215270 - Monumento ai tre carabinieri fucilati nell’Albergo “Aurora” il 12 Agosto 1944 – Fiesole

Il 12 Agosto 1944 a Fiesole, nel giardino dell’Albero “Aurora”, soldati tedeschi appartenenti alla 356a Infanterie-Division, fucilarono i carabinieri Alberto La Rocca (Sora, 30 Ottobre 1924), Vittorio Marandola (Cervaro, 24 Agosto 1922) e Fulvio Sbarretti (Nocera Umbra, 22 Settembre 1922), che si erano loro consegnati per salvare la vita a 10 ostaggi destinati a subire la stessa sorte se questi eroici militari non si fossero presentati dopo che erano fuggiti dalla locale stazione dell’Arma per unirsi alle formazioni partigiane fiorentine insorte nel frattempo contro i nazifascisti. Alla loro “memoria” sarà conferita la medaglia d’Oro al Valor Militare.
Il monumento posto in loro ricordo si trova nel suggestivo belvedere del Parco della Rimembranza di Fiesole, sul Colle di San Francesco. Opera concettuale dell’artista Marcello Guasti, è costituito da una scultura bronzea adagiata su uno sperone di cemento. Accanto ad essa si trova un prisma in cemento a pianta rettangolare e dal profilo trapezoidale (trapezio rettangolo) sulla cui parte anteriore e posteriore è composta la stessa epigrafe con caratteri di bronzo in rilievo. Questa riporta i nomi dei tre Caduti e la data del loro sacrificio. Su entrambe è anche posto lateralmente il simbolo in bronzo dell’Arma dei Carabinieri. Nel muro sottostante il monumento si trova una lapide rettangolare in pietra inaugurata in occasione del 7° Raduno nazionale dell’Arma avvenuto nel 50° Anniversario della morte dei tre militari. L’area monumentale è illuminata da alcune lampade elettriche.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via San Francesco, Colle San Francesco, Parco della Rimembranza
CAP:
50014
Latitudine:
43.8073863
Longitudine:
11.2905665

Informazioni

Luogo di collocazione:
Nel belvedere del Parco della Rimembranza
Data di collocazione:
1964
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Bronzo per la scultura, per la fiaccola simbolo dell'Arma dei Carabinieri e per i caratteri in rilievo che costituiscono le epigrafi gemelle. Cemento per il basamento e per il prisma a pianta rettangolare posto al lato del monumento e sui cui sono composte le epigrafi. Pietra per la lapide rettangolare collocata nel 50° Anniversario del sacrificio dei tre giovani militari. Bronzo per i quattro ganci a forma di giglio francese che sorreggono questa lapide.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Fiesole
Notizie e contestualizzazione storica:
Dal “Wikipedia” https://it.wikipedia.org/wiki/Monumento_ai_tre_carabinieri consultato il 18 Giugno 2022 con alcune personali modifiche:

Il monumento ai tre Carabinieri è una scultura situata nel Parco della Rimembranza dedicata ai “Martiri di Fiesole”, realizzata da Marcello Guasti nel 1964.
Alla vigilia della liberazione di Fiesole dall'occupazione tedesca, l'11 Agosto 1944, tre giovani carabinieri di stanza a Fiesole, Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, insieme con l'appuntato Francesco Naclerio, si allontanarono dalla caserma con l'intenzione di partecipare attivamente alla liberazione di Firenze. Il loro gesto scatenò però una rappresaglia del Comando nazista che occupava Fiesole: i tedeschi minacciavano di uccidere dieci civili, già loro ostaggi, se i quattro carabinieri non si fossero costituiti al più presto. I carabinieri decisero così di presentarsi al Comando tedesco e il 12 Agosto 1944 La Rocca, Marandola e Sbarretti furono uccisi, mentre Naclerio fu risparmiato. A ciascuno dei tre carabinieri martiri è stata conferita una medaglia d'Oro al Valore Militare, “alla memoria”.
A distanza di venti anni il Comune di Fiesole decise di onorare il ricordo dell'eroico gesto, attraverso l'erezione di un monumento dedicato ai tre carabinieri.
Il celebre architetto toscano Giovanni Michelucci operò una risistemazione del luogo designato ad ospitare la scultura, il Parco della Rimembranza posto sul Colle di San Francesco. Spiegò: “abbiamo aperto il muro che chiudeva il triste Parco della Rimembranza, perché bisogna aprire, per fare entrare la vita, la gente, il sole, gli innamorati […] noi vogliamo ritrovare dove stare, dove incontrarci, dove parlare ed avere il contatto con le cose, dove risentire il vento magari e il calore delle pietre scaldate dal sole. Questo in città non è più possibile; non ci si incontra più, non ci si conosce più. Abbiamo distrutto il nostro paesaggio umano”(1). L'architetto suggerì inoltre di convocare quattro giovani artisti toscani, invitandoli a presentare ciascuno un progetto che avrebbe dovuto rispondere alle esigenze richieste. Jorio Vivarelli, Vitaliano De Angelis, Mino Trafeli e Marcello Guasti pensarono a soluzioni diverse e l'opera di quest'ultimo risultò vincitrice.
Guasti tentò di superare ciò che lui stesso riteneva il problema maggiore nell'esecuzione del monumento, ovvero "l'inserimento in mezzo al paesaggio aperto verso il panorama di un elemento che suggerisca un'intenzione drammatica e fortemente emotiva, in uno slancio dinamico che appaia chiaramente individuabile da molteplici punti di vista, sia a livello che dall'alto” (2). L'opera risulta infatti essere in armonia con l'ambiente circostante, sviluppandosi diagonalmente fra il massiccio muraglione posto alle sue spalle e la vasta pianura fiorentina, verso cui il monumento è orientato. Secondo Guasti, “Michelucci mi ha preparato uno spazio dove vi è soltanto la natura senza tempo nella sua calma arcaica e dove io ho ritrovato le infinite direttrici e traiettorie fisiche e fantastiche che si dipartono in un raggiare senza dimensioni; basta materializzarne alcune per indicarne questa dinamica di pietà, questa fede nel poter generare ancora per far scaturire dalla terra i nostri sentimenti senza furia, con la calma di cui anche l'artigiano ha bisogno per il suo lavoro” (3).
Guasti realizzò prima un grande modello in legno ed eseguì poi il monumento in bronzo, assemblando e saldando in loco i quarantacinque elementi che compongono la colossale tenaglia dal profilo curvilineo e dalla superficie mossa, ruvida e sapientemente lavorata. Dal cuore di questa fuoriescono lingue di fuoco aggrovigliate e appuntite, un riferimento al simbolo della fiamma dell'Arma, alla quale avevano prestato giuramento i tre giovani carabinieri. Lo stesso artista scrisse in merito all'opera, esprimendosi in questi termini: "Ho sviluppato la ricerca portata avanti nello studio; questa ricerca era impostata sulla vitalizzazione materica di superfici-strutture articolate nello spazio, tale vitalizzazione è stata riprodotta nella grande fiamma, simbolo della libertà, che squarcia un grosso tentacolo a tenaglia su cui la luce, incidendo, accentua la sua tensione drammatica" (4).
Di fianco al monumento compare una targa commemorativa che esplica chiaramente il significato e il motivo per il quale è stato eretto. Su questa è rappresentato lo stesso simbolo dell'Arma, i nomi delle tre vittime e la scritta “ALLA FIAMMA DELL'ARMA ATTINSERO FORZA E FEDE PER ESSERE FIAMMA DI UMANITA' E DI GIUSTIZIA”.
L'opera fu realizzata negli anni dello sperimentalismo informale, ma Guasti oltre a guardare e prendere parte attivamente alla cultura artistica novecentesca a lui coeva, rivolgeva l'interesse e lo studio all'arte del Trecento e del primo Quattrocento italiano.
L'opera si caratterizza per uno spiccato dinamismo, svetta sul Colle di San Francesco e risulta visibile da ogni angolazione ci si ponga ad osservarla. Sebbene il monumento sembri lanciarsi nel cielo e verso la valle sottostante, rimane ben saldo a terra fra gli ulivi e i lecci. Questi ultimi furono piantati a seguito della Prima guerra mondiale, quando si decise di collocare nel parco tanti alberi quanti erano stati i caduti in battaglia, apponendo sopra ciascun leccio una targhetta commemorativa. Il basamento del monumento di Guasti poggia sullo stesso piano degli alberi e crea così un collegamento ideale fra le vittime della Prima e della Seconda guerra mondiale.
Per l'Arma dei Carabinieri il monumento è un simbolo dei tre carabinieri martiri che hanno meritato la medaglia d'Oro. Ogni anno viene celebrata una commemorazione con la partecipazione delle istituzioni e dei parenti superstiti delle vittime e che si conclude di fronte al monumento stesso. Il monumento viene spesso riprodotto nelle pubblicazioni curate dall'Arma. Ad esempio una foto del raduno del 2004 è apparsa sulla copertina della rivista dell'Associazione Nazionale Carabinieri (5). Nel 2014 è stato realizzato uno speciale annullo postale (n. 846), con l'immagine del monumento, per celebrare il 70º Anniversario del sacrificio dei tre carabinieri.
Nel Novembre del 1986, papa Giovanni Paolo II pregò ai piedi del monumento.
Per la storia di Fiesole il monumento rappresenta un episodio importante della lotta per la liberazione della città nell'Agosto del 1944. Il monumento appare anche in tutte le guide della città e sul sito del Comune di Fiesole, in una pagina dedicata a Guasti, il monumento viene descritto come "una delle sue opere di maggior impatto civile e morale per la nostra città".
Il monumento ai tre carabinieri viene citato in tutte le pubblicazioni dedicate a Marcello Guasti. Queste includono cataloghi di mostre organizzate da enti pubblici, come la Regione Toscana (6). Nel 2019 il Comune di Fiesole, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Michelucci, ha organizzato una mostra nel Museo Civico Archeologico di Fiesole, intitolata “Marcello Guasti , Giovanni Michelucci e il Monumento ai Tre Carabinieri” (7). A proposito del monumento, il critico d'arte Giuseppe Marchiori osserva che "Guasti si è rivelato, in questa prova, un vero costruttore, capace di andare al di là dello stesso simbolo-pretesto del monumento e d'imporre nello spazio una entità plastica felicemente ideata nella sua architettura, e vigorosamente modellata" (8) oltre che cataloghi di mostre a cura di gallerie private, articoli di giornale (“L'Avanti”) (9) e la monografia principale sull'artista (10).

NOTE:
1. Lorenzo Papi, “Incontro con Michelucci. Il Monumento al Carabiniere”, in “La Nazione”, 11 Ottobre 1964.
2. Alessandro Bonsanti, “Onoranze ai Carabinieri Medaglia d'oro. Alberto La Rocca Vittorio Marandola Fulvio Sbarretti nel ventennale dell'eroico sacrificio, Colle San Francesco, Fiesole, 27 Sett. 1964”, in G. di Genova, M. Fagioli, F. Guerrieri, “Marcello Guasti, Tra natura e geometria 1940-2004”, Bologna, Edizione Bora, 2005, p. 318.
3. Lorenzo Papi, “Incontro con Michelucci. Il Monumento al Carabiniere”, “La Nazione”, 11 Ottobre 1964.
4. Artemisia Viscoli, “Biografia”, in G. di Genova, M. Fagioli, F. Guerrieri, “Marcello Guasti, Tra natura e geometria 1940-2004”, Bologna, Edizione Bora, 2005, p. 333.
5. “Le Fiamme d'Argento”, vol. XLVIII, n.10, Ottobre 2004.
6. Stefano Pezzato, “Opere pubbliche di Marcello Guasti in Toscana”, in “Archivio degli artisti Toscana”, Cento per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2015.
7. Silvia Catitti e Jonathan K. Nelson, "Guasti e Michelucci in dialogo con il luogo: il Monumento e il Parco di Fiesole (1964)" in “Marcello Guasti, Giovanni Michelucci e il Monumento ai tre carabinieri. Studi in margine alla mostra di Fiesole”, a cura di Mirella Branca and Jonathan K. Nelson (Museo Archeologico, Fiesole, 2/2019-9/2019), Milano, Officina Libraria 2019, pp. 29-47.
8. Giuseppe Marchiori, “Marcello Guasti”, Firenze, Centro Proposte, 1964, pp. 6-8; citato da Piero Pacini, in “Marcello Guasti, quaranta sculture (1960-1980)”, a cura dell'Ufficio Arti Visive del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Nazionale, 1980, p. 9.
9. Lara Vinca Masini, “Un’opera vitale nel monumento di Fiesole” in “L'Avanti!”, 23 Settembre 1964.
10. Giorgio di Genova, Marco Fagioli, Francesco Guerrieri, “Marcello Guasti. Tra natura e geometria 1940-2004”, Bologna, Edizione Bora, 2005, 7-23, 305-306, 333.

Contenuti

Iscrizioni:
AI CARABINIERI
ALBERTO LA ROCCA
VITTORIO MARANDOLA
FULVIO SBARRETTI
CHE IL 12 AGOSTO 1944 DIEDERO LA VITA PER SALVARE DIECI INNOCENTI OSTAGGI
ALLA FIAMMA DELL'ARMA ATTINSERO FORZA E FEDE
PER ESSERE FIAMMA DI UMANITA' E DI GIUSTIZIA

Lapide sottostante il monumento:

L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI
NEL 50° ANNIVERSARIO DEL SACRIFICIO DEI
CARABINIERI MEDAGLIA D'ORO AL V.M.
ALBERTO LA ROCCA
VITTORIO MARANDOLA
FULVIO SBARRETTI
ED A RICORDO DEL VII RADUNO NAZIONALE
FIESOLE 1944-1994
Simboli:
Granata con fiaccola, simbolo dell'Arma dei Carabinieri realizzata in bronzo e posta sulla parte anteriore e posteriore del prisma di cemento, a fianco delle epigrafi.

Altro

Osservazioni personali:
Dedico questa scheda alla Memoria di mio padre Moreno (1932-2022).
Coordinate Google Maps:
43.8073863, 11.2905665

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