258876 - Pietre d’inciampo a ricordo di Perla Foa, Giuseppe Foa e Davide Foa – Ivrea (TO)

Quello delle pietre d’inciampo è un progetto europeo per tenere viva la Memoria di tutti i deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti che non hanno fatto ritorno alle loro case.

Le tre «pietre d’inciampo» a ricordo di Perla Foa, Giuseppe Foa e Davide Foa sono state deposte a Ivrea il 27 gennaio 2018 (Giorno della Memoria), in via Quattro Martiri 24 di fronte all’ultimo luogo in cui visse Perla Foa in Faluomi, e dove fu arrestata con i due fratelli. Le Pietre sono state collocate dall’Amministrazione comunale di Ivrea, alla presenza dell’Anpi cittadino e della Comunità Ebraica di Ivrea.

Perla, Giuseppe e Davide Foa furono arrestati ad Ivrea nel 1944, incarcerati a Torino e poi a Fossoli (MO), da dove furono deportati nel campo di sterminio di Aushwitz, e lì assassinati.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via IV Martiri, 24
CAP:
10015
Latitudine:
45.467181
Longitudine:
7.8744602

Informazioni

Luogo di collocazione:
Di fronte all'ingresso della loro ultima abitazione.
Data di collocazione:
27 Gennaio 2018
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Le Pietre di inciampo sono dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore. Misura della piastra in ottone: 10x10 cm.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Perla Foa era nata ad Ivrea il 16 novembre 1873 da Mosè Foa e da Giuditta Jona. Ad Ivrea Mosè Foa (medaglia al valor militare in Crimea contro i Russi nel 1856) aprì un laboratorio artigianale per la confezione di divise militari per il regio Esercito sabaudo. Perla Foa andò sposa ad Astolfo Faluomi, militare di carriera del Distretto di Ivrea. Ebbe tre figli e poi venne il 1938 con le leggi razziali di Mussolini controfirmate da re Vittorio Emanuele III. Quindi fu censita come “appartenente alla razza ebraica” come il fratello Giuseppe, direttore di una casa editrice tipografica cittadina e Davide, cancelliere del tribunale di Torino. Nel 1942 fu convocata presso il Comune di Ivrea, confermò la propria appartenenza alla religione ebraica e poco tempo dopo, l’arresto e l’incarcerazione nel Castello delle Rosse Torri di Ivrea. Con lei i fratelli e la moglie di Davide, Giuditta, che in cella morì di peritonite. Dopo alcuni mesi tutti e tre vennero scarcerati. Restarono a Ivrea, ma poco tempo dopo (il 31 marzo 1944) vennero nuovamente prelevati dalle SS dalla casa di via Palma (Quattro Martiri), internati a Fossoli nei pressi di Modena e, nell’estate del 1944, con uno degli ultimi convogli spediti al campo di Auschwitz (Convoglio No. 10 del 16/05/1944). Alla frontiera riuscì a consegnare ad un ferroviere italiano un biglietto per la figlia Olga: fu l’ultimo segnale di vita di Perla Foa. Secondo le informazioni raccolte dai nipoti presso il Centro di Documentazione ebraico di Milano, i tre fratelli furono gasati il giorno stesso del loro arrivo ad Auschwitz (23 maggio 1944, dopo 7 giorni di viaggio in condizioni terribili). Perla (a quei tempi vedova Faluomi) aveva 71 anni, Davide 75 e Giuseppe 78. (Ivrea UniTre Notizie” del 31 Gennaio 2005, citato in Il Risveglio Popolare, 8 febbraio 2018)

Davide Foa, nato ad Ivrea il 13 marzo 1869, e Giuseppe Foa, nato il 21 dicembre 1866, erano fratelli di Perla, e ne condivisero le stesse tragiche sorti.

Ad Ivrea, Perla Faluomi Foa è particolarmente nota ed amata perché, nel 1892, venne scelta ad interpretare la Libertà e fu pertanto Mugnaia delle storiche celebrazioni carnevalesche eporediesi.
A lei, accanto all’ingresso dell’antica Sinagoga vicino alla quale la sfortunata Mugnaia aveva sempre abitato e di cui aveva avuto in affidamento dalla comunità ebraica custodia e cura, è stato dedicato, nel 2004, un pannello informativo che ne riporta copia di una fotografia in costume da Mugnaia, e ne ripercorre i momenti più significativi.

Le pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti: un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto di ottone lucente, posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.

Contenuti

Iscrizioni:
Da sinistra a destra, le scritte sulle tre pietre:

QUI ABITAVA
PERLA FOA'
NATA 1873
ARRESTATA 31.3.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 23.5.1944

QUI ABITAVA
GIUSEPPE FOA'
NATO 1866
ARRESTATO 31.3.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 23.5.1944

QUI ABITAVA
DAVIDE FOA'
NATO 1866
ARRESTATO 31.3.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 23.5.1944

nota: per un errore, il cognome dei tre fratelli è stato segnalato all’artista come Foa' in luogo di Foa, per cui sulle tre pietre è riportata la dicitura errata.
Simboli:
Informazione non reperita

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