279099 - Pietra d’inciampo a ricordo di Giustiniani Giovanni – Roseto degli Abruzzi (TE)

La pietra d’inciampo è stata posta in Piazza della Libertà per tramandare la memoria dell’IMI Giovanni Giustiniani deportato e morto in campo di concentramento tedesco. Le pietre d’inciampo sono cubetti di porfido con la faccia a vista ricoperta in ottone su cui sono incisi nome, date e luoghi di nascita e morte delle persone deportate e morte nei lager nazisti.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza della Libertà
CAP:
64026
Latitudine:
42.677303208818
Longitudine:
14.013938658791

Informazioni

Luogo di collocazione:
All'interno della piazza sul lato verso via Garibaldi.
Data di collocazione:
4 Febbraio 2025
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Cubetto di porfido ricoperto sulla faccia superiore da una piastra di ottone, su cui è incisa la dedica.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Roseto degli Abruzzi
Notizie e contestualizzazione storica:
Giovanni Giustiniani nacque a Montepagano (oggi frazione di Roseto degli Abruzzi) il 18 ottobre 1898, figlio di Zeffirino e Massima Martironi. Di professione carrettiere, nel febbraio 1917 fu chiamato alle armi come allievo della Guardia di Finanza. Durante la prima guerra mondiale fu inviato in Albania nel gennaio 1918 e rientrò in Italia nel dicembre dello stesso anno. Nell’aprile 1923 sposò Maria Domenica Di Stefano, classe 1897, di Cologna Paese (frazione di Roseto). Dalla loro unione nacquero 6 figli. Il 18 giugno 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale, Giustiniani fu richiamato alle armi al Comando della Legione Territoriale di Ancona. Il 13 maggio 1943 fu condannato dal Tribunale Militare di Guerra a due anni e due mesi di reclusione per il reato di calunnia verso superiore Ufficiale. Fu quindi tradotto nel carcere militare di Gaeta. A seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943 fu spostato al carcere militare di Peschiera del Garda. Il 20 settembre 1943 fu deportato dai Tedeschi in Germania. Arrivò nel campo di concentramento di Dachau il 22 settembre 1943, con matricola 54239. Il 30 ottobre 1943 fu trasferito al lager di Buchenwald, matricola 34960. Il 21 gennaio 1944 fu trasferito al campo di concentramento di Dora - Nordhausen, matricola 34960. Il 6 febbraio 1944 fu trasferito al lager di Lublin-Majdanek (Polonia) dove arrivò il 9 febbraio 1944, schedato come detenuto politico italiano. Morì ufficialmente di tubercolosi polmonare nel KL Lublin-Majdanek il 24 marzo 1944. Nella Banca Dati dei Caduti e Dispersi 2ª Guerra Mondiale del Ministero della Difesa risulta essere deceduto il 15 aprile 1945.
Fonti:
- Dati raccolti dallo storico Walter De Berardinis
- https://alboimicaduti.it
- https://www.difesa.it/il-ministro/cadutiinguerra/secondaguerra/secondaguerra.html

Lo svelamento della pietra d’inciampo si è tenuto in piazza della Libertà, scelta per la sua importanza simbolica e per essere un luogo di incontro per la comunità. Si tratta della prima pietra d’inciampo nel comune rosetano. Alla cerimonia hanno presenziato il Comandante Regionale Abruzzo G.d.F., Generale di Brigata Germano Caramignoli; il Comandante Provinciale G.d.F. di Teramo, Colonnello Fabrizio Chirico; il Sindaco di Roseto, Mario Nugnes; i familiari discendenti del finanziere Giustiniani; studenti e studentesse delle scuole di Roseto; lo storico Walter De Berardinis; il parroco dell’Assunta Don Gabriele Marchegiani.

Internati Militari Italiani (IMI) fu la definizione attribuita dalle autorità naziste ai soldati italiani catturati e deportati nei lager nei giorni successivi alla proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943. In totale nei campi di concentramento del Terzo Reich furono detenuti circa 600.000 militari italiani di cui morirono circa 50.000.

Contenuti

Iscrizioni:
A ROSETO DEGLI ABRUZZI
ABITAVA
GIOVANNI
GIUSTINIANI
NATO 1898
CATTURATO
PESCHIERA DEL GARDA
DEPORTATO
MAJDANEK
ASSASSINATO 24-3-1944
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Ringrazio lo storico Walter De Berardinis per avermi fornito informazioni sul caduto e fotografie della pietra.

Gallery