51705 - Monumento a Giovanni Lorenzelli – San Benedetto di Riccò del Golfo

Monumento a mò di edicola in muratura di forma rettangolare con la parte sommitale a cuspide e copertura in laterizi sormontata da una croce in ferro. All’interno è collocata una lapide in marmo bianco di Carrara, scolorito dal tempo, sulla quale vi è scolpita in bassorilievo una Pietà di buona fattura, in cui si vede una Madonna che tiene in braccio il corpo del Figlio senza vita. In alto le fanno da cornice due angeli, mentre ai piedi vi è incisa un’epigrafe in latino . Sotto l’epigrafe vi è una fotografia del partigiano caduto Giovanni Lorenzelli, in calce alla quale sono riportati i suoi dati anagrafici e i nomi dei genitori. Nella parte esterna superiore si trova una lastra in marmo, corrosa dalle intemperie e fissata all’insieme da quattro staffe metalliche, sulla quale è incisa un’altra epigrafe anch’essa in latino, ormai quasi illeggibile.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
San Benedetto
Indirizzo:
Via 4 Novembre
CAP:
19020
Latitudine:
44.13183823137624
Longitudine:
9.776008968786641

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Laterizio, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Edicola in muratura e pietra su basamento in pietra; lapide in marmo bianco di Carrara; croce in ferro.
Stato di conservazione:
Insufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Giovanni Lorenzelli, nativo di Zeri ma residente a Carpena, frazione del comune di Riccò del Golfo nella quale lo zio era sacerdote della locale parrocchia, era Allievo Ufficiale di Complemento in servizio; i giorni successivi all'otto Settembre 1943 furono caotici e caratterizzati da notizie contraddittorie e confuse per cui Lorenzelli, come tanti altri, fraintese le notizie relative all'armistizio di Cassibile e, convinto che la guerra fosse finalmente terminata, riprese la sua vita normale. Fatalità volle che incontrasse alcuni tedeschi i quali lo fermarono e lo interrogarono; a nulla valsero le ragioni che egli addusse per cui, considerato renitente alla leva per non aver risposto al bando proclamato dai fascisti della Repubblica di Salò, fu accusato di diserzione e l'undici Novembre 1944 fu brutalmente trucidato nel luogo in cui successivamente sua madre fece collocare la lapide (fonte orale Sig. Mario Paganini, ex Sindaco di Riccò del Golfo e memoria storica vivente della comunità).

Contenuti

Iscrizioni:
lastra esterna:
O CRUX AVE SPES UNICA
PIIS ADAUGE GRATIAM
REISQUE DELE CRIMINA

lastra interna ai piedi della lapide:
O VOS QUI TRANSITIS PER VIAM
ATTENDITE ET VIDETE DOLOREM MEUM

lapide interna:
ORFANO DI GUERRA ALL. vo UFF.le
PARTIGIANO
LORENZELLI GIOVANNI
FU ALBINO E DI NADOTTI LUIGIA
NATO A ZERI IL 30 GENNAIO 1920
UCCISO DAI TEDESCHI QUI A CAMPO
DI POZZO SAN BENEDETTO
L’11 NOVEMBRE 1944
Simboli:
Unico simbolo presente è una croce in ferro.

Altro

Osservazioni personali:
Il tema della "PIETAS" in senso cristiano (O CRUX AVE SPES UNICA PIIS ADAUGE GRATIAM) a cui si ispira il bassorilievo evidenzia la volontà di esprimere carità nei confronti di chi si è reso responsabile di atti così crudeli; probabilmente chi ha voluto questo monumento era animato da una profonda religiosità, che non permetteva un giudizio umano di condanna, ma la rimetteva ad un GIUDIZIO SUPERIORE. Nell'epigrafe esterna non si ravvisa infatti condanna nei confronti degli autori dell'efferato crimine, ma piuttosto perdono ( REISQUE DELE CRIMINA) e vi è quindi coerenza con l'immagine in bassorilievo, in modo tale da costituire con essa una sorta di unicum artistico-filosofico tra scultura e scrittura.
Nel bassorilievo la Madre non ha il capo chino sul figlio come nelle più celebri Pieta’ della storia dell’arte, ma eretto e con lo sguardo rivolto in avanti e, ostentando il suo corpo senza vita, sembra voler esortare l'Uomo a non passare distrattamente e con indifferenza (O VOS QUI TRANSITIS PER VIAM) ma a soffermarsi (ATTENDITE) ad osservare (ET VIDETE) e quindi a riflettere sul dolore di Madre (DOLOREM MEUM). La drammatica vicenda ed il dolore che ne consegue escono, nella rappresentazione iconografica sacra della Madre che tiene tra le braccia il corpo esanime del Figlio, dalla sfera individuale e dal confine terreno per assurgere ad una dimensione universale e spirituale e divenire quindi un monito rivolto all’intera umanità.

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