Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via XX Settembre, 4
- CAP:
- 19122
- Latitudine:
- 44.1067988
- Longitudine:
- 9.8271221
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Poste all'entrata laterale del Palazzo, di fronte a piazza Verdi
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo
- Materiali (Dettaglio):
- Blocchi in porfido, di misura solitamente 10x10 centimetri, ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore con l'iscrizione incisa.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- BIOGRAFIE:
Nicola Amodio: Amodio era commissario presso la Questura di La Spezia. Collaboratore del Vicequestore Lodovico Vigilante, assieme a lui e alla collaborazione del parroco don Giuseppe Bertoni si adoperò per organizzare la fuga di ebrei e antifascisti verso la Svizzera al fine di porli in salvo dalla deportazione. Venne tuttavia scoperto dalle autorità tedesche e arrestato all’interno della Questura di La Spezia, quindi deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. Qui morì il 4 Marzo del 1945 in seguito agli stenti ed ai maltrattamenti subiti.
Lodovico Vigilante: Vicequestore presso la Questura di La Spezia, diede un grande aiuto alla comunità ebraica della città, infatti assieme al parroco don Giovanni Bertoni si adoperò in prima persona nell’organizzazione di un traffico di ebrei e antifascisti verso la Svizzera al fine di porli in salvo dalle deportazioni. Continuò in questa sua opera di salvataggio anche dopo essere stato scoperto dalle autorità tedesche e repubblichine.
Fu quindi arrestato il 21 Novembre 1944 all’interno del proprio ufficio e, dopo essere stato detenuto prima nel carcere di Marassi a Genova e poi nel campo di concentramento di Bolzano, venne successivamente deportato a Mauthausen, dove morì all'età di 62 anni.
Annibale Tonelli: nasce a La Spezia il 18 febbraio 1913. Nel 1940 viene trasferito in servizio presso il Corpo di Polizia dell’Albania. Una volta rientrato in Italia il 6 ottobre 1943 viene assegnato alla Questura della Spezia, dove era presto entrato in contatto con i partigiani della zona, collaborando attivamente con essi. Scoperto dai nazisti, venne arrestato dai militi fascisti della GNR mentre si recava in ufficio. Venne perciò condotto presso le celle della caserma del XXI Fanteria e poi trasportato a Genova. Dopo alcuni giorni nelle carceri di Marassi venne deportato al campo di concentramento di Bolzano e infine al campo di sterminio di Mauthausen, dove giunse nei primi giorni di febbraio 1945, morendo poco più di quaranta giorni dopo, il 21 Marzo 1945, in seguito agli stenti ed ai maltrattamenti subiti da parte delle SS.
Domenico Tosetti: nasce a La Spezia il 2 maggio 1924 e nel 1942 inizia a lavorare in Questura.
Successivamente inizia ad aiutare i funzionari Vigilante ed Amodio nel fornire aiuto ai partigiani e agli ebrei.
Il 18 ottobre 1944 gli viene teso un agguato e, cogliendolo nel momento in cui si trova disarmato, viene arrestato e portato nella caserma in via XX settembre, sede della Guardia Nazionale Repubblicana. Dopo essere stato legato mani e piedi, Tosetti viene rinchiuso in cella per ventisei giorni. Insieme ai due funzionari e alla guardia Tonelli viene condotto prima al carcere di Marassi a Genova, e poi nel campo di concentramento a Bolzano e quindi a Mauthausen.
Lì fu sottoposto ai lavori forzati, trasportando dei massi di pietra sulla tristemente famosa “scala della morte”. Grazie alla sua forza straordinaria riuscì anche ad aiutare qualche deportato in difficoltà.
Riuscirà a sopravvivere rientrando a casa il 4 febbraio 1945.
Contestualizzazione storica:
Con l’avvicinamento diplomatico dell’Italia fascista alla Germania nazista nel corso degli anni ’30 e con l’inizio della seconda guerra mondiale emerge un asse militare e diplomatico che trascinerà l’Italia in una guerra che poi diventerà guerra civile, tra fascisti e antifascisti della Resistenza.
La collaborazione dell’Italia fascista e poi della RSI alla macchina dello sterminio, alla deportazione di categorie sociali specifiche – oppositori politici, ebrei, slavi, disabili, rom e sinti, testimoni di Geova, internati miliari - nei campi di concentramento è una delle pagine più buie e vergognose della storia italiana.
Questa crudele e disumana misura di controllo, atta a ridurre i prigionieri in condizioni di lavoro forzato, ha interessato da vicino il territorio spezzino. La Spezia era una città strategica con il suo Arsenale militare, le sue industrie belliche, la sua posizione strategica e proprio a due passi dalla Linea Gotica. L’attività partigiana in quest’area era fortissima e numerose sono le attività antifasciste che attraversano la città producendo conflitti sia cittadini che sulle montagne e colline limitrofe, in Val di Vara e in Lunigiana. Infatti i deportati totali da La Spezia furono 585 e le loro storie, così come le ragioni di quelle deportazioni, sono molto diverse. Ad esempio abbiamo operai, commercianti, professionisti, agenti di polizia, sacerdoti i quali si erano opposti e avevano collaborato con i partigiani, coinvolti all’interno di spedizioni punitive anche collettive. Ma non solo: anche la comunità ebraica spezzina venne colpita da tali ingiustizie (circa il 15% sul totale dei deportati), insieme a una piccola percentuale della comunità rom e sinti.
La maggior parte dei deportati veniva prelevata dalle proprie case e condotta in luoghi destinati alla tortura per cercare di estrapolare più informazioni possibili sulle attività di Resistenza: il XXI° Reggimento fanteria, proprio qui nel parco del 2 Giugno dove oggi sorge la nostra scuola, è ricordato come luogo del terrore, per la sua terribile crudeltà. Da qui si passava poi ai binari del treno che passavano a fianco per essere trasportati in diversi istituti di detenzione, come il carcere di Marassi, nei pressi di Genova. Successivamente i deportati venivano trasferiti nei campi di smistamento di Bolzano, spesso passando per il campo di Fossoli, nei pressi di Modena, nei quali erano presenti civili arrestati per motivi politici (partigiani, sindacalisti, rastrellati) e per motivi razziali.
Infine il doloroso cammino si interrompeva all’interno dei campi di concentramento sparsi nel nord-est d’Europa. La maggioranza dei deportati spezzini registrati vennero internati nei campi di Mauthausen, Auschwitz e quello femminile di Ravensbruck.
La maggior parte non fece mai ritorno.
Contenuti
- Iscrizioni:
- QUI ERA IN SERVIZIO
NICOLA AMODIO
NATO 1898
ARRESTATO 23.11.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 4.3.1945
QUI ERA IN SERVIZIO
LODOVICO VIGILANTE
NATO 1882
ARRESTATO 23.11.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 6.2.1945
QUI ERA IN SERVIZIO
ANNIBALE TONELLI
NATO 1913
ARRESTATO 21.11.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN – GUSEN
ASSASSINATO 31.3.1945
QUI ERA IN SERVIZIO
DOMENICO TOSETTI
NATO 1924
ARRESTATO 18.10.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN – GUSEN
LIBERATO
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita