281955 - Pietra d’inciampo in memoria di Elvira Finzi – La Spezia

Pietra d’inciampo di grandezza simile a un sampietrino ricoperto da una lastra di ottone, posta sul marciapiede, in ricordo della deportazione di Elvira Finzi compiuta dai nazifascisti nella città di La Spezia durante la seconda guerra mondiale. Si trattava di una deportata per ragioni razziali, in quanto edicolante di origine ebraica. La pietra d’inciampo è posta proprio nel luogo in cui vi era l’edicola in cui Elvira Finzi lavorava, oggi sede di altra edicola.

 

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Cavour angolo Via dei Mille, 30
CAP:
19121
Latitudine:
44.10606050874
Longitudine:
9.8170962968201

Informazioni

Luogo di collocazione:
Di fronte all'edicola di Piazza Cavour, angolo via dei mille, 30 (oggi Edicola Amato)
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Blocco in porfido, di misura solitamente 10x10 centimetri, ricoperto da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore con incisa l'iscrizione.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
BIOGRAFIA:
Elvira Finzi: nata il 16/08/1873 a Correggio, provincia di Reggio Emilia, era figlia di Leone Finzi e Vittoria Sacerdoti. Elvira era di origine ebraica, sposata con rito civile nel 1911 con un vedovo, Bertani Guglielmo; si trasferisce poi alla Spezia perché il marito è assunto nella costituita Società Cerpelli (poi Termomeccanica Italiana); lui morirà nel 1942. Durante la guerra aveva in gestione, in Piazza Cavour, un'edicola di giornali - ancora oggi presente - poiché era una delle poche attività che potevano svolgere cittadini di religione ebraica. Il 2 febbraio 1944 viene arrestata da due italiani, presumibilmente appartenenti alle Brigate Nere fasciste. Inviata al campo di Fossoli, in Emilia Romagna, il 22 febbraio è deportata ad Auschwitz con il trasporto n. 8 (lo stesso di Primo Levi) dove è assassinata il 26 febbraio, giorno dell’arrivo nel campo, come da dati sotto riportati della scheda del Centro Documentazione Ebraico (CDEC).

Contestualizzazione storica:

Con l’avvicinamento diplomatico dell’Italia fascista alla Germania nazista nel corso degli anni ’30 e con l’inizio della seconda guerra mondiale emerge un asse militare e diplomatico che trascinerà l’Italia in una guerra che poi diventerà guerra civile, tra fascisti e antifascisti della Resistenza.
La collaborazione dell’Italia fascista e poi della RSI alla macchina dello sterminio, alla deportazione di categorie sociali specifiche – oppositori politici, ebrei, slavi, disabili, rom e sinti, testimoni di Geova, internati miliari - nei campi di concentramento è una delle pagine più buie e vergognose della storia italiana.
Questa crudele e disumana misura di controllo, atta a ridurre i prigionieri in condizioni di lavoro forzato, ha interessato da vicino il territorio spezzino. La Spezia era una città strategica con il suo Arsenale militare, le sue industrie belliche, la sua posizione strategica e proprio a due passi dalla Linea Gotica. L’attività partigiana in quest’area era fortissima e numerose sono le attività antifasciste che attraversano la città producendo conflitti sia cittadini che sulle montagne e colline limitrofe, in Val di Vara e in Lunigiana. Infatti i deportati totali da La Spezia furono 585 e le loro storie, così come le ragioni di quelle deportazioni, sono molto diverse. Ad esempio abbiamo operai, commercianti, professionisti, agenti di polizia, sacerdoti i quali si erano opposti e avevano collaborato con i partigiani, coinvolti all’interno di spedizioni punitive anche collettive. Ma non solo: anche la comunità ebraica spezzina venne colpita da tali ingiustizie (circa il 15% sul totale dei deportati), insieme a una piccola percentuale della comunità rom e sinti.
La maggior parte dei deportati veniva prelevata dalle proprie case e condotta in luoghi destinati alla tortura per cercare di estrapolare più informazioni possibili sulle attività di Resistenza: il XXI° Reggimento fanteria, proprio qui nel parco del 2 Giugno dove oggi sorge la nostra scuola, è ricordato come luogo del terrore, per la sua terribile crudeltà. Da qui si passava poi ai binari del treno che passavano a fianco per essere trasportati in diversi istituti di detenzione, come il carcere di Marassi, nei pressi di Genova. Successivamente i deportati venivano trasferiti nei campi di smistamento di Bolzano, spesso passando per il campo di Fossoli, nei pressi di Modena, nei quali erano presenti civili arrestati per motivi politici (partigiani, sindacalisti, rastrellati) e per motivi razziali.
Infine il doloroso cammino si interrompeva all’interno dei campi di concentramento sparsi nel nord-est d’Europa. La maggioranza dei deportati spezzini registrati vennero internati nei campi di Mauthausen, Auschwitz e quello femminile di Ravensbruck.
La maggior parte non fece mai ritorno.


Contestualizzazione storica:

Contenuti

Iscrizioni:
QUI FU ARRESTATA
2.2.1944
ELVIRA FINZI
NATA 1873
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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