277752 - Monumento commemorativo alla M.O.V.M. Alberto Araldi – Borgonovo Val Tidone (PC)

Monumento posto nel Cimitero di Borgonovo Val Tidone, sopra la tomba del partigiano Alberto Araldi, detto “Comandante Paolo”.   Il monumento commemorativo ha struttura verticale, alto circa 3 m, sormontato da un’urna. Sul fronte è presente un’iscrizione dedicata dal Comando dei Carabinieri di Piacenza il 4 novembre 2005 (Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate).  Nome di battaglia e anagrafico, data di nascita e di morte (quest’ultima scorretta: Araldi è stato fucilato il 6 febbraio 1945) sono poste parallelamente al pavimento su una croce in marmo che riporta anche la divisione di appartenenza, Giustizia e Libertà.  Gli elementi distintivi del monumento includono una foto incorniciata del brigadiere, posta nella parte centrale, e una decorazione con rami d’alloro e altri dettagli ornamentali scolpiti che adornano la parte superiore; è presente una lastra, apposta successivamente, con informazioni sull’onorificenza attribuita e sull’anniversario del 2005.    L’iscrizione sul monumento riporta, con variazione, i versi 71-72 del canto I del Purgatorio della Commedia di Dante Alighieri: «LIBERTÁ VO’ CERCANDO CH’È SÌ CARA COME SA CHI PER LEI VITA RIFIUTA». Le parole sono rivolte da Virgilio a Catone Uticense, simbolo della libertà assoluta, che si è suicidato per non sottomettersi al potere tirannico di Cesare. La citazione vuole ricordare il sacrificio del Comandante Paolo che ha perso la vita combattendo per la libertà del popolo italiano.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Montanara
CAP:
29011
Latitudine:
45.0209104
Longitudine:
9.4454532

Informazioni

Luogo di collocazione:
Cimitero di Borgonovo Val Tidone (PC)
Data di collocazione:
La lastra che riporta onorificenza e indicazione del 60esimo anniversario è del 4 novembre 2005
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Monumento commemorativo in marmo bianco, con scritte in bronzo. La fotografia ritrae il brigadiere Araldi con la divisa dell’Arma dei Carabinieri ed è circondata da una cornice in ottone brunito.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Borgonovo Val Tidone (PC)
Notizie e contestualizzazione storica:
Il monumento funebre dedicato al brigadiere dei Carabinieri e partigiano Alberto Araldi, detto “Comandante Paolo”, vuole commemorare il 60° anniversario della sua morte per fucilazione, avvenuta il 6 febbraio 1945 presso il cimitero di Piacenza. L’atteggiamento con il quale “Paolo” ha affrontato la morte riflette il modo in cui ha condotto tutta la sua militanza da partigiano, con coraggio, audacia e fermezza. Come testimoniato dal cappellano militare presente all’esecuzione, don Giuseppe Bonomini, Araldi ricorda ai suoi nemici del plotone d’esecuzione le imprese condotte, nelle quali non aveva mai causato la morte di nessuno, chiede una sigaretta che fuma tranquillamente, stringe la mano ai presenti come saluto ideale a tutti i partigiani che stavano lottando per la giustizia e rifiuta di voltare le spalle ai fucili perché non ritiene di essere un traditore della Patria.
In queste poche ma simboliche azioni si compendia tutta la vicenda del partigiano Araldi, nato il 18 gennaio 1912 a Vicobarone, una frazione del comune valtidonese di Ziano piacentino, che, dopo aver prestato servizio militare presso l’Arma dei Carabinieri ed aver continuato la carriera nell’Arma stessa, subisce un arresto da parte della milizia fascista in quanto ostile al regime, viene incarcerato a Parma ma riesce fortunosamente a fuggire. Dalla fine di maggio del 1944 prende parte alla Prima divisione Piacenza del raggruppamento Giustizia e Libertà, diretta dal comandante Fausto Cossu, e combatte nell’area della Val Trebbia dove riesce a costituire la sua Terza brigata, assumendo il nome di battaglia “Paolo”. Il suo carattere coraggioso e calcolatore, vivace, esuberante, ma anche amabile e modesto, gli permettono di fraternizzare con gli altri partigiani che lo affiancano con entusiasmo nelle imprese, talvolta anche rocambolesche. Estremamente sensibile di fronte alle ingiustizie, il “comandante Paolo” reagisce agli effetti del rastrellamento condotto dalla divisione “Turkestan” nell’inverno 1944-1945 che decima la Divisione Piacenza; indaga quindi sul responsabile di quel disastro per i partigiani che rintraccia nel prefetto di Piacenza, Alberto Graziani. Nonostante i tentativi di dissuasione da parte del comandante Fausto, organizza la punizione nei confronti del funzionario fascista, ossia un attentato alla sua vita, avvalendosi della collaborazione di un confidente che si rivela invece essere un traditore. Araldi nel tentativo di entrare in città viene riconosciuto ad un posto di blocco, catturato e condannato a morte senza neppure un sommario processo. Il suo corpo, inizialmente sepolto nel cimitero di Piacenza, è stato trasferito dai familiari nel cimitero di Borgonovo V.T.

Contenuti

Iscrizioni:
AL BRIG. DEI CARABINIERI
ALBERTO ARALDI
MED. D’ORO AL V. M.
NEL 60° ANNIVERSARIO
IL COMANDO
PROVINCIALE
DI PIACENZA
4 NOVEMBRE 2005

LIBERTÀ VO’ CERCANDO
CH’È SÌ CARA
COME SA CHI PER LEI
VITA RIFIUTA

PAOLO
ALBERTO ARALDI
N. 17 1 1912 M. 9 2 1945
VIC. COMANDANTE
DELLA DIV. GIUSTIZIA E LIBERTÀ
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

Gallery