Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Roma 106, La Spezia
- CAP:
- 19121
- Latitudine:
- 44.1074273
- Longitudine:
- 9.8162784
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Marciapiede, di fronte a portone del civico n.106
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Ottone, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Blocco in porfido, di misura solitamente 10x10 centimetri, ricoperto da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore con incisa l'iscrizione.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- BIOGRAFIA:
Dario Derchi nasce alla Spezia il 18 Agosto 1893, residente in Via Roma 106. Esercitava l'attività di commerciante nel centro cittadino. Coniugato con Clotilde (Tilde), padre di Alfredo.
Il 25 novembre 1944 viene arrestato alla Spezia con l'accusa di fornire generi alimentari alle forze partigiane.
Viene imprigionato nella caserma XXI Reggimento Fanteria alla Spezia, divenuta dopo l'8 settembre 1943 carcere fascista e luogo di tortura della Repubblica Sociale italiana.
Trasferito prima al carcere di Marassi a Genova, successivamente al campo di concentramento di Bolzano fino al 01 febbraio 1945.
Deportato da Bolzano il 1° Febbraio 1945 al campo di Mauthausen dove giunge il 4 febbraio 1945 dove gli fu assegnata la matricola 126164 con il triangolo rosso degli oppositori politici.
Dal campo principale di Mauthausen fu trasferito al sottocampo di Gusen dove fu assassinato il 7 marzo 1945.
Contestualizzazione storica:
Con l’avvicinamento diplomatico dell’Italia fascista alla Germania nazista nel corso degli anni ’30 e con l’inizio della seconda guerra mondiale emerge un asse militare e diplomatico che trascinerà l’Italia in una guerra che poi diventerà guerra civile, tra fascisti e antifascisti della Resistenza.
La collaborazione dell’Italia fascista e poi della RSI alla macchina dello sterminio, alla deportazione di categorie sociali specifiche – oppositori politici, ebrei, slavi, disabili, rom e sinti, testimoni di Geova, internati miliari - nei campi di concentramento è una delle pagine più buie e vergognose della storia italiana.
Questa crudele e disumana misura di controllo, atta a ridurre i prigionieri in condizioni di lavoro forzato, ha interessato da vicino il territorio spezzino. La Spezia era una città strategica con il suo Arsenale militare, le sue industrie belliche, la sua posizione strategica e proprio a due passi dalla Linea Gotica. L’attività partigiana in quest’area era fortissima e numerose sono le attività antifasciste che attraversano la città producendo conflitti sia cittadini che sulle montagne e colline limitrofe, in Val di Vara e in Lunigiana. Infatti i deportati totali da La Spezia furono 585 e le loro storie, così come le ragioni di quelle deportazioni, sono molto diverse. Ad esempio abbiamo operai, commercianti, professionisti, agenti di polizia, sacerdoti i quali si erano opposti e avevano collaborato con i partigiani, coinvolti all’interno di spedizioni punitive anche collettive. Ma non solo: anche la comunità ebraica spezzina venne colpita da tali ingiustizie (circa il 15% sul totale dei deportati), insieme a una piccola percentuale della comunità rom e sinti.
La maggior parte dei deportati veniva prelevata dalle proprie case e condotta in luoghi destinati alla tortura per cercare di estrapolare più informazioni possibili sulle attività di Resistenza: il XXI° Reggimento fanteria, proprio qui nel parco del 2 Giugno dove oggi sorge la nostra scuola, è ricordato come luogo del terrore, per la sua terribile crudeltà. Da qui si passava poi ai binari del treno che passavano a fianco per essere trasportati in diversi istituti di detenzione, come il carcere di Marassi, nei pressi di Genova. Successivamente i deportati venivano trasferiti nei campi di smistamento di Bolzano, spesso passando per il campo di Fossoli, nei pressi di Modena, nei quali erano presenti civili arrestati per motivi politici (partigiani, sindacalisti, rastrellati) e per motivi razziali.
Infine il doloroso cammino si interrompeva all’interno dei campi di concentramento sparsi nel nord-est d’Europa. La maggioranza dei deportati spezzini registrati vennero internati nei campi di Mauthausen, Auschwitz e quello femminile di Ravensbruck.
La maggior parte non fece mai ritorno.
Contenuti
- Iscrizioni:
- QUI ABITAVA
DARIO DERCHI
NATO 1893
ARRESTATO 25.11.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 7.3.1945
GUSEN
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita