150817 - Pietre d’inciampo ai fratelli Romilde e Umberto Coen – Ancona

Pietre d’inciampo collocate l’una accanto all’altra, di fronte al portone della casa di famiglia Coen, ricordano per linee essenziali le tragiche vicende dei fratelli Romilde e Umberto. Si accompagnano alla pietra d’inciampo tributata alla memoria del fratello Dante, inaugurata nel gennaio 2018.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Astagno, 18
CAP:
60122
Latitudine:
43.6173778
Longitudine:
13.509516

Informazioni

Luogo di collocazione:
Innestata nel marciapiede
Data di collocazione:
25/01/2019
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Blocco in pietra, di misura solitamente 10x10 centimetri, ricoperto da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Ancona
Notizie e contestualizzazione storica:
Figli di Arrigo Coen e Ilde Portaleone, i due commemorati nacquero ad Ancona, Romilde il 20 marzo 1902, Umberto il 24 agosto 1914 (la famiglia, molto numerosa, comprendeva almeno quattordici figli, tra cui Dante, nato 1910, cui è dedicata la terza pietra d'inciampo sita nel medesimo luogo). Umberto venne arrestato a Torino il 18 marzo 1944; Romilde fu arrestata a Caramagna Piemonte (To) tre giorni dopo; entrambi furono dapprima detenuti nel carcere di quella città e poi tradotti a Fossoli. Deportati con il convoglio n. 5, arrivarono ad Auschwitz il 10 aprile 1944. Romilde Coen non sopravvisse alla Shoah. Il fratello Umberto trovò la morte a Mauthausen, il fratello Dante a Buchenwald. La sorte degli altri congiunti è sconosciuta.

Contenuti

Iscrizioni:
Con la fronte al portone d'ingresso, a cominciare dalla pietra a sinistra:

QUI ABITAVA
ROMILDE COEN
NATA 1902
ARRESTATA 20.3.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA



QUI ABITAVA
UMBERTO COEN
NATO 1914
ARRESTATO 18.3.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 21.4.1945
MAUTHAUSEN
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
Innestate a un anno di distanza dalla prima tributata a Dante, ora le tre pietre d'inciampo (Stolpersteine) ricompongono una storia familiare che la lucida macchina dello sterminio ha disperso tra Auschwitz, Mauthausen e Buchenwald. Una sorta di ritorno a casa e di rivincita della memoria sull'efferatezza della storia.

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