Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- CAP:
- 32041
- Latitudine:
- 46.594257407448
- Longitudine:
- 12.332703233211
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Nel bosco a lato strada della valle Marzon, vicino al ponte del Cason de la Crosèra
- Data di collocazione:
- 1915
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Il monumento è realizzato in pietra con basamento di cemento. Sopra il muro in pietra è posizionata una croce in cemento. Sul muro c'è una targhetta in bronzo. Sul basamento è presente una lastra in cemento con delle iscrizioni. Attorno c'è un muro a secco in pietra.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Nel Bellunese sono numerosi i cimiteri militari e i sacrari realizzati durante e dopo la Prima Guerra Mondiale, segno della pietà popolare e anche con intenzioni ideologiche nel Ventennio fascista che ha esaltato in modo significativo gli eroi della Grande Guerra.
In alcuni casi si tratta di cimiteri ormai abbandonati, dai quali i resti dei Caduti sono stati traslati già molti decenni fa per essere portati nei grandi ossari o in tombe private. Di essi rimane un cippo o una croce che testimoniano gli avvenimenti drammatici accaduti nella zona.
Uno di questi luoghi è il piccolo Cimitero militare situato nel bosco di “Cason de la Crosera”, in Val Marzon, nel Comune di Auronzo di Cadore (Belluno).
In questa zona sorgeva un vero e proprio centro logistico per le truppe che operavano tra le Tre Cime di Lavaredo e i Piani di Cengia. Da qui partiva la strada ripidissima che portava sotto la Cima Grande di Lavaredo e anche l’imponente teleferica che arrivava fino alla chiesetta di Maria Ausiliatrice di tutti i Soldati, ora conosciuta come Madonna della Croda.
All’incrocio (“crosera”, appunto) delle valli Marzon, Cengia e d’Onge c’erano magazzini, depositi di munizioni, salmerie, stalle, baracche per alloggiare i soldati, fontane, collegate a un acquedotto, e, presso il ponte sul Rio Marzon, la postazione per un cannone gigantesco da 203 da marina.
In questa cittadella, nelle immediate retrovie, c’erano spacci, locali di disinfezione, campi di bocce, botteghe di barbiere e anche una piccola chiesetta ed un piccolo cimitero.
Nei baraccamenti trovavano alloggio i reparti prima di essere mandati al fronte o quando scendevano dalle zone di combattimento per un turno di riposo.
Sulla sponda orografica sinistra del Rio di Val Marzon, prima del ponte che lo attraversa, si segue un piccolo sentiero tra faggi e pini e dopo circa 150 metri, di fronte alle tracce dei baraccamenti militari, si arriva al piccolo cimitero che suscita grande senso di pietà e insieme di emozione e rispetto per quei poveri soldati.
È un rettangolo di 20 metri per 20, incassato a monte nel terreno ghiaioso e per tre lati delimitato da un muretto a secco ora franato. Al centro solo una grande croce in cemento con la scritta “PAX” segna l’esistenza del cimitero.
Una lapide ricorda i Caduti e solo in parte si riescono a leggere le parole:
AI FORTI CADUTI PER LA PATRIA ESEMPI NOBILISSIMI DI VALORE E DI GLORIA I COMPAGNI D’ARME
MAGGIO MCMXVII
Sul terreno si distinguono i segni delle fosse con alcune lapidi originarie in cemento, rovesciate forse al momento della riesumazione negli anni intorno al 1920.
Rimangono come documentazione storica due uniche foto che mostrano il cimitero nell’estate del 1916 quando ancora non era cresciuto il bosco: si vedono le croci di legno allineate con ghirlande di rami d’abete appese e la grande croce, anch’essa di legno, in mezzo, con attorno il muretto a secco ben visibile.
In questo luogo il 26 febbraio 1916 furono sepolte le vittime di una valanga caduta a Pian di Cengia.
Così descrive la tragedia nel suo diario il Cappellano militare del 7° Reggimento Alpini don Emilio Campi: “Dopo mezzanotte una grossa valanga di neve investì la baracca, asportando completamente il tetto e schiacciando le pareti una contro l’altra e coprendo tutto di neve. Nella baracca dormivano 38 soldati e un sergente… Alle 13 furono estratti tutti: 19 morti, 19 feriti, fra i quali vari di gravi, e il sergente illeso.
I morti erano tutti padri di famiglia: chi aveva meno figli ne aveva quattro. I feriti furono portati all’Ospedaletto da Campo di Val Marzon, i morti a Cason di Crociera dove furono sepolti. Che impressione vedere sdraiati sulla neve 38 fra morti e feriti, alcuni con il corpo rovinato! Sono giorni di lutto!"
Contenuti
- Iscrizioni:
- AI FORTI
CADUTI PER LA PATRIA
ESEMPI NOBILISSIMI
DI VALORE E DI GLORIA
I COMPAGNI D’ARME
MAGGIO MCMXVII
- Simboli:
- Croce
Altro
- Osservazioni personali:
- Il piccolo cimitero militare di “Cason de la Crosera”, in Val Marzon, è stato oggetto di un intervento importante di una decina di volontari Alpini del Gruppo A.N.A. di Auronzo di Cadore, capogruppo Carlo De Filippo De Grazia.
I volontari hanno lavorato nei giorni liberi e festivi liberando l’area dalla vegetazione invadente e rifacendo il muretto di cinta che era crollato.
È stata, inoltre, realizzata una scalinata e posta una targa in bronzo sotto la croce con la dedica ai Caduti, in sostituzione di quella originaria ormai praticamente illeggibile.
Un pannello descrive ai turisti o comunque ai visitatori del luogo la struttura del villaggio di “Cason de la Crosera”e il sito originale dei manufatti più significativi fra cui il Cimitero militare.
Grazie all’opera degli Alpini sono stati ridati conoscenza e dignità a questo luogo che è testimonianza del sacrificio e delle sofferenze dei nostri soldati che hanno combattuto durante la Grande Guerra sul fronte dolomitico.
Si ringrazia lo storico Walter Musizza per aver fornito il materiale sul quale effettuare la ricerca.