271078 - Pietra d’inciampo a ricordo di Gino Emanuele Errera – Milano

La pietra di inciampo a ricordo di Gino Emanuele Errera, è inserita nel marciapiede di fronte a quella che fu la sua abitazione.
Le pietre d’inciampo (stolpersteine) furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per tramandare la memoria delle persone deportate, fatte morire o uccise nei lager nazisti; sono cubetti di porfido con la faccia a vista ricoperta in ottone su cui sono incisi il nome del caduto e date e luoghi di nascita e di morte, purtroppo assente in questo caso.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
zona Stazione Centrale
Indirizzo:
via Settembrini 5
CAP:
20124
Latitudine:
45.480484492047
Longitudine:
9.2045228339406

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di fronte a quella che fu la sua abitazione
Data di collocazione:
2024
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Cubo di porfido ricoperto da una piastra di ottone sulla faccia superiore, su cui è incisa la dedica. Misura della piastra in ottone: 10x10 cm.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:

Gino Emanuele Errera
figlio di Davide e Irma Levi, nacque il 5 ottobre 1893 a Salonicco (Grecia).
Era il secondo di quattro fratelli: Guido (1891), Umberto ed Eugenio (1895). Nella città natale avviò e gestì con successo un'attività di import-export, aprendo numerosi empori in città, il che contribuì a far conoscere e stimare la sua famiglia.
Con lo scoppio della guerra, Gino e i suoi fratelli decisero di trasferirsi in Italia, dove si arruolarono come volontari. Durante il conflitto, Gino fu gravemente ferito da schegge di granata e nel 1922 fu dichiarato invalido di guerra.
Terminata la guerra, la famiglia Errera si stabilì a Milano, dove riprese con successo l'attività imprenditoriale nel settore calzaturiero.
All’emanazione delle leggi razziali, Gino chiese e ottenne la discriminazione con parere favorevole della Questura:
"Quale amministratore delegato del calzificio Errera, con stabilimento a Novate Milanese, collaborò con l’allora podestà Roncaglia e fiduciario politico nella costituzione del comitato per la raccolta dei fondi e la costruzione della Casa del Fascio di Novate Milanese, contribuendovi personalmente con lire 100.000. La mancata iscrizione dell’Errera al PNF è dovuta a indifferenza e non a sentimenti di ostilità verso il regime."

Dopo l’armistizio dell'8 settembre 1943, i familiari di Gino fuggirono in Svizzera. Il 21 febbraio 1944, nel tentativo di raggiungerli, Gino fu arrestato a Ponte Tresa ed incarcerato a Varese. Da Varese fu inviato nel campo di Fossoli, in provincia di Modena. Infine, con convoglio partito il 5 aprile 1944 fu deportato ad Auschwitz. Vi giunse il 10 aprile, ma non ne uscì mai più.

FONTI
  • Progetto Pietre d'inciampo
  • Digital Library

    APPROFONDIMENTI:
  • Fossoli
  • Pietredellamemoria: Fossoli - cippo ai fucilati
  • Pietredellamemoria: Fossoli - sacrario ai Caduti
  • Pietredellamemoria: Fossoli - monumento ai Caduti
  • Leggi razziali fasciste del 1938
  • wikipedia: Armistizio 8 settembre 1943
  • Discriminazione
    Durante il regime fascista, le leggi razziali del 1938 introdussero misure discriminatorie nei confronti degli ebrei. Alcune persone di origine ebraica beneficiarono di esenzioni note come "discriminazioni", che le esonerarono da alcune restrizioni o dall'arresto. Queste concessioni riguardarono individui che ebbero particolari meriti militari, politici o sociali riconosciuti dal regime.
  • Contenuti

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    ARRESTATO 21.2.1944 DEPORTATO
    USCHWITZ ASSASSINATO

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    Informazione non reperita

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    Informazione non reperita

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