Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Giardino Santa Viola
- CAP:
- 40132
- Latitudine:
- 44.5083011
- Longitudine:
- 11.304775999999947
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area verde (parco)
- Data di collocazione:
- Vedere campo scheda "Notizie e contestualizzazione storica"
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Marmo per il basamento, bronzo per il corpo della stele
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Bologna
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Dei numerosissimi bassorilievi, non tutte le rappresentazioni sono riconoscibili. Si notano, tra le altre cose, immagini di guerra (soldati che imbracciano il fucile, paracadutisti, ecc.), immagini che richiamano la città (le due torri), immagini di esecuzioni tramite impiccagione, immagini di uomini che soffrono.
La Pietra in origine si trovava nell'area verde di piazza della Resistenza, oggi chiamata Giardino Decorato al valore civile, limitrofi al palasport "PalaDozza". Non è certa la data dello spostamento, probabilmente avvenuto tra la fine degli anni '70 e la prima metà degli anni '80. Ora nel punto in cui sorgeva il monumento c'è un platano. Clicca qua per la precedente collocazione
Contenuti
- Iscrizioni:
- I MUTILATI ED INVALIDI
DI GUERRA
DELL’EMILIA-ROMAGNA
AI FRATELLI CADUTI
- Simboli:
- Non sono presenti simboli ma, in bassorilievo, scene di guerra.
Altro
- Osservazioni personali:
- Non abbiamo trovato molte informazioni su questo monumento. Abbiamo pensato di ricollegarlo all’attenzione che, già dalla Prima guerra mondiale, la città, con l’Istituto ortopedico Rizzoli e la “Casa di rieducazione professionale per mutilati e storpi di guerra”, ha mostrato verso gli invalidi e i mutilati. Durante la prima guerra mondiale l’’Istitutto Ortopedico Rizzoli – che era diventato ospedale militare di riserva – moltiplicò i propri sforzi per poter ospitare feriti e mutilati che giungevano dal fronte, facilitando all’Autorità sanitaria militare quella parte di compito che era di sua spettanza, cioè l’assistenza chirurgica e protesica. Tutti gli spazi disponibili, compresa la biblioteca e l’ex refettorio dei monaci, vennero trasformati in sale di degenza e, con la costruzione di un padiglione nello spazio antistante l’ingresso principale, i posti letto furono portati a cinquecento. La Casa di rieducazione si occupava, invece, di rinserire i mutilati e gli invalidi di guerra in un mestiere e nella società. Forse da queste esperienze è maturata una particolare sensibilità da parte dei mutilati di guerra sfociata nella volontà di un monumento che portasse la loro firma.