed era renitente.
Estremi e note sui procedimenti:
Procedimento penale contro Adelmo Rizzi davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna, conclusosi con la condanna a 12 anni di reclusione con sentenza del 18 Giugno 1945. Rizzi ricorse in Cassazione, la quale dichiarò estinto il reato per amnistia con sentenza del 19 Febbraio 1947.
Adelmo Rizzi era accusato dai familiari di alcune delle vittime. Nelle carte del processo viene indicato nel comandante della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana, NdS) di San Lazzaro il capo dei fascisti che presero parte al rastrellamento
Adelmo Rizzi, era nato a San Lazzaro di Savena il 3 Novembre 1894, e risiedeva a Bologna. Zio di Ernesto Fini, uno degli uomini fucilati, era stato arrestato nel Maggio 1945 con l’accusa di delazione
• Ernesto Fini, nato a San Lazzaro di Savena il 13 Febbraio 1906, ivi residente; colono. Vittima civile.
• Ermenegildo Giardini, nato a Pianoro (Bo) il 14 Marzo 1911, residente a San Lazzaro di Savena; colono. Fratello di Vittorio. Vittima civile.
• Vittorio Giardini, nato a Pianoro il 23 Gennaio 1917, residente a San Lazzaro di Savena; colono. Fratello di Ermenegildo. Vittima civile.
• Nerino Lolli, nato a Bologna il 28 Novembre 1919, residente a San Lazzaro di Savena; operaio. Vittima civile.
• Antonio Marzaduri, nato a Monterenzio (Bo) il 15 Settembre 1919, residente a San Lazzaro di Savena; colono. Fratello di Augusto. Vittima civile.
• Augusto Marzaduri, nato a Monterenzio l’8 Maggio 1914, residente a San Lazzaro di Savena; colono. Fratello di Antonio. Vittima civile.
• Guido Minarini, nato a Monterenzio il 22 Dicembre 1919, residente a San Lazzaro di Savena. Carabiniere a Trieste dal 1940 all’8 Settembre 1943. Portiere all’Ospedale “Putti” di Bologna, luogo dove probabilmente era entrato in contatto con la Resistenza. Riconosciuto partigiano della 1ª Brigata Garibaldi “Irma Bandiera”. E’ ricordato anche del Sacrario dei Caduti della Guerra di Liberazione di Piazza del Nettuno, a Bologna.
• Luigi Nanetti, nato a Loiano (Bo) il 30 Settembre 1907, residente a Bologna; impiegato. Sfollato a San Lazzaro di Savena presso il pastore Nanni. Vittima civile. E’ ricordato anche del Sacrario dei Caduti della Guerra di Liberazione di Piazza del Nettuno, a Bologna.
Contenuti
- Iscrizioni:
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VITTIME INNOCENTI
DI BARBARA RAPPRESAGLIA
DAI NAZIFASCISTI
IL 3 LUGLIO 1944
VENNERO TRUCIDATI
FINI ERNESTO
GIARDINI ERMENEGILDO
GIARDINI VITTORIO
LOLLI NERINO
MARZADURI ANTONIO
MARZADURI AUGUSTO
MENARINI GUIDO
VANETTI LUIGI
NELLA CERTEZZA
CHE IL LORO SACRIFICIO
NON FU VANO
INVOCANDO
NUOVA CIVILTA’ E PACE
ALL’ITALIA E AL MONDO
LA COMUNITA’
DI S. LAZZARO DI SAVENA
A PERENNE RICORDO
ERESSE
IL 3 LUGLIO 1946
- Simboli:
- Croce cristiana incisa in graffito nel retro del monumento.
Altro
- Osservazioni personali:
- Coordinate Google Maps:
44.4598107, 11.3993785