279435 - Pietra d’inciampo a ricordo di Gianluigi Banfi – Milano

La pietra d’inciampo a ricordo di Gian Luigi Banfi trova in via Dei Chiostri a Milano.
Le pietre d’inciampo o stolpersteine, furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig; sono cubetti di porfido con la faccia a vista ricoperta in ottone su cui sono incisi: nome, date e luoghi di nascita e morte del caduto, per tramandare la memoria delle persone deportate, fatte morire o uccise nei lager nazisti.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
zona Brera
Indirizzo:
via Dei Chiostri, 2
CAP:
20121
Latitudine:
45.473878912718
Longitudine:
9.1864417816147

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di fronte a quella che fu il suo studio di architettura
Data di collocazione:
19 Gennaio 2017
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Cubetto di porfido ricoperto da una piastra di ottone sulla faccia superiore, su cui è incisa la dedica. Misura della piastra in ottone: 10x10 cm.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Pietre d'Inciampo Milano
Notizie e contestualizzazione storica:

Gian Luigi Banfi
detto amichevolmente 'Giangio', nacque il 2 aprile 1910 a Milano.
Nel 1931, a soli 21 anni, Gian Luigi conseguì la Laurea in architettura al Politecnico di Milano e con Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers fondarono lo 'Studio BBPR' che ben presto divenne un punto di riferimento per l'urbanistica e per l'architettura razionalista italiana degli anni '30.
Nel 1936, in seguito alla proclamazione dell'Impero fascista e nel 1938 con la promulgazione delle leggi razziali, in Banfi crebbe il forte sentimento antifascista che lo spinse a partecipare attivamente alla fondazione del Partito d'Azione, assieme a personaggi di rilievo della Resistenza, come Ferruccio Parri, Piero Calamandrei, Riccardo Lombardi ed Ugo La Malfa.
Dopo l’Armistizio dell'8 settembre 1943 e l’occupazione nazifascista, lo studio divenne uno dei ritrovi della Resistenza milanese e per il movimento “Giustizia e Libertà”, una frangia partigiana impegnata nella Resistenza.
All'interno dello studio di Banfi, situato in via dei Chiostri 2, vennero pianificate molte delle attività tese a sovvertire i piani nazi-fascisti, in particolare la diffusione di stampa clandestina e le mappe per il lancio di approvvigionamenti alleati per le formazioni partigiane.
Pur consapevole dei rischi che avrebbe potuto correre Banfi si prodigò anche assistendo e facilitando la fuga in Svizzera per antifascisti ed ebrei perseguitati.
Col loro intensificarsi, le attività sovversive di Banfi furono scoperte finché il 21 marzo 1944 fu arrestato insieme a Barbiano di Belgiojoso ed imprigionato a Fossoli finché fu trasferito a Bolzano-Gries per circa una settimana per poi salire ancora insieme a Belgiojoso, sul 'Trasporto 73' che da Bolzano lo condusse al lager di deportazione di Mauthausen-Gusen, dove giunsero il 07 agosto 1944.
Il 22 aprile 1945 (vigilia della Liberazione), Gianluigi Banfi fu fatto morire Nel lager di Mauthausen-Gusen all'età di 35 anni.

Oltre che con questa pietra di inciampo e con la targa sul muro della sede dello Studio di architettura, Gianluigi Banfi è ricordato anche da:
  • una via di Milano (mappa)
  • una via di Caravaggio (Bergamo), cittadina a cui restò sempre legato. (mappa)
  • un libro scritto dal suo compagno di prigionia Aldo Carpi e pubblicato nel 1993 dall’Einaudi “Diario di Gusen”.

    FONTI
  • ANPI: Gianluigi Banfi
  • Wikipedia: Gianluigi Banfi
  • Pietredinciampo Milano: Gianluigi Banfi

    APPROFONDIMENTI
  • Deportati: Gianluigi Banfi
  • DomusWeb: Torre Velasca

  • Contenuti

    Iscrizioni:

    QUI LAVORAVA
    GIANLUIGI BANFI
    NATO 1910
    APRESTATO 21.3.1944
    DEPORTATO
    MAUTHAUSEN
    ASSASSINATO 10.4.1945
    GUSEN

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:

  • La Torre Velasca
    è uno dei più conosciuti simboli di Milano, controverso ed iconico, fu una svolta nell’architettura del dopoguerra.
    La progettazione della 'Torre Velasca', fu commissionata dalla Società Generale Immobiliare allo studio milanese BBPR, fondato nel 1932 da Gian Luigi Banfi (1910-1945), Lodovico Barbiano di Belgiojoso (1909-2004), Enrico Peressutti (1908-1976) ed Ernesto Nathan Rogers (1909-1969), che si occuparono anche della redazione della rivista d’architettura 'Casabella'.
    Fu concepita in modo da incarnare lo spirito ed il fermento della rinascita di Milano, grazie ad un linguaggio architettonico evocante l’identità milanese senza riferimento agli stili precedenti.
    Concepita in acciaio e vetro, fu poi realizzata in calcestruzzo armato rivestito in pietra, sia per i limiti economici che per meglio integrarla nel contesto urbano.
    Il progetto fu completato in soli 292 giorni tra il 1956 ed il 1957, e la Torre fu inaugurata nel 1958.
    Nonostante gli anni e le mode, 'la Torre' continua a rappresentare un punto di riferimento architettonico e culturale che narra un periodo della storia e dell’evoluzione di Milano e che tuttora è considerata un rilevante simbolo dell'architettura del Novecento.
    Pochi anni prima del 2025 La torre Velasca fu acquistata da una grande società immobiliare multinazionale, con l’obiettivo di ridarle nuova vita con un restauro che si propone di valorizzare l'edificio e valorizzarne il ruolo di "polo urbano e sociale", oltre che dare alla piazza circostante una rigenerazione urbana.

    Gran parte delle informazioni su Gian Luigi Banfi furono raccolte dal prof. Lorenzo Massini coadiuvato dagli alunni della sua classe 3a B I.C. dell'Istituto “Mastri Caravaggini” di Caravaggio.
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